Eventi

I Capri Music Awards hanno l’ambizione di diventare il Sanremo del Sud

La prima edizione della kermesse, con ospiti The Kolors, Rose Villain e Serena Brancale, mostra il desiderio dell’isola dei Faraglioni di essere un punto di riferimento per talenti emergenti e artisti affermati

  • Il19 Luglio 2025
I Capri Music Awards hanno l’ambizione di diventare il Sanremo del Sud

«L’ambizione, tra tutti i vizi umani, è quella che assomiglia maggiormente a una virtù», sosteneva lo storico, politico e senatore romano Sallustio. E ambizione è proprio la parola chiave che racchiude il senso della prima edizione del Capri Music Awards, ospitato il 18 luglio nella cornice della Certosa di San Giacomo. Il festival, che vuole valorizzare il territorio e promuovere un dialogo virtuoso tra arte, storia e contemporaneità, si pone come una nuova tappa di riferimento per la musica live. L’obiettivo, neanche troppo nascosto, è quello di diventare una sorta di Festival di Sanremo del Sud Italia.

Non a caso, nell’affollato parterre della Certosa, erano presenti il sindaco e l’assessore al turismo della città dei fiori. Non una rivalità, quindi, ma una sinergia tra le due amministrazioni comunali messa in moto dal sindaco di Capri Paolo Falco e dall’assessore al bilancio e ai grandi eventi Salvatore Ciuccio. I Capri Music Awards, frutto della collaborazione tra la Città di Capri, Golden Boys Srl, il Porto Turistico di Capri e una rete di partner, non vogliono essere solo un evento spot di intrattenimento, ma un investimento culturale a lungo termine.

I Capri Young Awards

Così come lo storico festival rivierasco, anche il Capri Music Awards è suddiviso in una sezione Big e in una Giovani Proposte. Il concorso Capri Young Awards, riservato agli emergenti under 30, ha visto la partecipazione di oltre 100 candidature in soli dieci giorni. I 20 artisti selezionati

si sono esibiti nella serata del 16 luglio al Teatro Quisisana. A trionfare, ex aequo, sono stati Rich Dragon con il brano Tornerai da me e Cuspide con Teresa. I due vincitori hanno avuto l’onore di esibirsi due giorni dopo in apertura della serata dei Capri Music Awards alla Certosa San Giacomo.

Tornerai da me di Rich Dragon è un brano pop fresco ed estivo, prevalentemente voce e chitarra. Teresa di Cuspide è un coinvolgente pezzo tra pop, dance e funk, sulla scia di artisti campani come Nu Genea e Napoleone. L’attenzione alla valorizzazione dei giovani talenti è stata sottolineata, in conferenza stampa, dal sindaco di Capri Paolo Falco: «Oltre a un taglio di beneficenza, che quest’anno riguarda il delicato tema della violenza contro le donne, abbiamo pensato di fare qualcosa di concreto per il nostro territorio. Vogliamo attrarre i migliori talenti al Capri Young Awards, in modo che i nostri giovani non se ne vadano via in cerca di migliori opportunità e che, appena vogliono, possano ritornare qui. È un progetto che guarda avanti e al tempo stesso celebra la musica italiana di qualità».

Capri Music Awards 2025

«Con il Capri Music Awards abbiamo immaginato un festival che fosse all’altezza della storia e del fascino di Capri, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Non vogliamo solo portare artisti affermati sull’isola, ma creare un contesto che possa accendere i riflettori anche sui giovani, su chi ha talento e sogni da raccontare», ha sottolineato l’assessore al bilancio e ai grandi eventi Salvatore Ciuccio.

Come madrina della prima edizione della kermesse è stata scelta Elisabetta Gregoraci. Con la sua spontaneità, professionalità e presenza scenica, ha accompagnato il pubblico in un viaggio tra arte, bellezza ed emozioni musicali. «Sono molto contenta di essere qui insieme a voi e ringrazio il comune di Capri per avermi voluto così fortemente. Ho sempre amato questa isola, ogni anno vengo in vacanza qui con la mia famiglia e ne sono completamente innamorata. Mi prenoto già per la prossima edizione dei Capri Music Awards!», ha dichiarato la conduttrice in conferenza stampa pre-evento.

La serata live è iniziata con l’esibizione di Petit, nome d’arte di Salvatore Moccia, cantante diventato famoso per aver partecipato alla ventitreesima edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi. Nato a Roma, origini francesi da parte di madre e napoletane da parte di padre ha proposto un set energico e coinvolgente. I suoi brani mescolano melodia napoletana con ritmiche urban e reggaeton, tra momenti di romanticismo e voglia di divertirsi.

Dopo di lui è la volta del napoletano Settembre, fresco trionfatore di Sanremo Giovani 2025 con la delicata ballad Vertebre, che ben racconta gli struggimenti sentimentali della Gen Z. Settembre, oltre ai suoi successi, ha proposto diverse cover. Da Stavo pensando a te di Fabri Fibra ad Amandoti (meglio conosciuta come Amami ancora) dei CCCP, fino all’originale medley tra Je so pazzo di Pino Daniele e Crazy dei Gnarls Barkley.

Anche il terzo cantante della serata, il rapper e cantautore CoCo (pseudonimo di Corrado Migliaro), è originario di Napoli. Le atmosfere cosmopolite della capitale britannica sono evidenti nelle sue canzoni, che hanno forti influenze funk e urban, pur se cantate in italiano. Il suo show attinge dagli album La vita giusta per me, Acquario (disco d’oro), Floridiana, Bromance insieme a Mecna e Mai più forse. Il pubblico apprezza particolarmente i singoli Topless e Qualcosa da bere, incisi entrambi con Luchè, eroe del rap partenopeo.

Il poker di artisti Made in Naples è completato dai The Kolors. Il gruppo pop-funk di maggiore successo in Italia, grazie anche a un frontman e chitarrista carismatico come Stash. La loro è un’esibizione scoppiettante e “all hits”(Karma, Tu con chi fai l’amore, Un ragazzo una ragazza, Italo Disco). Di livello internazionale, fa alzare in piedi a ballare tutto il pubblico della Certosa di San Giacomo. Il funky-pop dei The Kolors è una boccata d’ossigeno per il pubblico che non si accontenta di due/tre suoni digitali creati al pc.

Anche Rose Villain è senza dubbio una delle artiste più in hype del panorama italiano. Ha raggiunto la consacrazione grazie a tre album di successo. Rose ha capitalizzato al meglio le sue due partecipazioni a Sanremo 2024 e 2025 dove ha portato, con grande fortuna, due canzoni peculiari, per metà ballad e per metà urban-dance. E proprio le hit sanremesi Click Boom! e Fuorilegge hanno entusiasmato le spettatrici più giovani dei Capri Music Awards, che conoscevano a memoria le sensuali coreografie dei brani. Molto apprezzati dal pubblico anche i brani Fragole e Oh Mamma Mia, incisi in duetto rispettivamente con Achille Lauro e Guè.

Gran finale di serata con l’energia, il talento esuberante e la comunicativa unica di Serena Brancale. L’artista barese, negli ultimi anni, è passata gradualmente dal jazz e dall’r&b a un originale mix tra urban e folk. Il suo show ha preso il via con La zia (che è ormai il soprannome di Serena tra i fan), irresistibile ponte sonoro tra Mediterraneo e Medioriente. La zia è una figura che torna spesso nelle sue canzoni. Il significato lo ha spiegato in alcune interviste la stessa Brancale: «È la classica donna barese che mi piace immaginare. Che porta da mangiare ai bambini gli involtini di carne, gli ngummridd. Questa zia buona che cucina, ma che la sera ha un lato oscuro perché spaccia, una zia che è anche un boss dei maschi».

Non poteva mancare, all’esibizione dell’artista barese, la sua celebre Baccalà. Un rap in dialetto barese stretto nato per caso durante un viaggio in treno e poi diventato un fenomeno virale su TikTok. Non bisogna dimenticare che Serena è un’artista con i fiocchi. Soprattutto dal vivo, come dimostrano le sue originali interpretazioni di Ornella Vanoni e di Guarda che luna di Fred Buscaglione. Tutti i brani vengono eseguiti dalla cantautrice pugliese con l’ausilio della loop station. Il finale della sua esibizione è quasi obbligato, con il successo sanremese Anema e Core, che spazia tra world music, pizzica e latin pop.

Serena ha raccontato al pubblico del Capri Music Awards che l’idea della canzone è nata proprio sull’isola dei Faraglioni, durante una vacanza del 2015 con la sua migliore amica napoletana. «Dieci anni fa sono stata con la mia amica alla famosa taverna Anema e Core, una serata indimenticabile. Lei si è innamorata di un ragazzo barese, che poi ha sposato. Capri fa questo effetto, è magica».

Una magia che Capri ora vuole sfruttare anche nella musica. Forte di una location unica al mondo e dell’ambizione di diventare un punto di riferimento per i giovani cantanti come per gli artisti affermati.

Articolo di Gabriele Antonucci

Share: