Le 10 canzoni più belle dei Creedence Clearwater Revival
Ripercorriamo la carriera della storica band americana attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili
I Creedence Clearwater Revival (CCR) sono stati una delle band più iconiche e influenti della fine degli anni ’60 e dell’inizio degli anni ’70. Nonostante la loro carriera relativamente breve, che si è conclusa nel 1972, il loro impatto sulla musica rock e sulla cultura popolare è stato immenso. Con il loro inconfondibile sound, che mescolava rock and roll, country, blues e il cosiddetto “swamp rock”, i Creendence Clearwater Revival hanno creato una serie di canzoni di successo indimenticabili e durature. Questo articolo ripercorre la loro carriera, dal loro debutto fino allo scioglimento.
Gli inizi
La storia dei Creedence Clearwater Revival inizia a El Cerrito, California, alla fine degli anni ’50, quando i fratelli John e Tom Fogerty, insieme a Stu Cook e Doug Clifford, formarono una band chiamata The Blue Velvets. Inizialmente il gruppo suonava in piccole esibizioni locali e faceva cover di successi rock and roll dell’epoca. Nel 1964 cambiarono nome in The Golliwogs e firmarono un contratto con la Fantasy Records, ma il successo tardava ad arrivare. Tuttavia la situazione sarebbe cambiata con una svolta fondamentale nel 1967.
La nascita dei Creedence Clearwater Revival
Nel 1967 la band adottò il nome Creedence Clearwater Revival. Il nuovo nome rifletteva tre idee diverse: “Creedence” derivava da un amico di Tom Fogerty, Credence Nuball; “Clearwater” faceva riferimento a una campagna ambientalista che promuoveva la conservazione dell’acqua pulita; e “Revival” indicava il rinnovato entusiasmo della band per la musica. Con questa nuova identità e il crescente talento di John Fogerty come leader, cantante principale e principale compositore, i CCR erano pronti per il successo.
L’ascesa al successo
Il 1968 fu l’anno di svolta per la band. Il loro primo album, Creedence Clearwater Revival, conteneva la loro prima hit, una reinterpretazione del brano di Dale Hawkins Susie Q, che entrò nelle classifiche statunitensi. Questo segnò l’inizio di un periodo incredibilmente produttivo e di successo. Negli anni seguenti, i CCR pubblicarono una serie di album che definirono il loro sound distintivo e li consacrarono come una delle band più amate d’America.
Tra il 1969 e il 1970 la band pubblicò quattro album in meno di due anni: Bayou Country (1969), Green River (1969), Willy and the Poor Boys (1969) e Cosmo’s Factory (1970). Ognuno di questi album conteneva canzoni che divennero grandi successi e classici del rock, tra cui Proud Mary, Bad Moon Rising, Green River, Down on the Corner, Fortunate Son e Who’ll Stop the Rain.
Il 1970 rappresentò il culmine della carriera dei CCR: il loro album Cosmo’s Factory dominò le classifiche, diventando uno dei dischi più venduti dell’anno. Il successo era dovuto non solo al talento musicale della band, ma anche alla capacità di John Fogerty di scrivere canzoni con temi universali, spesso con un taglio politico e sociale. Brani come Fortunate Son si ergevano come critiche aperte alla guerra del Vietnam e alla disuguaglianza sociale.
I conflitti interni e lo scioglimento
Nonostante il successo commerciale, all’interno della band iniziarono a emergere tensioni, soprattutto a causa del controllo esercitato da John Fogerty. Mentre era chiaro che Fogerty era il cuore creativo della band, gli altri membri cominciavano a sentirsi frustrati per la mancanza di spazio nelle decisioni artistiche. Tom Fogerty, fratello di John e chitarrista ritmico, fu il primo a lasciare la band nel 1971, insoddisfatto per il suo ruolo marginale. Nonostante questa perdita, la band continuò come trio e pubblicò l’album Mardi Gras nel 1972.
Mardi Gras però fu un insuccesso a livello sia commerciale che di critica. I membri rimanenti (Stu Cook e Doug Clifford) avevano ottenuto maggiore voce in capitolo nella scrittura delle canzoni, ma il risultato fu considerato deludente. John Fogerty, che fino a quel momento aveva portato la maggior parte del peso creativo, sembrava distaccato dal progetto. Alla fine, nel 1972, la band decise di sciogliersi definitivamente.
L’eredità artistica
Sebbene la carriera dei CCR sia durata solo cinque anni, il loro impatto sulla musica è stato straordinario. Dopo lo scioglimento, John Fogerty intraprese una carriera da solista di successo, anche se rimase per lungo tempo in disputa legale con la Fantasy Records e i suoi ex compagni di band per questioni riguardanti i diritti delle canzoni. Tom Fogerty morì prematuramente nel 1990. Stu Cook e Doug Clifford formarono una band chiamata Creedence Clearwater Revisited, che suonava i classici dei CCR in tour, anche se John Fogerty non approvava l’uso del nome della band.
Nel 1993 furono introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. La loro capacità di catturare lo spirito del tempo e creare musica senza tempo è la chiave della loro eredità duratura. I Creedence Clearwater Revival sono stati e rimangono una band che ha definito un’epoca, influenzando generazioni di musicisti e fan.
Dieci canzoni iconiche dei Creedence Clearwater Revival
Proud Mary
Proud Mary è probabilmente il brano più riconoscibile della band, tratto dall’album Bayou Country. La canzone parla di un operaio che decide di abbandonare la vita cittadina e cercare la libertà lungo il fiume. Il riff di chitarra semplice ma efficace di John Fogerty e il ritmo rilassato rendono questa canzone un classico del rock. Il brano è stato interpretato anche da artisti del calibro di Tina Turner, rendendo Proud Mary una delle canzoni più influenti di sempre.
Bad Moon Rising
Pubblicata nell’album Green River, Bad Moon Rising è un perfetto esempio dello stile “swamp rock” dei CCR, che unisce il rock con le atmosfere paludose del Sud degli Stati Uniti. Il testo prevede l’arrivo di disastri e calamità, nonostante la melodia orecchiabile e allegra. Questo contrasto tra un ritmo vivace e un messaggio oscuro ha reso la canzone unica e memorabile.
Fortunate Son
Una delle canzoni più politiche dei Creedence Clearwater Revival. Fortunate Son, da Willy and the Poor Boys, è una critica diretta all’élite privilegiata che riusciva a evitare il servizio militare durante la guerra del Vietnam, mentre i giovani delle classi meno abbienti venivano mandati al fronte. Con il suo messaggio incisivo, la canzone è diventata un inno di protesta e rimane rilevante ancora oggi.
Have You Ever Seen the Rain?
Tratta dall’album Pendulum, Have You Ever Seen the Rain? è una delle canzoni più malinconiche dei Creedence Clearwater Revival. La canzone affronta il tema della disillusione, e molti fan e critici la interpretano come una riflessione sui conflitti interni alla band e sul deteriorarsi dei rapporti tra i membri, specialmente tra i fratelli John e Tom Fogerty. Con il suo tono riflessivo e un testo evocativo, la canzone è ancora uno dei pezzi più amati del repertorio della band.
Green River
Green River, tratta dall’omonimo album, cattura alla perfezione lo spirito rurale e nostalgico di gran parte della musica dei CCR. La canzone racconta i ricordi d’infanzia di John Fogerty e i suoi viaggi estivi lungo il fiume, con immagini vivide e un senso di libertà e avventura. Il riff ipnotico della chitarra e la voce rauca di Fogerty fanno di questa canzone un capolavoro di semplicità e intensità.
Who’ll Stop the Rain
Questa canzone, dall’album Cosmo’s Factory, è una riflessione sul caos sociale e politico degli anni ’60. Who’ll Stop the Rain esprime il desiderio di una fine ai disordini, alla violenza e alla guerra, rappresentati metaforicamente dalla pioggia incessante. La melodia dolce e il testo carico di speranza lo rendono uno dei brani più poetici dei CCR, un inno per coloro che cercano pace in tempi difficili.
Down on the Corner
Down on the Corner, dall’album Willy and the Poor Boys, è una delle canzoni più allegre e ottimiste dei Creedence Clearwater Revival. Racconta la storia di una band di strada che suona musica per le persone del quartiere, creando un’atmosfera di festa e spensieratezza. Il ritmo coinvolgente e il testo gioioso lo hanno reso uno dei brani più apprezzati del gruppo, dimostrando la versatilità dei CCR nel creare musica che poteva essere sia socialmente impegnata che divertente.
Run Through the Jungle
Run Through the Jungle è un oscuro e inquietante brano dell’album Cosmo’s Factory, spesso associato alla guerra del Vietnam. Con la sua atmosfera tesa e il riff ripetitivo, la canzone evoca un senso di pericolo imminente e claustrofobia. Anche se John Fogerty ha dichiarato che il tema principale è la proliferazione delle armi negli Stati Uniti, molti ascoltatori la interpretano come una metafora per le orrende esperienze vissute dai soldati nella giungla vietnamita.
Travelin’ Band
Ispirata al rock and roll delle origini, Travelin’ Band è una canzone energica e frenetica che riflette la vita in tour della band. Con un ritmo incalzante e un arrangiamento che ricorda i classici brani rock degli anni ’50, la canzone è una celebrazione della musica live e delle esperienze on the road. Questo brano cattura la natura selvaggia e spensierata del rock and roll, diventando un pezzo essenziale nei concerti della band.
Lodi
Lodi, da Green River, racconta la storia malinconica di un musicista che si ritrova bloccato in una piccola città senza riuscire a sfondare nel mondo della musica. Il protagonista della canzone, che sperava in una vita migliore, si ritrova intrappolato in un’esistenza di delusioni. La canzone rappresenta l’altra faccia del sogno americano, un racconto di fallimenti e occasioni mancate che molti possono comprendere.
In conclusione
I Creedence Clearwater Revival hanno creato un catalogo di canzoni che hanno resistito alla prova del tempo, ciascuna delle quali riflette il periodo storico in cui è stata composta, ma continua a parlare a generazioni successive. Dalle critiche sociali ai brani più personali e nostalgici, i CCR hanno saputo mescolare impegno, divertimento e straordinarie doti musicali, lasciando un’eredità che ha ispirato e continua a ispirare musicisti e ascoltatori in tutto il mondo.