Interviste

Essence of BAEKHYUN

L'artista K-pop e componente degli EXO si racconta in una lunga intervista, dopo essersi esibito per la prima volta in Italia

Essence of BAEKHYUN
Autore Samuele Valori
  • IlAgosto 22, 2025

Fantasticare è un’arte. Immaginarsi degli scenari verosimili nella speranza che prima o poi si possano realizzare. Lo scorso 20 luglio, al Fabrique di Milano, tanti dei fan presenti hanno visto prendere vita uno dei loro desideri. BAEKHYUN, componente gli EXO, uno dei gruppi storici della seconda generazione K-pop che non è mai passato per l’Italia, che sale sul palco e si esibisce per due ore. Per lui, quello appena concluso, è stato il primo tour mondiale solista, in supporto al suo quinto mini-album Essence of Reverie. Nonostante nel corso dello show e anche nell’intervista BAEKHYUN riveli quanto soffra ancora un po’ la tensione prima di ogni concerto, dalla prima all’ultima canzone si è dimostrato un performer a tutto tondo, sicuro di sé pure quando non ha i ballerini attorno né una coreografia da portare avanti.

«Mi sento ancora nervoso quando mi esibisco per la prima volta sul palco» ci spiega qualche settimana dopo la sua prima esibizione nel nostro Paese. Negli ultimi tempi la sua carriera è un po’ cambiata: i rapporti tesi con SM Entertainment, la creazione della propria etichetta INB100 l’hanno spinto a concentrarsi sulla propria crescita artistica professionale. I suoi ultimi lavori solisti infatti sono ancora più vicini all’R&B: «Le canzoni che mi piacevano e che trovavo fighe quando ero più giovane continuano ad attirarmi. Così ho pensato che, almeno per i miei album da solista, volevo provare a cimentarmi nel genere che amo» ci spiega. Nonostante gli EXO-L continuino ad apprezzarlo in ogni sua veste, BAEKHYUN rimane un perfezionista, come lo era quando era un trainee.

«Durante quei sette mesi, ho percepito i miei limiti. È stato allora che ho iniziato a guardarmi con occhio più critico» ricorda. Per cui da allora il suo mantra è stato sempre lo stesso. Migliorare, scoprirsi e ancora migliorare perché per far sì che la musica restituisca al pubblico la gioia e la spensieratezza dell’infanzia, non basta viaggiare con la fantasia.

BAEKHYUN al Fabrique di Milano, 20 luglio 2025

L’intervista a BAEKHYUN

Com’è stato il primo impatto con il nostro Paese?
Sono rimasto davvero sorpreso dalla bellezza della città non appena sono arrivato a Milano! Come ho detto sul palco, il giorno del mio arrivo sono andato a mangiare la pasta ed era deliziosa. La temperatura era perfetta e tutto mi sembrava un momento rilassante. Quella sera, passeggiando per le vie, ho pensato che la prossima volta che verrò in Italia, vorrei trascorrere qui una vacanza in pieno relax.

Vedendoti sul palco mi sono chiesto come sia esibirsi da soli dopo averlo fatto per molti anni con una band. Quale è la differenza?
La differenza più grande è sicuramente la pressione di dover riempire più di due ore da solo. Esibirsi da solista è molto più difficile. Una grande ruolo però come al solito ce l’hanno i fan. Grazie al sostegno e all’energia degli EXO-L, che sono sempre con me e in qualche modo mi aiutano anche a creare lo spettacolo, la gioia che provo sostituisce la tensione.

Hai parlato spesso dei dubbi che avevi prima del tuo primo tour mondiale da solista. Quali erano le cose che ti preoccupavano di più?
Essendo la mia prima volta da solista e sapendo che avrei incontrato fan di tutto il mondo, mi chiedevo in continuazione:«Si saranno ricordati di me? Mi avranno aspettato?». Ora che ho completato il tour in Sud America, Nord America ed Europa, sono immensamente grato dell’accoglienza che ho ricevuto. Mi sento persino un po’ in colpa per aver avuto dei dubbi al riguardo. Tornerò più spesso con spettacoli sempre migliori.

Sei senza dubbio un perfezionista. Anche durante il concerto continuavi a dire che avresti lavorato per migliorare. Cosa pensi di dover ancora imparare?
Certo. Credo di avere ancora molti punti interrogativi dentro di me. Ci sono così tante cose che vorrei fare e così tante cose su cui devo lavorare. Ecco perché continuo a voler studiare, soprattutto per incrementare le mie capacità vocali.

Ultimamente hai anche iniziato a lavorare a livello di produzione musicale. È un settore che ti affascina?
Ecco, per esempio, penso che questa sia un’altra sfida. Mi dà più responsabilità e affetto per la musica. Ci sono molte più cose a cui pensare, quindi a volte è opprimente, ma mi diverto.

BAEKHYUN intervista al Fabrique di Milano, 20 luglio 2025
BAEKHYUN al Fabrique di Milano, 20 luglio 2025

Come gestisci l’ansia da prestazione?
Dedico molto tempo al riscaldamento del corpo e della voce. Poi faccio un lavoro psicologico. Piuttosto che chiedermi “Ce la posso fare?”, punto o mostrare una versione sicura di me stesso e mi dico: “Ce la posso fare alla grande!”. E continuo a ripetermelo in continuazione.

In che modo hai scelto le canzoni della scaletta, avendo già pubblicato diversi album da solista?
Ho pensato di dividere lo spettacolo in due parti, una dedicata al canto e l’altra alla danza. In questo modo volevo conferire una struttura e un ritmo più chiari allo show.

Nel corso del concerto ci sono due canzoni che occupano una posizione di spicco. La prima è Elevator, il singolo di punta di Essence of Reverie.
Quella canzone è nata da un momento di riflessione a livello creativo. Fino a ora, lavorando ai primi quattro mini-album, mi ero sempre basato sul mio gusto personale del momento e sugli stati d’animo che stavo vivendo. Questa volta ho pensato che sarebbe stato significativo guardare indietro e cercare di cogliere maggiormente la musica che gli EXO-L preferiscono e ciò che si aspettano da BAEKHYUN come artista. Certo, non è facile indovinare i gusti di qualcuno. Elevator esprime proprio questa sensazione. Il loro spazio interiore che non posso leggere me lo sono immaginato come un ascensore e attraverso questo brano è come se salissi e scendessi in continuazione.

E poi c’è Late Night Calls che canti spesso insieme ai fan. Sul palco del Fabrique hai rivelato che è una canzone che significa molto per te. Mi racconti qualcosa di più?
L’ho scritta pensando al periodo durante il quale, dopo le lezioni di canto, facevo delle dirette streaming per incontrare gli EXO-L. In quelle occasioni si parlava dei nostri sentimenti, si ascoltava musica insieme, insomma si condividevano i nostri piccoli momenti quotidiani. Il più delle volte era una sorta di ultima “chiamata” prima di andare a dormire. Così scrivendo questa canzone ho rivissuto quelle sensazioni. L’ho immaginato come un pezzo che potesse essere una ninna nanna cantata al telefono.

Uno dei concept dello spettacolo è la spensieratezza. Durante il concerto hai detto che volevi che il pubblico provasse le stesse sensazioni di un bambino in un parco divertimenti. Come ti è venuta questa idea?
Al giorno d’oggi, lo stress è qualcosa con cui tutti abbiamo a che fare, ma non abbiamo spazi adeguati per alleviarlo. Volevo che tutti cantassero, urlassero e ballassero insieme per scaricare un po’ di quelle sensazioni negative. E dato che le persone dedicano il loro tempo prezioso per venire a vedermi, volevo assumermi la responsabilità di rendere l’esperienza gratificante e di lasciarle un ricordo felice.

Scrivere canzoni ed esibirti ha anche lo stesso effetto su di te?
Sì, anzi, in particolare mentre lavoravo a questo quinto mini-album, mi sono sentito quasi come un bambino. Soprattutto quando scrivendo mi capitava di tornare con la mente ai primi ricordi con i fan. In fin dei conti abbiamo trascorso tredici anni insieme, crescendo fianco a fianco e condividendo gioie e dolori. Essence of Reverie è stato un viaggio nel tempo al BAEKHYUN e agli EXO-L del passato. In questo mi ha ridonato quella sensazione infantile.

BAEKHYUN intervista al Fabrique di Milano, 20 luglio 2025
BAEKHYUN al Fabrique di Milano, 20 luglio 2025

Hai detto spesso che cerchi sempre di mantenere la musica lontana dalla tua vita privata. Riesci a farlo completamente?
È davvero complicato riuscire a scrivere che canzoni che in un modo o nell’altro non parlino di me stesso. Allo stesso tempo però credo che le persone vivano esperienze molto simili. Quindi, purché ci sia un tema con cui è possibile identificarsi, provo a separare e lavorare sulla musica senza mescolarla troppo alla mia storia personale.

Quindi alla fine quale aspetto vince: la musica è più un modo per fuggire dal mondo reale o per parlarne?
Penso che possa essere entrambe le cose. Tendo però a parlare della realtà attraverso la musica. Lo preferisco.

Il mondo del K-pop è sempre più influenzato dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale. Questa cosa ti spaventa o ti stimola?
Penso che uno dei punti di forza del K-pop sia che non è limitato da alcun genere. Con lo sviluppo della tecnologia sono convinto che sia in grado di evolversi bene di pari passo con tali progressi. Naturalmente, ci sono aspetti su cui dobbiamo essere cauti, ma vedo la situazione in modo positivo.

Sei uno dei simboli del genere. Cosa ricordi dei tuoi esordi come idol e cosa consiglieresti a un giovane che sta per debuttare?
Ciò che ricordo di più è quando i fan hanno gridato il mio nome e mi hanno applaudito durante il primo showcase degli EXO. Ero solo una persona normale, ma grazie al loro affetto sono diventato un “artista”. Quel momento è stato davvero speciale e indimenticabile. Anche se dovessi dimenticare tutto il resto, non vorrei mai dimenticare quel primo impatto con gli EXO-L. A chi sta per debuttare, invece, direi che è importante mostrare una crescita continua.

Tutti sanno che durante il liceo suonavi in una rock band (Honsusangtae). Qual è stato il primo impatto quando sei diventato un idol K-pop, un genere e un mondo completamente diversi?
All’inizio l’emozione di essere completamente immerso nel mondo del palcoscenico e di offrire una performance perfetta è ciò che mi ha spinto ad andare avanti. E continua a ispirarmi ancora oggi. Ma durante il breve periodo di trainee di 7 mesi, ho sicuramente percepito i miei limiti. È stato allora che ho iniziato a guardarmi con occhio più critico, per identificare sia ciò che mi mancava sia ciò in cui ero bravo.

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