Interviste

Stray Kids, stay limitless

Abbiamo intervistato Bang Chan, Lee Know, Changbin, Hyunjin, HAN, Felix, Seungmin e I.N in vista dell'unica data italiana del loro tour mondiale all'Olimpico di Roma

Stray Kids, stay limitless
Autore Samuele Valori
  • IlLuglio 18, 2025

È una calda giornata di fine giugno e per un attimo mi rendo conto che, nonostante gli oltre 6mila chilometri che ci separano e le sei ore di fuso orario tra l’Italia e la cosa est degli Stati Uniti, c’è una cosa che ci accomuna. Io e gli Stray Kids siamo entrambi in un hotel, in trasferta e alle prese con uno schermo: è passato poco meno di un anno dall’intervista del luglio scorso nel backstage degli I-Days di Milano (tra i concerti più redditizi del 2024 in Italia). Bang Chan, Lee Know, Changbin, Hyunjin, HAN, Felix, Seungmin e I.N sono più rilassati, sebbene nel pieno della leg statunitense del loro World Tour <dominATE> che il prossimo 30 luglio approderà a Roma.

«Adesso che siamo negli Stati Uniti mi sto rendendo che sto mangiando più cibo coreano che americano. È una cosa piuttosto strana» dice Lee Know. A lui fa seguito il resto del gruppo, tra cui Seungmin che mi rivela che non vede l’ora di andare allo Yankee Stadium a vedere la partita di baseball. Tra un racconto e l’altro, la band ricorda con molto piacere la prima esperienza nel nostro Paese. Faccio notare a Bang Chan, che sorride e apprezza, che sulla camicia bianca che indossa è disegnato il volto di Dante Alighieri, una delle colonne della letteratura italiana. Dentro di me mi piace pensare che non sia una coincidenza.

Chiacchierando con loro ho infatti capito una cosa: gli Stray Kids non lasciano nulla al caso. Non solo per quanto riguarda la loro musica, ma anche per come gestiscono la loro amicizia e il loro approccio sotto e fuori dai riflettori. «Siamo una famiglia ormai» dice senza troppi giri di parole HAN mentre il resto del gruppo approva urlando e ridendo. Anche se colui che genera più ilarità e che scatena il resto dei membri a ogni risposta è Changbin.

Questo affiatamento si riflette nei loro brani più spontanei, quelli che sono al di fuori di un concept definito, come Mixtape: dominATE che hanno deciso di inserire nella lunga scaletta dei loro concerti. Sono proprio le emozioni e le suggestioni le uniche cose che non si possono programmare. Vanno raccolte e registrate. Infatti, come rivela Bang Chan, anche durante queste date del tour stanno scrivendo nuovi brani.  

Il prossimo 30 luglio gli otto componenti porteranno il loro show allo stadio Olimpico di Roma. Essendo parte della loro tournée e non di un festival, sarà uno spettacolo diverso da quello milanese. Più lungo, costruito e ricco di snodi. Alla fine dell’intervista dello scorso anno, I.N mi aveva svelato che il loro prossimo obiettivo come Stray Kids era di abituarsi a concerti grandi. Infatti, dopo il successo di ATE, che ha debuttato al primo posto della Billboard 200, è arrivata questa lunghissima tournée mondiale negli stadi. Anche stavolta è stato lui a parlare di futuro: «Andare avanti e scrivere canzoni oneste sperando che gli STAY continuino ad amarci».

Fa tutto parte di un percorso di crescita che non si ferma mai, come spiega Hyunjin: «Trasformare le debolezze in punti di forza e diventare la versione migliore di noi stessi». In sintesi: non porsi limiti, anche quando si è consapevoli di essere arrivati in vetta.

L’intervista agli Stray Kids

Siete in giro da diversi mesi oramai e Roma sarà la tappa finale della leg europea del World Tour <dominATE>. Come state vivendo questo periodo?
Seungmin:
Questa lunga serie di concerti mi sta dando la possibilità di incontrare tanta gente di altrettanti paesi differenti. Fino a qualche anno fa mi chiedevo spesso: “Sarà davvero possibile un giorno, per noi, esibirci in posti così lontani?”. Sono rimasto, più di ogni altra cosa, stupito da quanti fan ci siano anche in luoghi che non avrei mai immaginato di visitare. Abbiamo conosciuto STAY di ogni parte del mondo e in ciascuno stadio, nonostante la barriera della lingua, ho percepito il loro amore. Nel mio piccolo sento un profondo senso di gratitudine quando penso a questo tour. Per me è un’esperienza importante anche a livello personale, oltre che artistico.

Con tutti questi concerti ravvicinati, come gestite il tempo libero?
Hyunjin:
Quando posso vado spesso a fare shopping, da solo o anche con gli altri. Oppure andiamo alla ricerca di ristoranti coreani. Tra i momenti più belli devo dire che c’è quello passato a Orlando, quando abbiamo giocato a calcio.

Bang Chan: Anche io adoro fare shopping quando ho un momento libero. Altrimenti resto in hotel a giocare.

Felix: A me invece piace molto uscire. In questi giorni sto visitando molti luoghi, facendo un po’ il turista, e sto anche mangiando molto.

Changbin: Per me il tempo libero è esercizio, shopping, mangiare e ovviamente riposare.

Seungmin: In questi giorni sto giocando a baseball. Conto di andare allo Yankee Stadium per vedere una partita dal vivo (e il giorno dopo ha esaudito il suo desiderio, n.d.r.).

HAN: Io passo molto tempo in palestra, oltre a mangiare cibo coreano.

I.N: Penso di essere abbastanza simile agli altri membri. Di solito vado a fare shopping, mi alleno e gioco. Quando mi riposo un po’, di solito cerco di stare a letto il più possibile.

Lee Know: Io non faccio nulla, davvero. L’unica cosa è guardare gli anime.

Avete anche avuto modo di scrivere qualcosa di nuovo tra un concerto e l’altro?
Bang Chan: Sì, la maggior parte delle volte, quando siamo in tournée, è probabilmente anche il momento in cui lavoriamo a un progetto. E posso dire che anche durante questo tour abbiamo lavorato a nuovo materiale.

La scorsa estate nell’intervista prima del concerto agli I-Days di Milano, avevi parlato del fatto che trovate gli Stray Kids trovano l’ispirazione ovunque per scrivere canzoni. C’è qualcosa che vi ha ispirato in particolare durante questi mesi in giro per il mondo?
Bang Chan:
Beh durante il tour sperimentiamo continuamente nuove atmosfere e ambienti e, anche quando non andiamo in giro a visitare i luoghi che ci ospitano, riceviamo comunque degli stimoli. Sicuramente lo scenario naturale è una delle fonti principali di ispirazione perché da un posto all’altro cambia molto. Per esempio, proprio questo aspetto mi ha spinto a scrivere una canzone e chissà che non venga fuori altro.

Nei vostri ultimi progetti avete sperimentato molto, soprattutto con HOP: come avete ideato il concetto di SKZHOP HIPTAPE?
Bang Chan:
Volevamo creare qualcosa di unico, qualcosa che solo noi potessimo concepire. Ecco perché abbiamo scelto nomi come Stray Kids’ HOP, SKZHOP e HIPTAPE. Ultimamente su internet stanno nascendo nuovi generi, o forse meglio chiamarli stili, come CHILLHOP, JAZZHOP e via dicendo. Poiché “HOP” ha molti significati diversi, ho pensato: “Perché non adottarlo e usare SKZHOP per rendere il nome HIPTAPE un po’ più divertente?”.

Nelle date del tour avete incluso in scaletta anche i brani di Mixtape: dominATE. Come avete scelto e in che modo sono nate le quattro coppie dei brani?
Bang Chan:
In realtà per me e Hyunjin è stato piuttosto semplice, dato che avevamo lavorato insieme su una canzone in passato, Red Lights (NOEASY, 2021 n.d.r.). Volevamo provare a realizzare un altro brano d’impatto e soprattutto avevamo voglia di sfidare di nuovo noi stessi.

Felix: Anche io e HAN avevamo già lavorato insieme a una canzone e per questo motivo abbiamo scritto TRUMAN in davvero poco tempo. Avevamo le idee chiare e sapevamo con precisione cosa volessimo mostrare ai nostri fan. Volevamo regalare agli STAYs qualcosa di energico che ricordasse il mood dei festival. Siamo davvero felici di esserci riusciti dandogli anche un tocco dei nostri colori personali.

Changbin: Io e I.N avevamo idee molto simili sulla direzione artistica da prendere. Da un lato c’era la sua energia giovanile e brillante, dall’altro il mio potente sostegno e tifo nei suoi confronti (tutti gli altri ridono, n.d.r.). Volevamo mostrare un’immagine da rockstar attraverso questa nostra intesa.

Seungmin: Dal momento in cui io e Lee Know abbiamo saputo che il tour si sarebbe svolto negli stadi abbiamo tentato di scrivere un pezzo che creasse un’atmosfera romantica e sognante nel mezzo dell’energia.

Proprio in CINEMA, come in Stray Kids, parlate di amicizia e dell’unione che vi caratterizza. C’è un verso che mi ha colpito: «Never stop writing down, until I capture the best scene». Ritenete di aver già scritto e vissuto la vostra scena migliore?
Lee Know:
Credo di stare ancora scrivendo e cercando la mia “scena” migliore. Quindi probabilmente non saprò mai quando la starò vivendo esattamente. Credo che arriverà il giorno in cui, ripensando a un determinato momento, mi renderò conto: “Oh quella è stata davvero la migliore”. Ma per il momento sono convinto che debba ancora trovarla.

Seungmin: Anche se CINEMA è una canzone che non coinvolge tutta la band, fin dall’inizio ci abbiamo lavorato pensando che tutte e otto le nostre voci sarebbero state incluse. Abbiamo sempre immaginato di eseguirla tutti insieme sul palco dello stadio. Ancora oggi, in tutte le cose che proviamo, ci affidiamo l’uno all’altro per guardare avanti. Quindi, personalmente, sento che stiamo ancora scrivendo i nostri momenti migliori insieme.

Come è cambiato il vostro rapporto in tutti questi anni di vita a stretto contatto?
HAN:
Quando ci siamo incontrati all’inizio eravamo colleghi con gli stessi obiettivi e sogni. Trascorrendo sempre più tempo insieme e condividendo molte cose, siamo diventati più vicini e abbiamo costruito un forte legame. Abbiamo attraversato insieme ogni sorta di alti e bassi, quindi il nostro rapporto e la nostra vicinanza vanno al di là di ciò che si può descrivere con una sola parola. A questo punto, non è esagerato dire che siamo come una famiglia. Siamo incredibilmente uniti e sono davvero grato di avere qualcuno su cui posso sempre contare.

ESCAPE, invece, è una canzone apocalittica in cui le vulnerabilità diventano punti di forza. Qual è il rapporto che avete con le vostre debolezze e i vostri difetti?
Hyunjin
: Sì, è vero c’è un’atmosfera apocalittica. Il messaggio principale è più che altro quello di liberarsi da un senso di oppressione. In questo ESCAPE si lega alla nostra canzone precedente. Red Light esprimeva la sensazione di essere legati e schiacciati da se stessi, il nuovo brano parla dell’opposto: la liberazione. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di identificare e superare le mie debolezze e i miei difetti. Un giorno voglio diventare la versione più matura di me stesso, qualcuno che ha superato tutte le sue difficoltà. Vorrei trasformare le mie debolezze in punti di forza.

A tal proposito in Burnin’ Tires parlate proprio di resilienza e resistenza, mescolando hip hop e rock.
Changbin:
Sì, ho preso ispirazione da vari artisti che ammiro molto per lo stile. Con questa canzone volevamo dare energia. Volevo che chi l’ ascoltasse fosse spinto dalla voglia di muoversi e andare avanti senza sentire la stanchezza.

TRUMAN invece tratta del vostro rapporto con il successo. Come riuscite a mantenere l’equilibrio tra vita privata e vita da celebrità?
Felix: Ogni volta che siamo in tournée, o meno, credo che gli STAY vedano molti lati diversi di noi, dall’essere brillanti sul palco all’essere divertenti. Ma anche dietro le quinte siamo sempre molto spigliati e sono convinto che ognuno di noi sia particolare e unico a modo suo. Potrei descrivere il gruppo come un insieme. Per questo mostrarci e coniugare la vita on e off the records non è così difficile. Noi siamo sempre fedeli a noi stessi. Quello che facciamo vedere è quello che siamo davvero. Quindi è facile gestire le due cose.

Quale pensate che sarà il futuro del K-pop, musicalmente parlando? Rispetto a quando avete iniziato, avete notato qualche cambiamento importante?
Changbin:
Oggi molte persone in tutto il mondo stanno scoprendo e sperimentando con i vari elementi del K-pop e spero che tutto il movimento continui a ricevere amore e attenzione come ora. Affinché ciò accada, credo che sia giunto il momento, non solo per noi, ma per tutti gli artisti che lavorano in questo settore, di muoversi verso la creazione di nuovi percorsi. Abbiamo la responsabilità di continuare a esplorare e studiare come il genere possa diventare un’esperienza culturale ancora più trendy e piacevole. Quando abbiamo debuttato, non credevo che sarebbe diventato così popolare a livello globale e penso che sia tutto merito di molti artisti straordinari che ci hanno aperto la strada. Seguendo il percorso che hanno tracciato, siamo stati in grado di mostrare i nostri colori e la nostra identità ad ancora più persone.

Cosa vorreste che gli STAY provassero alla fine del vostro concerto, tornando a casa?
Hyunjin:
Spero sempre che i nostri live lascino un’impressione duratura ai nostri fan. Ogni volta che vado a un concerto di un artista che ammiro, riascolto sempre la sua musica una volta arrivato a casa. Le emozioni e le sensazioni persistenti del concerto rimangono con me per molto tempo. Spero che anche gli STAY provino le stesse cose e che, tornando a casa, pensino: “Mi è sembrato un sogno”.

E il vostro prossimo sogno quale è?
I.N: Credo che il nostro obiettivo più grande sia continuare a scrivere canzoni che riflettano il nostro colore, senza perdere la nostra identità. Ma più di ogni altra cosa, la mia speranza è che gli STAY continuino ad amare la nostra musica e a stare sempre al nostro fianco.

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