Rock

Le 10 canzoni più belle dei Motörhead

Ripercorriamo la carriera della storica band britannica attraverso una selezione di alcuni dei loro brani leggendari

Autore Billboard IT
  • Il18 Novembre 2024
Le 10 canzoni più belle dei Motörhead

I Motörhead sono stati una delle band più influenti nella storia dell’heavy metal. Guidati dall’iconico Lemmy Kilmister, il loro suono potente e aggressivo ha gettato le basi per il thrash metal e influenzato generazioni di musicisti. Sebbene i Motörhead siano spesso associati al metal, Lemmy ha sempre definito la loro musica semplicemente come rock and roll, e la loro attitudine ribelle e senza compromessi ne è la prova. In questo articolo ripercorreremo la carriera e alcune delle canzoni più leggendarie dei Motörhead.

Le origini

I Motörhead si formarono nel 1975 quando Lemmy Kilmister, bassista e cantante, fu licenziato dai Hawkwind, una band space rock, per uso di droghe. Determinato a formare un gruppo che combinasse il potere del rock con l’energia del punk emergente, Lemmy creò i Motörhead (il nome deriva dall’ultima canzone che aveva scritto per i Hawkwind).

La prima formazione includeva Lemmy al basso e alla voce, Larry Wallis alla chitarra e Lucas Fox alla batteria, anche se presto furono sostituiti da “Fast” Eddie Clarke alla chitarra e Phil “Philthy Animal” Taylor alla batteria, formando il nucleo classico della band. Dopo un difficile inizio e un primo album quasi abortito, la band pubblicò il loro vero debutto, Motörhead (1977), che catturava già l’essenza del loro suono: velocità, potenza e un mix di punk e metal.

L’ascesa al successo

Il periodo più iconico dei Motörhead iniziò con il secondo album, Overkill (1979). La title track è un capolavoro di aggressività, con la doppia cassa di Philthy Animal Taylor che ha stabilito uno standard per la musica metal. Il brano è veloce, potente e rude, ma con un’energia che era allo stesso tempo punk e rock and roll.

Subito dopo venne Bomber (1979), un altro album potente che consolidò la reputazione della band. Ma fu con Ace of Spades (1980) che i Motörhead raggiunsero la loro consacrazione. La title track è probabilmente la loro canzone più famosa, un inno che incarna perfettamente la filosofia di Lemmy: vivere veloce, giocare duro e non guardarsi mai indietro. Il riff di chitarra è uno dei più riconoscibili nella storia del rock, e la voce ruvida e inconfondibile di Lemmy ha reso il brano un classico immediato.

Il successo di Ace of Spades portò la band a suonare nei principali festival e a raggiungere un nuovo livello di notorietà. Nel 1981 pubblicarono l’album dal vivo No Sleep ‘til Hammersmith, considerato uno dei migliori album live della storia del rock. Il disco catturava l’intensità delle esibizioni dal vivo dei Motörhead e consolidava il loro status di una delle band più potenti della scena.

Gli anni ’80

Dopo il trionfo di Ace of Spades, la formazione originale della band cominciò a mostrare segni di tensione, e nel 1982 “Fast” Eddie Clarke lasciò la band, sostituito da Brian “Robbo” Robertson, ex chitarrista dei Thin Lizzy. Con Robertson, i Motörhead pubblicarono Another Perfect Day (1983), un album più melodico rispetto ai precedenti lavori, che divise i fan. Sebbene l’album abbia mostrato un lato più sofisticato della band, non ebbe lo stesso impatto dei lavori precedenti.

Nel corso degli anni ’80, la formazione continuò a cambiare. Wurzel (Michael Burston) e Phil Campbell entrarono come chitarristi, portando una nuova dinamica alla band. Dopo una serie di album con esiti misti, tra cui Orgasmatron (1986), ricordato per la sua title track potente e minacciosa, i Motörhead riuscirono a mantenere la loro integrità e una base di fan fedele, anche se non sempre godevano dello stesso successo commerciale degli anni precedenti.

Gli anni ’90

Negli anni ’90 i Motörhead riuscirono a rinnovarsi, continuando a pubblicare album e a suonare dal vivo senza sosta. 1916 rappresentò un ritorno creativo, con brani come The One to Sing the Blues e I’m So Bad (Baby I Don’t Care), che dimostravano come la band non avesse perso la sua energia. L’album fu anche notevole per la title track, una ballata inaspettata e commovente che rifletteva sulla devastazione della prima guerra mondiale.

Seguirono altri album come March ör Die (1992) e Bastards (1993), che riportarono il gruppo in primo piano nel panorama metal. La loro musica, nonostante le tendenze mutevoli della scena musicale, rimase fedele alle radici della band: rock sporco, diretto e aggressivo.

Il nuovo millennio

Mentre i Motörhead invecchiavano, la loro energia e la loro determinazione non diminuivano. Album come We Are Motörhead (2000) e Inferno (2004) dimostrarono che la band era ancora una forza dominante, con brani potenti come God Save the Queen (una cover dei Sex Pistols) e In the Name of Tragedy. Lemmy, che ormai era diventato una vera leggenda del rock, continuava a portare la sua band in tour in tutto il mondo, con un atteggiamento indistruttibile che diventò parte del loro mito.

Nel 2010 pubblicarono The Wörld Is Yours, seguito nel 2013 da Aftershock, un altro album acclamato dalla critica. Nonostante i problemi di salute di Lemmy, la band continuava a suonare dal vivo con la stessa intensità di sempre.

La morte di Lemmy

Nel 2015, poco dopo aver compiuto 70 anni, Lemmy morì a causa di un tumore. La sua scomparsa segnò la fine dei Motörhead, dato che la band era indissolubilmente legata alla sua figura carismatica. L’ultimo album, Bad Magic (2015), fu pubblicato poco prima della sua morte e contiene brani che dimostrano che, fino alla fine, la band non aveva perso la sua grinta e potenza.

Dieci canzoni iconiche dei Motörhead

Ace of Spades

Non si può parlare dei Motörhead senza menzionare Ace of Spades, il brano più famoso della band e un inno del rock. Il riff iniziale di chitarra, immediatamente riconoscibile, e la voce graffiante di Lemmy danno vita a un classico. La canzone parla della passione per il gioco d’azzardo, ma è anche una metafora della vita stessa, vissuta all’insegna del rischio e della ribellione. Questo brano è la quintessenza del sound Motörhead: rapido, potente e senza compromessi.

Overkill

Overkill è una delle canzoni più iconiche e tecnicamente avanzate dei Motörhead. Il brano è famoso per la sua struttura, in cui sembra che finisca più volte, solo per ripartire con ancora più forza. La batteria martellante di Phil “Philthy Animal” Taylor e i riff infuocati di “Fast” Eddie Clarke rendono questa traccia un esempio perfetto del sound Motörhead, caratterizzato dalla sua intensità travolgente. Overkill è una dichiarazione di intenti: più forte, più veloce, senza tregua.

Bomber

La title track dell’album Bomber è un’altra pietra miliare del repertorio della band. Con un riff di chitarra che evoca l’immagine di un bombardiere in picchiata, la canzone è un mix perfetto di potenza e velocità. Il testo, ispirato agli attacchi aerei della seconda guerra mondiale, trasmette l’adrenalina e l’inesorabilità della macchina da guerra, rispecchiando il suono della band: un assalto sonoro che non lascia scampo.

Killed by Death

Killed by Death è una delle canzoni più rappresentative del lato oscuro e ribelle dei Motörhead. Pubblicata come singolo inedito per la compilation No Remorse, il brano è costruito su un riff pesante e oscuro, con Lemmy che grida “If you squeeze my lizard, I’ll put my snake on you”, in perfetto stile Motörhead. La canzone è un inno alla sfida della morte e una celebrazione della vita vissuta senza paura o compromessi.

Iron Fist

Iron Fist è un brano che cattura l’essenza più grezza e diretta della band. Con un suono duro e senza fronzoli, questa canzone parla di violenza e potere, temi tipici dell’immaginario Motörhead. Il riff aggressivo di Clarke e la ritmica implacabile di Taylor si combinano con la voce abrasiva di Lemmy, creando una delle tracce più pure e dirette della discografia del gruppo.

Orgasmatron

Orgasmatron è una delle canzoni più cupe e liricamente complesse dei Motörhead. In questo brano, Lemmy critica la religione, la politica e la guerra con una profondità che va oltre il semplice rock and roll. Il suono è pesante, con riff lenti e minacciosi che creano un’atmosfera apocalittica. La voce profonda e distorta di Lemmy, unita alla potenza della musica, rende Orgasmatron un pezzo unico nel loro repertorio.

Motörhead

Motörhead è la canzone che ha dato il nome alla band e ne incarna lo spirito. Originariamente scritta da Lemmy per i Hawkwind, la versione dei Motörhead è più veloce e aggressiva. Con un testo che riflette l’attitudine senza freni di Lemmy (“Sun up, sun down, I’m running free”), la canzone è una dichiarazione di ribellione e libertà, sostenuta da un riff di chitarra che non lascia spazio a compromessi.

The Chase Is Better Than the Catch

Questo brano tratto dall’album Ace of Spades dimostra la capacità della band di creare canzoni con un groove trascinante, senza perdere l’energia e l’aggressività che li caratterizzano. La canzone è costruita su un riff ipnotico e dimostra il lato più riflessivo della band, senza mai abbandonare il suono ruvido e diretto.

Stay Clean

Stay Clean è una delle tracce più potenti e concise dell’album Overkill. Con un riff semplice ma irresistibile e una performance vocale tagliente di Lemmy, il brano è un inno alla resistenza contro la conformità e l’ipocrisia. Il messaggio è chiaro: vivere la propria vita alle proprie condizioni, senza compromessi. È un brano che incarna l’attitudine ribelle della band in meno di tre minuti.

Stone Dead Forever

Stone Dead Forever è una canzone che esprime al meglio il lato più viscerale dei Motörhead. Con un riff martellante e un testo che riflette la caduta e la rovina di un individuo, il brano è una corsa sfrenata che non dà tregua all’ascoltatore. La combinazione di potenza e melodia rende Stone Dead Forever una delle tracce più sottovalutate della band, ma è un perfetto esempio della loro capacità di creare canzoni epiche con una forte carica emotiva.

In conclusione

Le dieci canzoni selezionate rappresentano il cuore e l’anima dei Motörhead: un mix esplosivo di velocità, potenza e attitudine ribelle. Ognuno di questi brani dimostra l’influenza duratura della band nel mondo del rock e del metal. Album come Ace of Spades, Overkill e No Sleep ‘til Hammersmith rimangono pietre miliari del rock e continuano a essere fonte d’ispirazione per nuove generazioni di musicisti.

Lemmy Kilmister, con il suo basso Rickenbacker, il suo cappello da cowboy e la sua voce ruvida, è diventato un’icona immortale del rock and roll, un simbolo di ribellione, libertà e pura dedizione alla musica. I Motörhead, con la loro musica veloce, rumorosa e potente, incarnano lo spirito indomabile del rock.

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