Victoria & Ashnikko, Welcome to Daddy Town
Il progetto solista della bassista dei Måneskin si è appena arricchito di un nuovo, provocatorio capitolo: il singolo “Daddy”, realizzato in collaborazione con una delle più eclettiche artiste del mondo

Victoria ci ha preso gusto e l’ha fatto di nuovo. Il suo progetto solista in cui si toglie la tracolla del basso elettrico e sale in consolle come DJ e producer si è appena arricchito di un nuovo, provocatorio capitolo: il singolo Daddy, uscito venerdì 6 giugno e realizzato in collaborazione con Ashnikko, artista americana fra le più eclettiche del mondo a cavallo fra hyperpop e rap alternativo, folletto cyberpunk che insieme a Victoria dà vita a una traccia dalle atmosfere sadomaso in cui le dinamiche di potere patriarcale sono prese gioiosamente a calci.
“Gag him, freak him, fuck his life up, I’m your daddy now / Fuck his friend, now it’s a cuckold, look who’s laughing now / Stab my stilettos in his tummy, bring the hammer down / Little rat, I know he love it here in Daddy Town”: sogno erotico di dominazione e controllo totale, “brat vibes” portate all’estremo. E in fondo, sotto la patina di audacia sessuale, Daddy pone anche domande urgenti per il mondo dell’elettronica e non solo: quante donne e persone non binarie (come la stessa Ashnikko) non sono sessualizzate e occupano posizioni di reale potere nella music industry?
Victoria comunque è consapevole di doversi costruire una solida reputazione nel mondo dell’elettronica e affronta la sua avventura solista un passo alla volta, in modo spontaneo e senza programmi a lungo termine: «Voglio semplicemente divertirmi e fare musica che mi piace», dice quando la intervistiamo insieme ad Ashnikko per l’uscita di Daddy. «Non voglio darmi obiettivi di carattere prettamente commerciale, ma fare qualcosa di figo che mi rappresenti in modo naturale e organico».
Benvenuti a Daddy Town.
L’intervista a Victoria e Ashnikko
Com’è nata la vostra collaborazione? Come vi siete conosciute?
Victoria: Per un po’ di tempo ci siamo messaggiate via Instagram. Poi una volta ho visto Ashnikko in un festival in cui suonavano anche i Måneskin, credo che fosse in Polonia. La sua performance era pazzesca. Così le ho proposto di fare qualcosa insieme. Per un periodo abbiamo lavorato su diverse tracce, poi ci siamo incontrare in studio di registrazione a Londra e abbiamo finalizzato Daddy.
Ashnikko: Sì, non ci siamo incrociate di persona a quel festival ma siamo rimaste in contatto. Da tempo sono una sua fan e sono felice che finalmente abbiamo avuto la possibilità di pubblicare Daddy.
Che tipo di posto è “Daddy Town”?
Ashnikko: “Daddy Town” è lo spazio che mi piace occupare, in cui gli uomini sono i miei porcellini da compagnia, i miei giocattolini sottomessi. Mi fa sentire molto dominatrice e kinky. È stato molto divertente scrivere questa canzone, ridevo tutto il tempo! E la base creata da Victoria ha “costruito” il mondo Daddy Town in modo perfetto.
Come descrivereste il processo creativo dietro la realizzazione del brano?
Ashnikko: Victoria aveva già una bozza del brano, con la parte strumentale e un piccolo sample vocale per il ritornello.
Victoria: Sì, è partito tutto dal ritornello, dove usavo il sample di un pezzo giapponese che dice “I need a daddy, be my daddy”. Ho pensato che sarebbe stato figo creare una sorta di contrasto fra questa frase dal piglio sottomesso e la forza da dominatrice del resto del ritornello. Una volta che Ashnikko ha realizzato la sua parte, le ho modellato tutto intorno, in modo da far combaciare i nostri mondi musicali.
Victoria, tu sei nota come bassista dei Måneskin, per cui molti fan probabilmente non si aspettavano un progetto legato alla musica elettronica. Come sei arrivata a questo mondo musicale?
Victoria: Fa parte di me almeno da quando ero adolescente: andavo sempre nei club. E avevo anche molti amici che facevano i DJ e i producer. Circa tre anni fa ho cominciato a fare le prime esperienze da DJ. Avevo chiesto ai miei amici di insegnarmi: poiché andavamo sempre a fare serata, a un certo punto mi sono detta “che cazzo, devo imparare anch’io”. All’inizio cercavo ogni opportunità per fare DJ set, come agli after party dei concerti dei Måneskin o alle feste dei miei amici. Quando la band si è presa una pausa ho deciso di buttarmici a capofitto.
Il fatto che suoni il basso come influenza la tua produzione elettronica?
Victoria: Senz’altro mi aiuta nel costruire la struttura di un pezzo. E la sinergia fra basso e batteria è importante nella musica elettronica quanto lo è nel rock. Ma in generale è una cosa completamente diversa: nella produzione crei tutte le parti strumentali “da zero”, mentre con la band è tutto suonato e analogico. Come producer, poi, devo pensare a ogni minimo dettaglio: una dimensione molto diversa rispetto a una jam con altri musicisti. Ho ancora molto da imparare, e per questo lo trovo entusiasmante.
Hai mai pensato di incorporare una tua parte di basso vera e propria all’interno di una tua traccia elettronica?
Victoria: No, ma potrebbe essere divertente! Devo solo avere la traccia giusta.
Finora hai pubblicato solo singoli e remix. C’è un EP o un album all’orizzonte?
Victoria: Ho moltissime tracce che sono praticamente finite, sto ancora cercando di capire come e quando pubblicarle. Per ora mi piace fare tutto in modo molto spontaneo, seguendo il mio istinto di volta in volta. Ma sicuramente arriverà un EP prima o poi, non so ancora quando.
Il tuo progetto elettronico è partito a inizio 2024. Oltretutto hai già avuto modo di presentarlo live con un tour. Dopo un anno e mezzo, qual è il tuo bilancio fin qui?
Victoria: Sono molto felice, ci sono state molte occasioni in cui presentare la mia musica e ho avuto l’opportunità di suonare sullo stesso palco di alcuni dei miei DJ preferiti, in festival stupendi, oltre a collaborare con artiste pazzesche come Anitta (hanno collaborato sul singolo GET UP B*TCH! shake ya ass, ndr) e la stessa Ashnikko, provenienti da altri mondi musicali. Quest’ultimo aspetto per me è molto stimolante, perché mi consente di esprimere lati di me diversi da quelli espressi con i Måneskin, ma che comunque mi rappresentano e omaggiano la musica che ascolto.
“Daddy Town” è lo spazio che mi piace occupare, in cui gli uomini sono i miei porcellini da compagnia, i miei giocattolini sottomessi
Ashnikko
Da Anitta ad Ashnikko, che qualità ricerchi quando collabori con altri artisti?
Victoria: Come dicevo, mi piace far incontrare mondi diversi, per cui sono molto aperta alle possibilità. Mi piacciono artiste con una loro attitudine riconoscibile, che fanno quello che fanno non solo per buttare fuori pezzi pop come tutti, ma che abbiano carattere e qualcosa di forte da dire.
Ashnikko, anche tu hai un approccio molto collaborativo. Cosa ti fa capire che la chimica è giusta?
Ashnikko: Anche a me piace lavorare con artisti che costruiscono un “mondo” intorno a sé. Gli aspetti visivi e di identità del progetto sono tanto importanti quanto quelli puramente musicali. E Victoria ha senza dubbio tutto ciò. Tra l’altro ci siamo divertite moltissimo a girare contenuti per il pezzo (Daddy è stata presentata in anteprima dal vivo a fine maggio a Roma, ndr).
Victoria, cosa ti piace dell’estetica fantasy/cyberpunk di Ashnikko?
Victoria: È qualcosa di figo e unico, e mi piace che lei mescoli nella sua musica un sacco di influenze diverse. Parte da una base elettronica ma ci mette sopra rap pesante oppure melodie sognanti, il tutto con un’energia molto punk. Questo suo mix è davvero unico. Oltretutto è una grande performer: dalle coreografie agli outfit, il suo show è impeccabile.
Ashnikko: Ma grazie! Anch’io ero emozionata la prima volta che ho visto i Måneskin dal vivo: eravate una presenza magnetica sul palco. Io e i miei amici ci siamo detti: “Lei è una vera diva”.
Ashnikko, cosa ha ispirato la tua identità visiva? Come hai lavorato su questo aspetto negli anni?
Ashnikko: È il risultato di una vita di ispirazioni: libri che leggo, canzoni che mi piacciono, storie che scrivo. Come dicevo prima, per me è importante creare mondi musicali. Penso che la parte visiva sia importante quanto quella musicale. Per cui quando faccio un nuovo album mi pongo tante domande: questo personaggio cosa mangia? Cosa gli piace? Come si veste? Quali sono i suoi libri preferiti?
Come descrivereste il vostro rapporto con il clubbing e la club culture?
Victoria: Per me è un mondo bellissimo dove ho trovato un forte senso di community, che è una cosa molto speciale. Ed è quello che colpisce la maggior parte della gente quando vi si approcciano: il senso di libertà di espressione di sé, la celebrazione della propria unicità, specialmente ai party più queer, dove c’è una certa influenza della cultura rave che io amo. È bello che ci siano posti dove ci si può sentire liberi, senza essere giudicati. Sono momenti di celebrazione collettiva. E dal punto di vista musicale è affascinante vedere come diversi DJ ti catapultino in un viaggio in set che durano anche sei ore.
Ashnikko: Del clubbing mi piace il fatto che spesso sono dei veri e propri fashion show. Amo anche il rituale della preparazione prima di uscire per la serata e il fatto che si creino vere e proprie “famiglie” della nightlife. E il clubbing ha avuto un ruolo molto importante nella storia queer.
Secondo voi ci sono ancora luoghi comuni e disuguaglianze nella percezione di donne e persone non-binary in quanto DJ?
Victoria: Senz’altro. È ancora un molto fortemente dominato dagli uomini. La dimensione dei grandi festival non è la stessa dei club, non hai lo stesso senso di community e di “safe space”. Nella club culture sono proprio le persone che la vivono a fare la differenza. Questa scena è nata anche come spazio sicuro per le persone queer, non-binary, trans, per cui è importante dare loro le stesse opportunità. È un problema reale: ho molti amici trans che fanno fatica a trovare ingaggi.
Ashnikko: Sì, le lineup dei festival sono spesso terribili da questo punto di vista. Non farò nomi, ma non vedi molte donne e persone non-binary nelle lineup di molti festival. Là fuori ci sono DJ incredibili che dovrebbero essere ingaggiate ma, per qualche motivo, non lo sono.