Interviste

Kuremino è oro nel cemento

Classe 2000, il rapper di Rho ha pubblicato a settembre il suo primo EP, "9K", con cui si è confermato una delle penne più interessanti e particolari della nuova scena

Kuremino è oro nel cemento
Autore Greta Valicenti
  • IlGiugno 12, 2025

GEN B è il nuovo format editoriale di Billboard Italia che vuole dare agli emergenti più interessanti in circolazione lo spazio che meritano. Una serie di cover digitali che approfondiscono a tutto tondo le next big thing della scena scelti direttamente dalla redazione, che ogni mese punterà su due artisti che hanno dimostrato di avere quel quid per fare il grande salto. Il nuovo protagonista è Kuremino.

Kuremino indossa giacca Iuter, pantaloni Necsa, cintura Malacoda e collane personali
Foto: Federico Gea
Creative director: Pierfrancesco Gallo
Styling: Sofia Spini
Ass. styling: Francesca Latini, Giorgia Calia
Producer: Nicholas Luca

La provincia è un universo a parte per il rap italiano. Così vicina in linea d’aria alla città, a volte pare lontanissima per abitudini e possibilità. È lì però che – come la storia del genere ci insegna – talvolta si nascondono i grandi talenti, spesso e volentieri mossi dalla noia che quel luogo può suscitare, dalla voglia di evadere e con la cui scrittura è più immediato empatizzare. Negli ultimi anni Rho – provincia ovest di Milano – è stata al centro della narrazione grazie a Rhove, e la sua esplosione ha permesso di accendere i riflettori sulla zona e ha dato modo di far conoscere un altro nome locale: Kuremino.

Classe 2000, Mattia è tutto il contrario di ciò che potrebbe apparire: lo dice in Addosso, quando ricorda che “non sono cattivo, sono pieno di odio”, e ascoltando 9K – il suo primo EP uscito a settembre, una piccola perla che, se non avete ascoltato, dovete assolutamente recuperare – si capisce immediatamente che dietro l’immagine da duro (che è comunque real) c’è una penna sensibile, riflessiva e poetica che racconta la quotidianità del quartiere con un punto di vista e una modalità assolutamente personali (non fosse altro che ha fatto del rappare sulla garage il suo tratto distintivo) che lo rendono una scheggia d’oro nel cemento.

Lo abbiamo incontrato nel suo studio per la sua prima intervista e ci ha raccontato di quando – insieme a Rhove, Germo e Madfingerz – girava la Lombardia per i contest di freestyle, dei suoi miti nel rap, di come ha trovato la sua direzione e dei suoi sogni per il futuro.

L’intervista a Kuremino

Quando hai scoperto il rap?
Molto presto, da ragazzino. Mio fratello aveva un mp3 in cui c’era Mr. Simpatia, e quando mia madre si accorgeva che lo stavo ascoltando me lo toglieva! Ero alle elementari, ancora non capivo bene. La svolta è arrivata alle medie: un mio amico mi ha fatto sentire Death USB di Salmo e da lì mi si è aperto un mondo, ho iniziato ad ascoltare di tutto, in particolare Mezzosangue, che è venuto anche a vedermi a un mio live. Mi sembrava assurdo che potessero esistere dei rapper con la maschera e mi sono detto “voglio farlo anche io”. Così ho iniziato a scrivere e basta, nemmeno sul beat. Ho iniziato a fare i primi pezzi con Germo. A 15 anni poi abbiamo conosciuto Madfingerz e abbiamo cominciato a fare cose con lui.

Madfingerz: io avevo uno studio a Garbagnate in un box e avevo iniziato a lavorare con Germo. Dopo pochissimo ho conosciuto anche lui e ho scoperto che erano un gruppo.

E poi?
Da lì abbiamo iniziato a girare tantissimo, facevamo un sacco di contest di freestyle. I primi li ho fatti in Barona. Abbiamo suonato in posti assurdi, montando le casse per strada stando lì a rappare anche 3 o 4 ore di fila con quei pochi pezzi che avevamo e che facevamo a nastro.

Madfingerz: eravamo su un marciapiede davanti a un parrucchiere! Poi mi ricordo in particolare una serata in cui siete arrivati in tantissimi e avete fatto così tanto casino sul palco che avete fatto cadere le transenne!

Cosa ti piace di più di Kuremino?
Madfingerz: umanamente parlando che è una persona molto corretta, è un ragazzo con dei principi. Artisticamente la scrittura. Riesce a creare delle belle immagini e ti fa entrare in quello che scrive.

Madfingerz indossa giacca Carhartt WIP
Foto: Federico Gea

Prima mi hai parlato di Salmo e Mezzosangue: perché proprio dei rapper mascherati?
Mi ha sempre affascinato questa cosa dell’anonimato. Nei miei primi pezzi non mi facevo vedere, forse temevo un po’ il giudizio, in primis il mio. Sono uno che pensa tantissimo, un problema me lo vivo con un’intensità moltiplicata per dieci. Vedevo che usciva musica di livello e io magari non mi sentivo all’altezza. Rhove in questo mi ha dato una grande mano. Lui era già con la giusta mentalità. Mi diceva “se tu vuoi spaccare il tuo pezzo deve essere forte come quelli che escono”. Di indole poi sono anche molto timido: ho lavorato tanto su questa cosa e mi sono sbloccato. Per fortuna l’ho fatto da ragazzino e non più tardi!

Quanto è stato importante il fatto che lui ce l’abbia fatta?
Tantissimo. Senza di lui io non ci sarei stato. Lui ci ha sempre tenuto tantissimo a me e al mio progetto. Anche quando non pubblicavo lui mi portava in studio, mi faceva conoscere un sacco di persone. Rhove si merita tutto il successo che ha. 

Quando hai capito che le cose stavano iniziando ad andare nella direzione giusta?
Forse non è la cosa più romantica del mondo, ma quando ho visto salire le visualizzazioni di Problem Solver

E nel 2024 è arrivato 9K.
Un EP che parte dal concetto dell’oro 9 carati, che è quello più economico in commercio. Volevo dare l’idea dell’oro nel cemento, che ha ancora un valore minimo che però può crescere. Infatti mi piacerebbe arrivare a fare 24K!

Come hai iniziato a rappare sulla garage?
L’ho fatto quasi inconsapevolmente. Ero innamorato di The Island Chainsaw Massacre di Salmo e lui in quell’album rappava su beat proprio diversi da tutti e quella cosa mi faceva impazzire. Sono sempre stato fan delle cose pazze. Un giorno ero in studio a un ragazzo mi ha fatto sentire un rapper francese emergente che mischiava la drill e la garage e questa cosa mi ha dato proprio una nuova linfa.

Ti sentivi bloccato?
Più che altro era un periodo in cui mi annoiavo, non uscivo con un pezzo da tanto tempo e quindi sperimentavo il più possibile con vari generi. Quando ho sentito quella roba ho detto: cazzo, è questa la mia chiave. Posso andare crudo, posso fare delle robe più profonde. A me piace sempre dare un tocco poetico, anche nella grezzata, e 9K mi ha fatto capire la direzione che voglio seguire.

kuremino
Kuremino indossa t-shirt Natural, giacca Necsa, pantalone Saio, cintura Archivio Isterico e collane personali
Foto: Federico Gea

Ci sarà anche un album?
Sicuramente, ci sto già lavorando. Ho tantissimi pezzi e questa cosa mi crea un casino devastante!

Da poco hai fatto una posse con Vegas Jones, Flaco G, Don Pero e Helmi. 
Vegas è un grande, ci siamo incrociati la prima volta in una situazione assurda e ci siamo subiti presi bene, ci siamo proprio trovati. Io poi sono sempre stato un suo grande fan, è un rapper fortissimo.

C’è qualcosa che non ti piace del rap oggi?
Mi spiace che si sia un po’ perso quel senso di aggregazione, quella cosa di beccarsi non solo in studio, ma anche solo per bere una birra assieme, fare una cena o anche solo dire “facciamo un feat perché spacchi”. Vorrei ci fosse più unione. 

E nel tuo futuro cosa vedi?
Vorrei fare un mio live e sto lavorando sodo perché accada. Alla fine io sono ancora un emergente, anche se magari la gente vede i numeri di Mattone con Papa V e Nerissima Serpe e pensa il contrario. A me non interessa essere famoso come Bruno Mars o avere chissà che cosa. Non voglio diventare una star, anche perché non sembra ma è difficile esserlo: ci sono tante luci ma anche tante ombre, è un qualcosa che ti esplode in mano. Voglio avere il mio pubblico che mi segue e mi apprezza, girare l’Italia con i miei amici e poi anche girare un po’ il mondo, quello mi piacerebbe.

Kuremino indossa total look Natural, scarpe Milano Sneakers House
Foto: Federico Gea

E se dovessi scegliere un altro posto dove vivere che non sia Rho?
Barcellona, senza dubbio. Mi piacciono i posti col caldo e il mare.

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