Le 10 canzoni più belle dei Supertramp
Ripercorriamo la carriera della storica band attraverso una selezione di alcuni dei loro brani indimenticabili
I Supertramp sono una delle band britanniche più iconiche degli anni ’70 e ’80, noti per il loro stile unico che fonde art rock, pop e progressive rock. Fondati nel 1969 da Rick Davies, i Supertramp hanno creato un suono inconfondibile, caratterizzato da melodie ricercate, arrangiamenti complessi e testi riflessivi. La carriera dei Supertramp ha raggiunto l’apice con l’album Breakfast in America, ma la loro eredità si estende ben oltre, grazie a un catalogo di canzoni che hanno saputo catturare l’immaginazione del pubblico globale.
Gli inizi
I Supertramp nacquero come progetto di Rick Davies e Roger Hodgson. Il loro primo album omonimo, uscito nel 1970, mescolava influenze di rock progressivo, jazz e blues, e si distingueva per un suono sperimentale e complesso. Tuttavia, nonostante l’ambizione del progetto, il disco non ottenne il successo sperato, e lo stesso destino toccò al secondo album, Indelibly Stamped (1971). Questi primi lavori mostrano una band ancora alla ricerca della propria identità, con lunghe composizioni strumentali e testi criptici.
La svolta di Crime of the Century
Il vero punto di svolta nella carriera dei Supertramp arrivò con l’uscita di Crime of the Century nel 1974. Con questo album la band trovò il proprio equilibrio tra accessibilità pop e ambizione artistica. Il disco fu il primo a vedere la band nella formazione classica, con Davies alle tastiere e alla voce, Hodgson alla chitarra e voce, John Helliwell ai fiati, Bob Siebenberg alla batteria e Dougie Thomson al basso.
Crime of the Century conteneva alcuni dei brani più iconici del gruppo, come Dreamer e School, che catturavano l’attenzione per le loro melodie orecchiabili, i testi riflessivi e i complessi arrangiamenti orchestrali. L’album è considerato uno dei migliori esempi di rock progressivo dell’epoca, grazie alla sua fusione di elementi sinfonici e una produzione elegante. Il tema dell’album, incentrato sull’alienazione e la lotta contro le convenzioni sociali, risuonò profondamente tra il pubblico.
La crescita del successo
Con Crisis? What Crisis? (1975) e Even in the Quietest Moments (1977), i Supertramp continuarono a evolversi, raffinando ulteriormente il loro sound e guadagnando un seguito sempre più ampio. Give a Little Bit, tratto da quest’ultimo album, divenne uno dei singoli più celebri della band, caratterizzato da un semplice riff acustico che si trasformava in un inno corale. I testi di Hodgson, spesso intrisi di introspezione e spiritualità, si mescolavano perfettamente con le composizioni di Davies, che aggiungevano un tocco più terreno e grintoso.
L’equilibrio creativo tra Davies e Hodgson era fondamentale per il successo della band. Le canzoni di Hodgson tendevano ad essere più melodiche e radiofoniche, mentre quelle di Davies erano più orientate verso il blues e il jazz, con testi che esploravano temi come la lotta interiore e la condizione umana.
L’apice della popolarità
Il 1979 fu l’anno in cui i Supertramp raggiunsero il picco della loro carriera con l’uscita di Breakfast in America, l’album che li avrebbe consacrati come superstar a livello mondiale. L’album presentava un suono più pop e commerciale rispetto ai lavori precedenti, ma mantenne l’inconfondibile sofisticazione musicale e lirica della band. Con canzoni come The Logical Song, Goodbye Stranger, Take the Long Way Home e la title track stessa, l’album scalò le classifiche internazionali, vendendo oltre 20 milioni di copie.
The Logical Song, scritta da Hodgson, è uno dei pezzi più rappresentativi dei Supertramp. Il testo esplora la perdita dell’innocenza e la disillusione che arriva con l’età adulta, mentre la melodia accattivante e l’arrangiamento di synth la resero una hit immediata. Al tempo stesso, Goodbye Stranger, firmata da Davies, mostrava il lato più funky e blues del gruppo, con il suo ritornello contagioso e il dialogo tra chitarre e tastiere.
Nonostante il successo commerciale di Breakfast in America, i rapporti all’interno della band iniziarono a deteriorarsi, in particolare tra Davies e Hodgson, i principali compositori. Le divergenze creative e personali sarebbero diventate più evidenti negli anni successivi.
Il declino
Dopo il tour di enorme successo legato a Breakfast in America, i Supertramp pubblicarono …Famous Last Words… nel 1982, un album che, pur avendo prodotto alcuni successi, non riuscì a replicare l’impatto del suo predecessore. Durante la registrazione dell’album, le tensioni tra Davies e Hodgson raggiunsero il culmine e Hodgson decise di lasciare la band per intraprendere una carriera solista.
L’uscita di Hodgson segnò la fine di un’era per i Supertramp. La sua voce alta e distintiva, insieme al suo approccio melodico, era stata un elemento chiave del suono della band. Tuttavia, Davies decise di proseguire con i Supertramp senza di lui, continuando a pubblicare album come Brother Where You Bound (1985) e Free as a Bird (1987). Sebbene questi lavori contengano ancora momenti degni di nota, come il brano di protesta politica Brother Where You Bound, la band non riuscì mai a raggiungere lo stesso livello di popolarità e impatto artistico degli anni ’70.
Il ritorno
Dopo un periodo di inattività negli anni ’90, i Supertramp si riformarono con Davies alla guida e pubblicarono Some Things Never Change (1997) e Slow Motion (2002). Questi album, pur apprezzati dai fan di lunga data, non riuscirono a riconquistare il pubblico mainstream. I tentativi di una possibile reunion con Hodgson non andarono mai in porto, con le divergenze personali e artistiche tra i due leader che impedirono una vera riconciliazione.
Dieci canzoni iconiche dei Supertramp
The Logical Song
The Logical Song, tratta dall’album Breakfast in America, è probabilmente la canzone più rappresentativa dei Supertramp. Scritta da Roger Hodgson, il brano esplora la perdita dell’innocenza e l’alienazione nel mondo moderno. Le liriche malinconiche si sposano perfettamente con il ritmo orecchiabile e l’arrangiamento ricco di sintetizzatori. Il contrasto tra la melodia gioiosa e il testo riflessivo ne ha fatto un inno intergenerazionale. È un perfetto esempio del lato melodico e pop della band, con un tocco di introspezione.
Dreamer
Dreamer, uno dei brani più iconici dell’album Crime of the Century, è una canzone vivace e fantasiosa che cattura perfettamente lo spirito di evasione. Hodgson, che ne è anche l’autore, canta con una voce alta e spensierata, mentre l’arrangiamento, dominato da pianoforte e sintetizzatori, dà al brano una sensazione di urgenza e leggerezza. Dreamer è un inno alla fantasia e all’ottimismo, con un tocco di malinconia tipico dei Supertramp.
Goodbye Stranger
Goodbye Stranger è un brano di Rick Davies, sempre tratto da Breakfast in America, e rappresenta il lato più funky e blues della band. Il brano racconta la storia di un uomo che non vuole legami stabili, e il suo riff di tastiera è tra i più riconoscibili della band. La canzone si distingue per l’armonizzazione vocale tra Davies e Hodgson e per l’atmosfera rilassata e accattivante.
Take the Long Way Home
Altro grande classico di Breakfast in America, Take the Long Way Home esplora i sentimenti di disillusione e alienazione in una relazione. Il brano è costruito intorno a una melodia malinconica, supportata dal pianoforte di Davies e da un uso evocativo dell’armonica. Hodgson, che ha scritto e cantato la canzone, ha spiegato che il testo riflette il senso di inadeguatezza che una persona può provare nella propria vita. La sua atmosfera riflessiva e la bellezza melodica l’hanno resa un pilastro della discografia della band.
Breakfast in America
La title track dell’album Breakfast in America è una canzone dal tono ironico e brillante, scritta da Roger Hodgson. Con un arrangiamento vivace e pieno di ottimismo, il brano racconta i sogni di un giovane britannico che immagina una vita migliore negli Stati Uniti. Nonostante il tono leggero, la canzone contiene una sottile critica alla cultura americana e alla sua visione idealizzata. La melodia è una delle più orecchiabili della band e il brano è diventato un simbolo della loro carriera.
School
School, tratta da Crime of the Century, è una delle canzoni più emblematiche della vena progressive rock dei Supertramp. La canzone inizia con un intro inquietante di armonica, prima di esplodere in un arrangiamento ricco di cambi di tempo e dinamiche. Il testo parla della rigidità del sistema scolastico e delle pressioni sociali che opprimono la creatività individuale. L’atmosfera cupa e le liriche intense rendono School una delle canzoni più potenti e riflessive della band.
Bloody Well Right
Bloody Well Right, sempre da Crime of the Century, è una delle canzoni più aggressive dei Supertramp. Scritta da Rick Davies, la canzone presenta un riff di tastiera incisivo e un tono sarcastico nei testi, che criticano l’ingiustizia sociale e il conformismo. Bloody Well Right è spesso accoppiata con School nei concerti e nei passaggi radiofonici, creando un contrasto perfetto tra i due pezzi. È una delle loro poche canzoni in cui emerge con forza l’influenza del blues rock.
Rudy
Rudy è una delle canzoni più ambiziose dei Supertramp, tratta sempre da Crime of the Century. La struttura del brano è complessa, con cambiamenti di ritmo e atmosfera che narrano la storia di un uomo solitario e insoddisfatto della sua vita. Il brano cresce lentamente fino a culminare in una sezione orchestrale drammatica, sottolineando l’isolamento del protagonista. La profondità emotiva e la complessità musicale di Rudy la rendono una delle tracce più affascinanti del repertorio dei Supertramp.
Fool’s Overture
Fool’s Overture, dall’album Even in the Quietest Moments, è un brano epico che dura oltre dieci minuti, uno dei pezzi più sperimentali e progressivi della band. Scritto da Roger Hodgson, il brano combina musica classica, suoni ambientali e rock in una narrazione che esplora temi di storia, religione e identità. La canzone include anche un estratto del celebre discorso di Winston Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale, aggiungendo una dimensione storica e drammatica.
Give a Little Bit
Give a Little Bit, sempre dall’album Even in the Quietest Moments, è uno dei brani più ottimisti e amati dei Supertramp. Con un riff di chitarra acustica semplice ma contagioso, e un testo che invita alla condivisione e all’amore, la canzone è diventata un inno universale di positività. Roger Hodgson ha spiegato che la canzone è nata dal desiderio di esprimere un messaggio di gentilezza e altruismo.
In conclusione
La discografia dei Supertramp è piena di canzoni memorabili che mescolano introspezione, innovazione musicale e una sorprendente accessibilità pop. I loro brani spaziano da pezzi epici e orchestrali a melodie più leggere e spensierate, dimostrando una versatilità unica nel panorama del rock. Ogni canzone qui presentata riflette una diversa sfaccettatura del loro talento, consolidando i Supertramp come una delle band più innovative e influenti della loro epoca.