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Il Sanremo degli uffici stampa, veri “unsung heroes” del Festival

Abituati come sono a lavorare dietro le quinte, per una volta abbiamo voluto puntare i riflettori su di loro

Autore Billboard IT
  • Il7 Febbraio 2023
Il Sanremo degli uffici stampa, veri “unsung heroes” del Festival

Foto di Roman Kraft - Unsplash

Corrono da una parte all’altra della città, gestiscono gli impossibili incastri di impegni promozionali nelle agende degli artisti, rispondono all’enorme mole di richieste di ogni tipo dei giornalisti: sono loro, gli uffici stampa, i veri e propri “unsung heroes” del Festival di Sanremo.

Abituati come sono a lavorare dietro le quinte, per una volta abbiamo voluto puntare i riflettori su di loro: fra grandi soddisfazioni professionali e aneddoti di situazioni al limite dell’assurdo, i principali uffici stampa di Sanremo 2023 (e non solo) ci raccontano il “loro” Festival.


Mauro Caldera (foto di Mario Rossello)

361ComunicAzione – Mauro Caldera

Di origini piemontesi, oggi milanese ma continuamente in viaggio. Dopo dieci anni nel mondo della scuola, si è dedicato per sette anni alla progettazione culturale e alla direzione del Parco della Fantasia Gianni Rodari di Omegna. Oggi ha consolidato la sua attività di libero professionista nel campo della comunicazione fondando, a Milano, l’agenzia 361ComunicAzione. Mauro collabora anche Starpoint Corporation, grazie alla fiducia che Pasquale Mammaro ha riposto in lui.

Raccontaci la tua prima volta.


Da ufficio stampa “ufficiale” ricordo il Festival 2020, che si svolse a porte chiuse. L’ho vissuto con Orietta Berti. Eravamo blindati in camera e dialogavamo solo con le piattaforme. Una clausura totale. Lavoravamo su una scrivania che diventava anche tavolo da pranzo. La città era deserta: abituati com’eravamo a vivere una Sanremo invasa di gente, in quell’edizione era come vivere una dimensione lunare.

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Aver scambiato il cellulare con quello di un collega e ritrovarmi a gestire l’agenda delle interviste non potendo contattare i giornalisti. Fortunatamente sono solito fare una copia cartacea del programma di lavoro e sono riuscito a contattare i giornalisti da un altro telefono in attesa di recuperare il mio cellulare.

La più grande soddisfazione?


Ogni volta che gli artisti che seguo riconoscono la passione, l’empatia e la capacità di trasmettere leggerezza in una settimana dominata da ritmi frenetici.

Un aneddoto incredibile?

Anno 2013: in quel periodo seguivo l’Ufficio Stampa della Fondazione Mike Bongiorno. Durante il Festival, condotto da Fabio Fazio, fu installata la statua di Mike in corso Matteotti, in dono alla città di Sanremo. Io seguii la posa. Era il 15 febbraio, sveglia all’alba perché cominciammo alle 5 del mattino…

La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?


È quella rivolta l’anno scorso a Donatella Rettore. Domande nella norma… peccato che alla fine abbia chiosato con la domanda: «Mi perdoni, mi ricorda il suo nome?». Il gelo: avrebbero dovuto fotografare le nostre facce sul momento.

Il luogo di Sanremo che adori di più?

La bellissima balconata panoramica della Pigna, quella del Santuario della Madonna della Costa, un tempo ripresa nelle sigle dei Festival di Sanremo (quelli di Pippo Baudo).

Jessica Gaibotti

About – Jessica Gaibotti

Dopo gli inizi da ufficio stampa, Jessica ha intrapreso negli anni una carriera all’interno dell’industria discografica, passando da coordinatrice dell’ufficio promozione della EMI a coordinatrice dell’ufficio promozione internazionale di Universal Music per poi approdare in Virgin Records (nel ruolo di head of promotion), prima di decidere alla fine del 2020 di mettersi in proprio e fondare l’anno successivo l’agenzia di comunicazione, new business e produzione About (artisti italiani e internazionali, cinema e editoria).


Raccontaci la tua prima volta.

Per fortuna la prima volta a Sanremo è stata “leggera”: ero una semplice assistente e ho potuto guardare, studiare senza tutto lo stress della settimana sanremese. La prima volta che ho seguito io direttamente un artista è stato con i Sonohra nel 2008, l’anno in cui vinsero nella categoria Giovani. È stata una settimana che mi ha insegnato tanto, soprattutto sulla gestione dello stress.

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Di problemi davvero complicati non ce ne sono mai, o forse dovrei dire che ci sono sempre. Sanremo è una macchina complessa e le cose possono cambiare ogni minuto. Belle o brutte domande, belle o brutte recensioni, la tensione, la voce che magari manca… può succedere di tutto.


La più grande soddisfazione?

La vittoria dei Sonohra e la vittoria con Valerio Scanu nel 2010 con la mitica Per tutte le volte che. Il verso “In tutti i luoghi, in tutti i laghi” divenne iconico.

Un aneddoto incredibile?

Seguire un artista o seguire la manifestazione ti porta a confrontarti ogni giorno con persone da cui c’è sempre da imparare. Ho iniziato negli anni di Pippo Baudo, abbiamo portato al festival grandi artisti internazionali e conseguito grandi risultati ma forse, extra lavoro, direi che la bellezza di
Sanremo sono le serate post-Festival, quando cala l’adrenalina e ti ritrovi in piazza a chiacchierare con un bicchiere di vino in mano e la sola voglia di condividere, fare squadra con artisti e colleghi.


La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?

Ogni domanda è lecita e bisogna sempre preparare gli artisti a dare le risposte giuste. Il problema arriva sempre quando il giornalista non sa chi ha davanti, e a Sanremo, dove magari arrivi da sconosciuto, succede spesso. Le domande più improprie sono sempre quelle troppo personali, poste con troppa “curiosità”.

Il luogo di Sanremo che adori di più?

C’è un ristorantino sul mare dove andiamo tutti gli anni. È sulla spiaggia e riesci, seppure di fretta, a staccare un attimo e goderti magari una bella giornata di sole.


Daniele Mignardi

Daniele Mignardi

La Daniele Mignardi PromoPressAgency è una struttura di comunicazione integrata, digitale (web e social) e promozione radiotelevisiva. L’attività è ad ampio spettro, dal sociale alla cultura, dal costume allo spettacolo. Ha collaboratori nelle città di Milano, Napoli e New York. Svolge consulenza per conto di grandi aziende, major, label, management artistici, enti pubblici, coop sociali e altre società che operano nella cultura.

Raccontaci la tua prima volta.

Sanremo 2000. Avevo collaborato già con altri artisti negli anni scorsi – scrivendo le presentazioni dei loro album, ma senza andare al festival. Invece quell’anno mi trovai in città a capo della comunicazione della label Easy Records di Claudio e Tullio Mattone, per seguire la giovane artista Luna.

Ricordo ancora l’emozione di entrare e lavorare in quell’immensa sala stampa, con tutti quei giornalisti. Con molti di loro è nata un’amicizia negli anni, proprio durante le settimane del festival. Così come il ricordo è della tantissima gente fuori dagli hotel e dal Teatro Ariston Per un emergente bastava passare una sera in TV e, il giorno dopo, non si riusciva a camminare. Fino al giorno prima si andava tranquillamente in giro per la città! 


Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Ce ne sono tanti! Il nostro lavoro ha come costante la risoluzione dei problemi dell’ultimo minuto, l’impresa vera è prevenirli… Quello che si cerca di fare tutti i giorni! In tanti anni di Sanremo non ce ne sono stati di così complicati.

Ricordo un guaio più che un problema. Sanremo 2015, la mia struttura gestiva per la prima volta la comunicazione del festival con i colleghi della Rai. Prima riunione in un hotel di Sanremo con direttore artistico, direttore di rete, capostruttura, produttrici e tutti gli altri dirigenti. Il mio aereo atterra a Genova con notevole ritardo, di conseguenza ritardo anche nella consegna dell’auto a noleggio, e tutti che mi aspettavano in riunione per discutere dell’avvio del lavoro e chiedevano di me!

Guido (entro i limiti di velocità, sia chiaro!) per tutto il tempo verso Sanremo stando al telefono con la mia insostituibile Vincenza Petta, che era in riunione perché previdentemente era partita il giorno prima. Arrivo tardissimo davanti l’hotel, entro e mi precipito nella sala della riunione. Vuota, e lunga riunione finita per una questione di minuti!


La più grande soddisfazione?

Anche qui tante… Dal primo Sanremo, con il Premio alla canzone, ai Premi della Critica fino a qualche vittoria.

Di certo la più grande soddisfazione è stata quando il capo ufficio stampa Rai mi chiamò per chiedermi la disponibilità a seguire la comunicazione del primo Festival di Carlo Conti. Ero a centinaia di chilometri da Roma. Stavolta arrivai addirittura in anticipo rispetto all’orario della convocazione! Ancora di più, quando la mia struttura fu confermata per i Festival di Claudio Baglioni. Davvero una grande emozione.

Ma anche quando colgo negli occhi e nell’atteggiamento degli artisti la fiducia sul mio lavoro, sulle strategie adottate. Perché la comunicazione non è soltanto rapporti o uscite sui giornali, è molto altro, soprattutto per come la intendo io. Prendere un progetto artistico e capirne le potenzialità, anche in funzione della partecipazione al Festival della Canzone Italiana, comprendere fin dove potrà arrivare e dove il mio lavoro e del mio team potrà essere il surplus indispensabile per farlo andare ancora più avanti!


Un aneddoto incredibile?

La conferenza in sala stampa con Adriano Pappalardo, nel momento di enorme successo dopo la sua partecipazione alla prima edizione dell’Isola dei famosi. Seduti, Adriano, io e Dario Ballantini per “Striscia La Notizia”, truccato da Pappalardo, una mezz’ora di grande spettacolo: alle domande insidiose su Adriano facevo rispondere il finto Pappalardo-Ballantini. Esilarante! Rompemmo il “cerimoniale” della sala stampa grazie all’intelligenza di chi la gestiva all’epoca, Tonino Manzi, che mi lasciò fare.

La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?

Posso dire la richiesta più assurda: intervistare un artista perché parlasse dei suoi Sanremo… peccato che fosse scomparso anni prima!


Il luogo di Sanremo che adori di più?

Certamente il mio rifugio che prendo in affitto, un posto meraviglioso dove rilassarmi appena posso, perché le giornate del Festival durano 24 ore per una settimana! Tra i luoghi caratteristici, certamente il lungomare, soprattutto nelle giornate di sole, che non mancano mai, dove vado a correre per allentare la tensione. Le passeggiate al Mercato dei Fiori o nel centro storico, unico luogo poco affollato in quella settimana.

Dei cinque anni in cui mi sono occupato della comunicazione di tutto il Festival (dal 2015 al 2019) con la mia struttura, Villa Ormond mi è rimasta nel cuore. Un luogo bellissimo, immerso nel verde, dove ho tanti bei ricordi di edizioni indimenticabili, con Carlo Conti prima e Claudio Baglioni poi.

Goigest - Dalia Gaberscik, Ilaria Melotti - uffici stampa Sanremo
Dalia Gaberscik, Ilaria Melotti

Goigest – Dalia Gaberscik, Ilaria Melotti

Goigest nasce nel 1986 come società di produzione teatrale per gli spettacoli di Giorgio Gaber e Ombretta Colli. Dal 1988 Dalia iniziò l’attività di comunicazione che l’ha portata negli anni a collaborare ai massimi livelli nel mondo dell’intrattenimento. Dal 1990 al 2000 ha ricoperto il ruolo di direttore della comunicazione delle reti Mediaset e dal 2000 è tornata all’agenzia ampliando le competenze alla comunicazione dei brand prima, e del marketing e digital marketing negli anni recenti. Nel 2020 Goigest apre la nuova sede nel cuore di Milano con 400 mq progettati per la comunicazione. Oggi la struttura conta una ventina di collaboratori. Dal 2021 Goigest apre tre dipartimenti: musica, brand e intrattenimento. Ilaria Melotti è business partner nell’area musica.


Raccontaci la tua prima volta.

DG Con grande orgoglio e con l’incoscienza dei pazzi, il mio primo Sanremo è del 1989, quando accompagnai in gara Ornella Vanoni e Gino Paoli, rispettivamente decima e tredicesimo classificato. Fu piuttosto scioccante, un lavoro impegnativo come nulla era mai stato prima per me, ma anche tremendamente divertente e… un bel privilegio!

IM Nel 2017 accompagnai Braschi, cantautore che gareggiava tra i giovani. Fu la prima grande occasione di sperimentare il lavoro sul campo e di vedere da vicino tutta la macchina del Festival: una vera figata, una delle cose più belle per chi fa il nostro mestiere!

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?


DG Recentemente abbiamo seguito la comunicazione di Zlatan Ibrahimović che, avendo trovato un incidente in autostrada, non arrivava all’Ariston. Ma Zlatan è Zlatan: ha fermato un motociclista ed è arrivato all’Ariston in moto! Ci mandava i video, io pensavo fosse uno scherzo, ma poi è veramente arrivato alla carraia del teatro… per me una cosa storica! E come se nulla fosse successo, si è vestito ed è entrato in scena! Un mito assoluto!

IM Fortunatamente non ho mai affrontato situazioni complicatissime. Ricordo però un anno in cui uno stylist sparì nel nulla per oltre 24 ore proprio a ridosso dell’arrivo a Sanremo oppure quando, per salvare una partecipazione televisiva, il manager di una band sostituì il tastierista a cui all’improvviso era venuto un febbrone da cavallo.

La più grande soddisfazione?

DG In termini generali, quando in gara lavori con qualcuno a cui nessuno crede e poi arrivi nelle prime posizioni è molto divertente. È bellissimo anche seguire i super ospiti. Ho seguito Laura Pausini, Eros Ramazzotti, lo scorso anno i Meduza. Poi negli ho lavorato anche a stretto contatto con l’organizzazione di Adriano Aragozzini con il Festival al Palafiori di Arma di Taggia e poi il ritorno all’Ariston. Con il mio gruppo in quel periodo ci trasferivamo a Sanremo da inizio anno. Per molti dei Festival più recenti, con le conduzioni di Gianni Morandi dei suoi due Festival, di Paolo Bonolis, di Antonella Clerici, ho collaborato con l’organizzazione di Lucio Presta: visto dall’altra parte è ancora più divertente! Da qualunque parte lo vedi, per il tipo di lavoro sulla comunicazione che facciamo noi, è veramente l’Evento!


IM Tornarci ogni anno. È sempre una grande sfida che porta immense soddisfazioni.

Un aneddoto incredibile?

DG La Signora Paddy Jones, grande ballerina per Lo Stato Sociale, è stata ignorata per giorni. Il giorno dopo l’esibizione a sorpresa è diventata famosissima e la fermavano per strada! Con Nico, il suo compagno danzatore, hanno fatto serate in tutto il mondo.

IM Il Festival del 2020 con Achille Lauro è stato pieno di aneddoti incredibili perché fino all’ultimo non avevamo certezza di come il pubblico e la stampa avrebbero potuto accogliere la serie di esibizioni assolutamente non convenzionali rispetto a quanto fatto a Sanremo fino a quel momento. Al di là dei gusti di ognuno, lo svelamento della tutina dorata, il copricapo con le piume (che abbiamo dovuto trasportare in due su dalle scale dell’Ariston per quanto era ingombrante), il bacio con Boss Doms nei panni della Regina Elisabetta… rimarranno nella storia del Festival e nella memoria di tutti!


La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?

DG A Sanremo si decuplicano le richieste di foto e video per amici, cugini, nonni e zie. Puro folclore.

IM “Di che segno sei?” e “Qual è il tuo colore preferito?” vincono su tutti… potete immaginare le nostre facce!

Il luogo di Sanremo che adori di più?


DG Da anni, su suggerimento di un’amica, con il mio gruppo di lavoro affittiamo una casa davanti all’Ariston. Non potrebbe essere altrimenti. La gioia di attraversare la strada non ha paragoni!

IM Il lungomare, dove una camminata ti rimette al mondo anche in giornate deliranti come queste.

Valentina Aiuto

Help PR & Media Relations – Valentina Aiuto

Dopo aver lavorato per quattro anni per l’agenzia Parole & Dintorni, da maggio 2019 Valentina ha iniziato a lavorare come freelance, occupandosi tanto di progetti legati al mondo urban e al nuovo pop italiano. Nel 2022 è nata Help, con l’obiettivo di sviluppare strategie di comunicazione e promozione. Marracash, Geolier, Clementino, thasup, Gazzelle, Mara Sattei, Luchè, Gemitaiz, Fulminacci sono solo alcuni degli artisti di cui cura le relazioni, passando anche per progetti più trasversali come è stato il lancio di TRX Radio.

Raccontaci la tua prima volta.


Era il 2017, avevo iniziato a lavorare come addetta stampa da un anno e mezzo e, come per tutti, seguire un artista durante la settimana musicale più importante dell’anno era un vero sogno. Lavoravo in Parole & Dintorni. Ho seguito Fabrizio Moro quell’anno, che aveva un brano stupendo, Portami Via. Un’esperienza che ha segnato sicuramente la mia carriera e che da allora ho avuto la fortuna di rivivere anno dopo anno.

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Un anno, una fan, che scriveva anche per una testata, seguiva ovunque uno degli artisti che avevo in gara e minacciò verbalmente me e un’altra persona del team.

La più grande soddisfazione?


Se devo pensare a un momento particolare che mi è rimasto nel cuore, è stato quando da Sony mi hanno proposto di seguire Fasma durante il suo Sanremo Giovani. Avevo appena intrapreso il mio percorso da freelance, stava per partire l’edizione del 2020, e pensavo che sarebbe stato il primo anno in cui sarei rimasta a casa durante quella settimana, non avendo la forza di una grande agenzia alle spalle. Invece Gianluca Guido (direttore della promozione di Sony Music Italy, ndr) ha deciso di fidarsi di me ed è stata una bellissima nuova prima volta.

Un aneddoto incredibile?

Sempre durante il mio primo Sanremo, una giornalista aveva concordato un’intervista con Fabrizio Moro qualche giorno prima dell’inizio del Festival e l’attendevamo in hotel. Era in ritardo. Le scrivevo, la chiamavo, ma niente. Stava partorendo.

La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?


Più che domande assurde, una volta mi è capitato che il giornalista non conoscesse il nome dell’artista. Sono rimasta di ghiaccio, non sapendo che reazione potesse avere il cantante all’evidente mancanza. È semplicemente scoppiato a ridere.

Il luogo di Sanremo che adori di più?

Non c’è un luogo esatto che è diventato punto di riferimento per me. Di sicuro il bar dell’Hotel Londra è stato oggetto di bellissime chiacchierate alla fine delle lunghe serate sanremesi.

Mary Cavallaro

Mary Cavallaro

Nasce a Roma nel 1981. Laureata in Scienze Politiche Internazionali presso la Luiss Guido Carli, diventa giornalista pubblicista e inizia in ambito universitario la sua esperienza nel campo della comunicazione: è caporedattore spettacoli del giornale 360° e conduttrice radiofonica di Radio Luiss.


Inizia la sua carriera come professionista della comunicazione del 2007 entrando in MN, una delle più importanti agenzie di settore con sede a Roma, nel team dedicato alla musica dove ha modo di misurarsi subito con la promozione di artisti ed eventi di caratura nazionale. Nel 2010 si trasferisce a Milano, dove lavora in Sugar come promotion manager, ruolo che ricoprirà poi dal 2012 in Sony Music. Dal 2016 lavora come freelance.

Raccontaci la tua prima volta.

Ho avuto la fortuna di avere una prima volta indimenticabile: era il 2010 e seguivo per MN, l’agenzia dove ho iniziato questo lavoro, Malika Ayane in gara con la meravigliosa Ricomincio da Qui. Ha fatto storia il lancio degli spartiti da parte dell’orchestra alla notizia che il brano non fosse tra i primi tre classificati.

Ricordo molto bene il mio arrivo, non ero mai stata a Sanremo e, per non farmi trovare impreparata, ho passato le prime ore a fare un giro di ricognizione per memorizzare dove fossero posizionati teatro, sala stampa, le varie radio, il Palafiori e qualsiasi altro luogo utile.


Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Senza ombra di dubbio nel 2016, quando ho seguito Gabriel Garko come co-conduttore del Festival. Lui era già a Sanremo da un paio di giorni, io sarei arrivata a breve. Ricevo una sua telefonata molto presto la mattina e penso subito a un’emergenza.

Era sull’ambulanza, lo avevano appena estratto dalle macerie della casa che aveva preso in affitto e che era stata divelta da un’esplosione causata da una fuga di gas. La padrona di casa aveva perso la vita, Gabriel era lievemente ferito e sotto shock. Io e Laura Ratchev, la sua agente dell’epoca, siamo salite immediatamente in macchina per raggiungerlo. Mancava una settimana all’inizio del Festival e ci chiedevamo se Gabriel ce l’avrebbe fatta.

È stato un leone, ha affrontato le prove e poi le cinque serate tra difficoltà fisiche e psicologiche, giorno dopo giorno, lavorando con una serietà e una disponibilità che raramente ho visto. È stata una grande scoperta e un onore affiancarlo in questa esperienza.


La più grande soddisfazione?

Credo la vittoria di Raphael Gualazzi con il brano Follia d’amore. All’epoca ero in Sugar ed è stato bellissimo lavorare sotto la guida di Caterina Caselli a un progetto così, vederlo nascere dal giorno uno e contribuire a costruirlo un mattoncino dopo l’altro.

Un aneddoto incredibile?

Quelli veramente incredibili non si possono raccontare: Sanremo è un po’ come il Fight Club.


La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?

Devo dire che le più assurde non le ho sentite a Sanremo. Semmai un po’ ripetitive, ma è inevitabile.

Il luogo di Sanremo che adori di più?

Il lungomare per andare a sgranchirsi le gambe e respirare un po’, il ristorante La Pignese, l’hotel Miramare, gli spritz del bar dell’Hotel Londra.


Umberto Chiaramonte e Serena Pace

MNcomm – Umberto Chiaromonte / Serena Pace

MNcomm è una società indipendente di comunicazione con core business nell’entertainment, musica, food, sport e tecnologia. Nata 25 anni fa, oggi impiega oltre 60 professionisti tra Milano e Roma guidati da Umberto Chiaramonte e Serena Pace. MNcomm collabora con le più importanti aziende del mondo dell’audiovisivo e con talenti di spicco come Fiorello, Celentano, Alessandro Borghese, Elisa, Bocelli, Antonello Venditti, Carl Brave, Carmen Consoli, Samuele Bersani, The Jackal. Negli ultimi anni ha sviluppato una divisione Food e una di Talent Management, che si aggiungono a quella di ideazione e produzione di format audio video per TV, web e podcast.

Raccontateci la vostra prima volta.

Umberto Chiaromonte La prima in assoluto fu nel 2002 come ufficio stampa di Daniele Silvestri con Salirò, diventata poi un caso di comunicazione e un successo radiofonico e discografico incredibile. La “seconda prima volta” fu nel 2004 come ufficio stampa di tutto l’evento. La conduzione era di Simona Ventura e la direzione artistica di Tony Renis. Un’edizione molto complicata per il boicottaggio delle case discografiche che non inserirono nomi di spicco tra i partecipanti alla gara né tra i super ospiti.

Il problema più complicato che vi sia capitato all’ultimo?


Serena Pace Nell’edizione del 2005 la serata finale venne interrotta per la diretta del rientro in Italia della salma di Nicola Calipari, l’agente del Sismi deceduto a Baghdad. Sono quei fulmini a ciel sereno per tutti, soprattutto per i conduttori che devono trovare l’equilibrio nel tone of voice della serata ma in questi casi anche in sala stampa la tensione si accende. Pensando a qualcosa di più leggero, l’irruzione in sala stampa di Vasco Rossi, sempre nel 2005, fu un momento memorabile, con computer a terra per la calca e giornalisti catapultati su di lui…

La più grande soddisfazione?

SP Aver partecipato, seguendo Fiorello, all’edizione storica durante la pandemia, l’unica con l’Ariston deserto. La sala stampa era al Casinò e non era permesso nessun contatto diretto con i giornalisti. Tutto al telefono, video call, era l’opposto della grande calca caotica ma divertente del Festival. Non è stato semplice, anche se in assenza di rumore è stato esaltato il valore delle parole, dell’alchimia sul palco. C’era una voglia di partecipazione e di trovare forse un lieto fine.

Un aneddoto incredibile?


UC Due su tutti. L’arrivo di Celentano a sorpresa nel 2004. Tony Renis invitò Celentano come super ospite ripetutamente, ma senza risultato, etichettandolo anche come “cagasotto” che aveva rifiutato il suo invito per paura del boicottaggio delle case discografiche. Celentano invece si presentò a sorpresa durante la serata finale. L’ultimo tentativo avvenne la sera prima dell’inizio del Festival. Dalla suite del Hotel Royal, con un telefonino di una persona molto vicina ad Adriano, lo chiamò in nome della loro lunga amicizia. Dopo quattro giorni Celentano decise di partire chiedendo a tutti di mantenere la sorpresa. Fu accolto da una standing ovation, abbracciò Tony e lo difese dagli attacchi ricevuti nei giorni precedenti.

SP E poi Fiorello. Nel 2020 i giornalisti tentavano di intervistarlo in tutti i modi. C’erano state delle polemiche, le solite che accompagnano Sanremo, e volevano il suo commento. La mattina presto per rilassarsi, Fiorello volle andare a fare una partita a tennis con Sinner a Bordighera. Peccato che arrivati lì trovammo a bordo campo schierati gli stessi numerosissimi fotografi e giornalisti…

La domanda più assurda che avete sentito fare da un giornalista?

SP A parte la solita, “Dai, un’intervista solo a me?” che detta in quel contesto diventa persino divertente, ricordo che ero in ascensore con una giornalista e un’altra donna. La giornalista mi chiese chi fosse quella bella signora e al mio “Ma è Caterina Caselli…”, lei replicò “E perché è qui?”. Era l’anno dei Negramaro superospiti del Festival.


Il luogo di Sanremo che adorate di più?

Entrambi Il lungomare dove ci piace fare jogging la mattina, prima dell’inizio delle lunghe giornate del Festival. E poi il Padel di Solaro, dove abbiamo spesso stemperato gli stress festivalieri con artisti e discografici. Per fare bene il Festival bisogna essere allenati!

Marta Falcon

Parole & Dintorni – Marta Falcon

Fondata nel 1990 e diretta da Riccardo Vitanza, Parole & Dintorni è un’agenzia di comunicazione specializzata in relazioni con i media tradizionali e digitali. Tra i suoi clienti figurano artisti e personaggi della musica e dello spettacolo; eventi, festival musicali e manifestazioni varie; canali e programmi televisivi; locali; case discografiche; agenzie di management e organizzazione di concerti; case editrici e di produzione TV e cinema; enti e organizzazioni sociali e istituzionali. Marta Falcon – insieme a Sara Bricchi e Alessandra Bosi – lavora nell’agenzia dal 2013.

Raccontaci la tua prima volta.


Era il 2015 e accompagnavo Chanty in gara tra i Giovani. È stato lì che ho scoperto il mondo del Festival, diviso tra Ariston e Palafiori, con postazioni media in tutta la città, negli hotel e nei negozi, con folle di fan che affollano le strade a tutte le ore, mentre tra loro spuntano sosia di personaggi famosi della canzone italiana (storico il sosia di Renato Zero!).

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Trovare un casco in pieno Sanremo per salire sui motorini di Elio e le Storie Tese… perché no, loro non si spostavano in van come tutti! Con loro le più grandi risate.

La più grande soddisfazione?


Accompagnare nel 2020 Le Vibrazioni da Vincenzo Mollica per l’ultima intervista della sua storica carriera da inviato al Festival. Vedere Piero, Ignazio e Gianluca del Volo aggiudicarsi il podio e festeggiare insieme. La chitarra rotante di Mirco Mariani degli Extraliscio che fece ballare anche l’Orchestra.

Un aneddoto incredibile?

Nel 2016 ho avuto l’onore di essere a Sanremo con Ezio Bosso, insieme a Ettore Caretta, un artista di grande cultura. Dopo la sua esibizione, il cellulare mio e del mio capo Riccardo Vitanza non smettevano di suonare, chi per chiedere un’intervista, chi per fare i complimenti. Eravamo in un hotel a Bordighera ma in molti vennero a salutarlo fin lì, aveva colpito tutti con la sua bravura e la capacità di emozionare attraverso la musica.

La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?


Quando un giornalista mi ha chiesto se fossi io quella in gara tra i Giovani che aveva cantato la sera prima (e non era ironico).

Il luogo di Sanremo che adori di più?

Il bar Melody, che da anni ci sostiene con spritz e piadine in quella brevissima pausa che c’è tra la fine delle interviste pomeridiane e l’inizio della serata all’Ariston.

Francesca Casarino, Giulia Trippa, Valentina Ferrara

Words For You – Francesca Casarino / Giulia Trippa / Valentina Ferrara

Nel 2013 Francesca Casarino fonda Words For You, agenzia di comunicazione specializzata nell’intrattenimento. Nel 2020 entra Giulia Trippa in qualità di business partner. WFY è composta da diversi team con diverse competenze e specificità. Tra i principali clienti troviamo piattaforme streaming, artisti musicali, attori e creator, lifestyle brand, film e serie TV, tour musicali, festival e spettacoli dal vivo.


Raccontaci la tua prima volta.

Valentina Ferrara La prima volta a Sanremo fu nel 2007. Fu una settimana incredibile, intensa e anche divertente. Il ricordo indelebile rimane la festa molto ben riuscita che organizzammo in un club sulla spiaggia, è rimasta negli annali degli addetti ai lavori.

Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?

Francesca Casarino Qualche anno fa, per un artista, producemmo delle gift bag per la stampa da far consegnare a Sanremo in un giorno preciso negli hotel o negli appartamenti. L’auto della società che avrebbe dovuto occuparsi delle consegne andò in panne in autostrada: non avremmo più fatto in tempo a consegnare. Io sono nata qui vicino, ho alcuni amici in zona. Ne abbiamo chiamati alcuni che al volo ci hanno aiutato dividendosi le consegne.


La più grande soddisfazione?

Giulia Trippa Tutte le volte che senti di andare nella giusta direzione e che sta succedendo davvero qualcosa che si è deciso insieme e in cui si riconosce l’artista. E poi sicuramente le vittorie sanremesi, una vera gioia condivisa con tutto il gruppo di lavoro.

Un aneddoto incredibile?

GT Quelli davvero incredibili non li racconterò mai. Se cerco tra i ricordi mi viene in mente quando, a Festival appena concluso, ho chiamato l’amministratore di condominio per allestire una diretta televisiva nell’androne del mio palazzo con un artista, avevamo già ingaggiato le comparse, poi fortunatamente siamo andati in studio.


La domanda più assurda che hai sentito fare da un giornalista?

FC La domanda di un giornalista più assurda che mi sia capitata a Sanremo è stata: “Il cuscino (o il materasso, non ricordo bene) ti piace di più morbido o duro?”. Considerato che a Sanremo c’è sempre poco tempo per fare tutto, domande così fuori contesto le trovo assurde.

Il luogo di Sanremo che adori di più?

VF Amo la vibe della Pigna, la Sardenaira della Tavernetta, le feste al Santa Tecla e il playground vicino al Municipio dove durante i giorni del festival mio figlio più piccolo ha iniziato a camminare. Un suggerimento imperdibile a pochi minuti da Sanremo: la fantastica Bussana Vecchia.


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