Culture

Mimmo D’Alessandro: intervista all’uomo che porta il rock nei luoghi più belli d’Italia

Mimmo D’Alessandro lavora con Adolfo Galli nell’agenzia che porta i loro cognomi. Hanno portato in Italia, fra gli altri, Bowie, Clapton e Iron Maiden

Autore Tommaso Toma
  • Il13 Dicembre 2017
Mimmo D’Alessandro: intervista all’uomo che porta il rock nei luoghi più belli d’Italia

Mimmo D'Alessandro

Abbiamo incontrato una delle figure storiche e importanti nello scenario dell’organizzazione di concerti nel nostro Paese. Oggi Mimmo lavora con Adolfo Galli nell’agenzia che porta i loro due cognomi. È cresciuto artisticamente alla Bussola di Lido di Camaiore e dalla Versilia ha deciso di non muoversi più aprendo i suoi uffici proprio qui. Negli anni ’80 riuscì a portare una pletora incredibile di artisti iconici come Neil Young, James Brown nel mitico tendone della Bussola Domani (un concerto che iniziò nel pieno della notte, registrato dalla RAI, che trovate su YouTube) e poi David Bowie, Eric Clapton, Spandau Ballet, Diana Ross, Iron Maiden e tantissimi altri. La D’Alessandro e Galli si è tolta tantissime soddisfazioni nel tempo e tanti live ancora ci regalerà.

Quando hai capito che il tuo amore per la musica e la passione per i concerti diventavano una professione?


Prima cosa importante: io sono napoletano e noi nasciamo a “pane e musica”. Potresti definirmi un musicista mancato e la mia passione per l’organizzazione è da sempre accesa. Ricordo che sin dai tempi del liceo organizzavo feste, non ho mai fatto altro nella vita, eccetto il militare che era obbligatorio.

Il primo grande artista seguito da organizzatore?


Premetto: decisi di trasferirmi ancor giovane da Napoli alla Versilia, perché lì c’era la Bussola di Sergio Bernardini – il mio impagabile maestro – e ai tempi era davvero il centro della musica italiana e internazionale. In quel contesto, cominciai ad occuparmi di un mio conterraneo, Peppino di Capri. Poi seguii da subito la grande Sarah Vaughan. Professionalmente sono cresciuto con i grandi del jazz: ho curato i tour di Miles Davis, Nina Simone, Ella Fitzgerald.

David Bowie
David Bowie

Ti interrompo perché sono curioso di sapere se iniziare la carriera seguendo in Italia miti come Miles Davis e Nina Simone, che notoriamente non erano il massimo della simpatia e della disponibilità, ti abbia fatto sudare le cosiddette sette camicie…

Assolutamente no, anzi per me lavorare con Miles Davis è stata una delle esperienze più belle e soddisfacenti. Sai, un artista basta saperlo prendere per il verso giusto. Io lavoro da anni con Elton John e un sacco di gente mi chiede come faccio a mantenere i rapporti con lui immutati nel tempo. Io rispondo sempre: “Facile, basta dargli tutto quello che desidera”. Poi sicuramente conta il fatto che conosco il mio lavoro a 360 gradi: sono produttore, faccio il manager, il promoter e il gestore di locali.

Rispetto ai tuoi inizi, a livello umano e lavorativo, nonostante la tecnologia ci aiuti, oggi la tua professione è più facile o difficile?


Senz’ombra di dubbio oggi è tutto più difficile, decenni fa il contatto umano era predominante, parlavi direttamente con gli artisti e meno con i management. C’era una magia irripetibile e all’epoca i contratti erano di due pagine e via. Oggi passo il 70% della mia giornata a risolvere problematiche e cavilli burocratici. Era tutto più semplice e molto più bello. Se dovessi iniziare adesso questa professione penso che non riuscirei a farcela.

I Rolling Stones al Lucca Summer Festival 2017
I Rolling Stones al Lucca Summer Festival 2017/Foto Di Vincenzo

A proposito di difficoltà penso al vostro ultimo riuscitissimo evento, i Rolling Stones al Lucca Summer Festival.

Ho cominciato a lavorarci dal 2014! Sono stato praticamente uno stalker con la band, li ho seguiti in Argentina, a Cuba, al Desert Trip in California e quasi per stanchezza li ho convinti! Con questo live ho addirittura infranto un tabù dei lucchesi e dell’amministrazione locale, ovvero quello di organizzare uno show davanti alle mura della città.

In effetti una delle peculiarità della tua agenzia è che sempre riuscita a portare le grandi star del pop e del rock in luoghi inusuali e bellissimi. Ci sono luoghi ancora inesplorati che vorresti raggiungere con uno spettacolo?


Dopo quello che ti ho appena detto su Lucca penso di aver raggiunto il massimo della soddisfazione in relazione alla difficoltà ma ti ringrazio della domanda, perché ai lettori vorrei ricordare che ho avuto il coraggio di portare nel 2000 Paul McCartney dentro il Colosseo. Nel 2014 ho organizzato il primo concerto a pagamento al Circo Massimo con gli Stones, abbiamo portato Bob Dylan e Neil Young alle Terme di Caracalla… Il mio sogno era fare un concerto di qualità tecnica superlativa e con il pubblico dentro nell’anfiteatro romano di Pompei e alla fine ci sono riuscito – dopo due anni d’intenso lavoro e preparazione con David Glimour – il 7 e l’8 luglio dello scorso anno e adesso è appena uscito in tutti i formati il superlativo Live at Pompeii.

David Gilmour live a Pompei
David Gilmour live a Pompei

E invece a quali concerti ti sei emozionato di più come spettatore?

Vedendo Stevie Wonder e Roger Waters. Indimenticabili anche i live di Nina Simone e poi di David Bowie. Quando organizzai il suo tour a metà anni ’80 mi dissi: “E adesso? Esiste un dopo-Bowie? Che cosa faccio?”. Se ci penso, alla fine il mio compito è “vendere emozioni” e quando vedo la gente felice ai concerti che organizzo è inevitabile che mi emozioni anch’io.

È interessante che tu organizzi cose pazzesche e di livello globale partendo da Lido di Camaiore…


Vero. Amo questi luoghi e ti dirò che è mia intenzione far rinascere la Bussola Domani.

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