Interviste

X Factor, Authentic Vibe

Quest’anno la parola d’ordine per i giudici Achille Lauro, Paola Iezzi, Jake La Furia e Francesco Gabbani è autenticità. Con loro abbiamo parlato dei concorrenti e dei live

X Factor, Authentic Vibe
Autore Samuele Valori
  • IlOttobre 21, 2025

Una delle paure che accomuna molti dei papabili concorrenti di X Factor è quella di finire con il giudice “sbagliato”. Dove per sbagliato non si intende tanto l’empatia che si viene a creare, su quella non si ha nessun potere. È chimica umana. Spesso il timore è legato all’affinità artistica: la popstar con l’amante del pop, il cantautore con il corrispettivo al tavolo e così via. Non dovrebbe essere così e i giudici di questa edizione si son impegnati per scacciare i demoni. Assodato che il buon umore e la collaborazione sono rimaste centrali anche in questo 2025 – «il pubblico di questi programmi è stanco delle discussioni, si vuole divertire e passare due ore ad ascoltare musica e al massimo farsi due risate» spiega Lauro – il focus dei fantastici quattro di X Factor è sui concorrenti e sulla loro autenticità.

Paola è chiarissima: «Non voglio snaturare nessuno. Voglio mantenerli nella loro strada e odierei far cantare qualcosa che fa loro orrore». Jake La Furia l’ha dimostrato con i fatti utilizzando l’X Pass per DELIA, un’artista lontana musicalmente (ma vicinissima di origini in quanto di Paternò come i genitori di Jake): «Lei ci tiene molto a mettere questa sua sicilianità in tutta la sua musica ho deciso di coltivare proprio quest’aspetto che è il suo più forte». Lauro è il più poetico, come al solito: «Ho cercato delle fiamme da accendere. Non voglio inventarmi nulla, ma aiutare i ragazzi a enfatizzare la loro identità, quindi non saltare da un genere all’altro ogni puntata, ma cercare di creare una coerenza». Con i suoi concorrenti dell’anno scorso ha funzionato alla grande questo suo approccio, tant’è che Les Votives, Patagarri e Lorenzo Salvetti sono tutti arrivati in finale a Napoli.

Per Francesco Gabbani, la new entry, sarà tutta una novità invece: «Mi sento un coach più che un giudice. Alla mia squadra cerco di passare quanto ho acquisito durante la mia carriera a livello di approccio nel vivere la musica come un lavoro. Il sacrifico, perché dal nulla arriva nulla, e il credere in se stessi». Ed è proprio lui a utilizzare quel termine specifico: «Sono molto rispettoso delle loro indoli perché credo fortemente che l’autenticità stia alla base di un percorso artistico. Devono avere consapevolezza quando si esibiscono, devono riconoscersi in quello che fanno e soprattutto devono essere gioiosi».

La new entry di X Factor 2025: Francesco Gabbani

Quando chiedo di Gabbani a Jake La Furia, il suo tono di voce si accende: «È un piccolo miracolo di quest’edizione. Tra le tante opzioni ho sempre tifato per lui perché lo conoscevo e sapevo che era un bravissimo ragazzo. Si è integrato perfettamente in un ruolo che era rischiosissimo infilandosi in un meccanismo che già funzionava alla grande». Le sue freddure, talmente fredde, da fare il giro e risultare divertenti, fanno da contraltare a un atteggiamento critico e severo quando si tratta di “giudicare”, l’abbiamo visto alle audizioni e l’ha notato anche lui stesso.

«Rivedendomi in televisione, mi sono scoperto più serioso. È un’interfaccia che finora non ho mai mostrato al pubblico perché nel mio modo di fare musica e di stare sul palco hanno sempre prevalso il sorriso e la sdrammatizzazione» racconta. «Vivo l’essere un giudice come una responsabilità perché, anche se X Factor è un gioco, va comunque a incidere sulle vite dei ragazzi». Se la cosa più complicata, come ci avevano rivelato l’anno scorso i giudici, è anche per lui dire no, sulla scelta dell’X Pass non ha mai avuto dubbi. E, un po’ come si fa con l’attaccante preferito all’asta del fantacalcio, ha atteso fino all’ultimo PierC. «Alle audizioni mi aveva colpito davvero tanto. Ho tentennato con altri concorrenti, ma la sua forza naturale nel cantare e nel trasmettere emozioni mi erano rimaste così impresse che sotto sotto sapevo che mi sarei giocato l’X Pass per lui» ci rivela.

La sua squadra è costruita molto sulle emozioni. Su tutti c’è tellynonpiangere: «Ha una potenza comunicativa speciale. Basta un suo primo piano davanti al microfono. Con lui devo fare un percorso di autoconsapevolezza per allargare i suoi confini sul palco, proprio a livello di presenza» rivela. E poi MICHELLE, sulla quale Francesco ammette di dover lavorare sul bilanciamento: «La sua particolarità è il crossover che si genera nel suo modo di unire il mondo dell’elettronica con una componente più emotiva ed emozionale, quasi cantautorale. Ha una libertà espressiva, con le dovute differenze, alla Vasco. Devo trovare il punto d’equilibrio tra le due anime altrimenti il rischio è che si generi l’effetto remix. E poi vorrei spogliare la sua voce dall’autotune».

Essendo il nuovo arrivato, ho chiesto a Gabbani di “giudicare” gli altri giudici la tavolo. Unica regola: due parole.

«Paola Iezzi è preparazione sorprendente»

Non stupisce che Francesco abbia fatto riferimento alla preparazione per descrivere Paola Iezzi. Fin dall’anno scorso il suo ruolo al tavolo ha messo in mostra questo suo aspetto inedito. Nella nostra cover prima dell’inizio dei live di X Factor 2024 ci aveva svelato il suo mantra: concorrenti con le idee chiare. Quest’anno non ha cambiato idea, ma ha puntato ancora di più sulla varietà: «Ho voluto tre voci e tre generi diversi, ma sempre accomunati da un certo grado di maturità. A me non piace plasmare gli artisti, il programma dura troppo poco per poterlo fare. Non mi fido dei concorrenti che arrivano e dicono che possono fare tutto. Va bene avere dei gusti ampi ed essere aperti a nuovi input, ma poi bisogna trovare la propria strada».

E guardando la sua squadra le peculiarità saltano subito all’occhio per i loro contorni definiti. Il suo X Pass MAYU è voce pura da levigare. «È in quella fase dell’età cruciale sei a metà strada tra l’essere una ragazza e un’adulta e durante la quale si sentono molto forti determinate cose. La sua capacità interpretativa è la sua arma, anche sui brani in italiano che non è una cosa scontata. Quando siamo piccoli siamo portati ad ascoltare la musica in inglese, soprattutto chi ama il pop. Passando alla lingua italiana è facile cadere» È la sua quota indie pop, «un’artista che sente la vita la comunica attraverso il canto facendotela vivere».

Roberta Scandurra, invece, tifata da Mimì, la comprendi già dal look: «Sa quale è la musica che le piace e che cerca di rivisitare, quel pop-punk di primi anni Duemila. Qualcosa che in Italia non c’è. Mi viene in mente Naska, ma a livello di artiste femminili non ci sono nomi. Poi ha questa voce potentissima, queste note acute che lei prende con una nonchalance che è quasi spaventosa. Sembra si stia facendo una passeggiata in giardino».

Dall’anno scorso, quando non era riuscita a portare nessuno in finale – come lei anche Jake – ci rivela che ha imparato a essere più analitica. «Mi sono basata su un approccio troppo spontaneo. Ho capito che il mondo della televisione e quello del pubblico da casa privilegiano l’estensione vocale e il bel canto. L’artista imperfetto vocalmente, ma che magari è espressivo, fatica di più ad arrivare oltre lo schermo». Viscardi potenzialmente ha entrambe le caratteristiche. Definirla la sua scommessa è riduttivo: «Il neo-soul in Italia fa un po’ più fatica, ma amo gli artisti coraggiosi come lui che se la rischiano con intelligenza. Alle audizioni il suo messaggio sotto le righe era: “Io porto me stesso e vengo con la mia roba. Se piaccio bene, altrimenti vado a casa”».

Sul favorito per la vittoria però non ha molti dubbi, è PierC: «Ha fatto commuovere quasi tutto il tavolo compresa me. È difficile vedermi piangere e anche se certe cose mi smuovono cerco comunque di avere una razionalità nel giudizio e mantenere il controllo» ci spiega.

«Jake La Furia è intelligenza esuberante»

Anche per Jake vincerà PierC, ma nel suo caso non si riesce a capire la quota di scaramanzia e quella di oggettività. È il suo personaggio, lo adoriamo per questo e lo apprezza per lo stesso motivo anche Gabbani che sottolinea la sua sensibilità. Si era notata anche l’anno scorso con Francamente. Chissà che non avvenga qualcosa di simile anche a X Factor 2025. «DELIA non vuole sentire ragioni, ha idea di quello che deve fare e basta» spiega parlando del suo X Pass. «Non è tutto bel canto, lei ha anche una creatività incredibile e infatti tra le cose che faremo, e spero di farne il più possibile, ci sono delle robe matte. Matte però sempre cantate da Dio».

Di certo, Jake ha preso una decisione migliore, rispetto ai Potara. «Avevo fatto una scelta sulla base dell’entusiasmo, senza capire che poi c’è dietro un meccanismo che appunto non ha a che fare soltanto con la musica, ma anche con la televisione. E quindi sento che quest’anno sono più consapevole. Poi magari mi ci vorranno 3-4 edizioni per capire bene cosa devo fare». E il sottoscritto concorda sulla penultima frase, la sua squadra ha un altro papabile cavallo vincente, TOMASI: «Ho fatto tutte le sozzerie possibili per accaparrarmelo. Va un po’ “scocciantizzato” anche perché c’è già stato Lorenzo Salvetti che cantava macigni della musica leggera italiana. Vorrei alternare delle cose classiche e delle robe nuove».

La sua scommessa alle Last Call è AMANDA: grande voce, ma anche tanta ansia da prestazione. «La cosa è che è strano il suo timore, perché lei è convinta di essere terrorizzata, poi in realtà va su e canta» spiega. «Bisognerà con lei fare un percorso più emotivo che musicale, perché la voce ce l’ha e non c’è poco da dire».

X Factor 2025 intervista giudici

«Achille Lauro è oggettivamente soggettivo»

In realtà è molto più soggettivo quando si tratta di descrivere la sua squadra: «Epocale, come sempre!». Ma sì sa, Lauro è così. Prendere o lasciare. Con lui è bene andare subito al dunque e quindi alla decisione di portare ai live il suo X Pass, nonostante un’esibizione totalmente sbagliata alle Last Call. «I Copper Jitters li avrei fatti passare lo stesso anche se non mi fossi giocato il bonus su di loro. Ho un occhio rispetto a quello con cui voglio lavorare, non si tratta solo di bravo o non bravo, si tratta di unico, di quello che trovo che manca nel panorama» svela. «La prima sera hanno presentato un inedito devastante e hanno una presenza scenica forte. Poi sì, sono dei disgraziati che si presentano all’ultima selezione senza provare il pezzo. Sarà mio dovere metterli in riga. Con loro c’è il grande bivio: leggenda o tragedia».

L’approccio di Achille Lauro a X Factor è quello di una programmazione precisissima e mirata: sfruttata nel 2024 e incrementata in quest’edizione 2025. «Sto già sto lavorando con largo anticipo e praticamente ho già chiaro tutto il percorso delle sette puntate» spiega. Per la prima volta lavorerà con una ragazza, LAYANA: «Ha una voce molto particolare che mi ricorda certa musica retro, un po’ anni ’50. Mi piacerebbe che facesse uscire quel suo lato lì cantautorale» E poi c’è EroCaddeo: «Ha una scrittura originale e un range vocale impressionante. Passa ai falsetti con dolcezza e facilità. Il suo valore aggiunto è anche la sua capacità di reinterpretare i pezzi, ogni canzone che gli abbiamo assegnato è diventata sua. A tratti mi ricorda le figate italiane come Mahmood e Mengoni».

Due nomi pesanti, legati alla storia di X Factor, seppur in modo diverso. Tutti e due avevano fin da subito convinto o non convinto i giudici per il loro stile unico, anzi pardon, per la loro autenticità. E, alla fine. è stata proprio quella loro autenticità a premiarli nel tempo e a renderli quello che sono oggi.

X Factor 2025 intervista giudici

I live di X Factor 2025 andranno in onda tutti i giovedì su Sky Uno e in streaming su NOW alle 21:15.

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