Audio spaziale: Apple trasforma l’ascolto della musica
Anche la musica ha un’evoluzione: dall’audio mono a quello stereo e, da oggi, inizia la nuova era dell’audio spaziale con Dolby Atmos
Da oggi, inizia la nuova era dell’audio spaziale con Dolby Atmos per Apple Music. Anche la musica ha un’evoluzione: dall’audio mono si arriva all’audio stereo e, da oggi, inizia la nuova era dell’audio spaziale appunto.
Prima di parlare di audio spaziale con Dolby Atmos dobbiamo tornare indietro di un po’ di anni per capire come l’audio, registrato e/o riprodotto, si è evoluto negli ultimi secoli. Tutto ebbe inizio con la monofonia, semplicemente abbreviata in mono, ovvero la tecnica di registrazione e riproduzione di un suono.
Il mono è, in parole facili, un unico flusso sonoro completo che viene riprodotto da un diffusore acustico posizionato frontalmente all’utente ascoltatore. Fu la prima, e la più semplice, tecnica di registrazione e riproduzione del suono implementato. È la tecnica che offre la più basse e minori prestazioni. Infatti, nella vita di tutti i giorni, il suono ha, e può avere, molteplici punti di origine.
Così, nel lontano 1896, furono poste le prime basi pionieristiche della stereofonia grazie alla teoria di Rayleigh. Teorie ipotizzate proprio dall’ideatore: il fisico John William Strutt Rayleigh. Fu proprio John William che, in una delle sue più celebri pubblicazioni, mise le basi per la stereofonia.
Nonostante queste teorie e pubblicazioni è solo nel 1931 che nasce ufficialmente la stereofonia. Nascita che avviene grazie all’ingegnere Alan D. Blumlein nei laboratori in UK della EMI e, inseguito, registrata come brevetto. La stereofonia, abbreviato in stereo, è quindi la tecnica di riproduzione e registrazione di un sono che, a differenza della mono, prevede due flussi di informazioni sonore. Ognuno dei due flussi è destinato a un differente diffusore acustico presente nell’ambiente d’ascolto. Ogni diffusore è strategicamente posizionato secondo regole prestabilite.
L’audio spaziale è la nuova tecnologia per l’ascolto, e la registrazione, di un suono (quindi anche di brani musicali) che permette all’ascoltatore di sentire in cuffia un sound più immersivo. Si ha proprio la sensazione che i suoni provengano da ogni angolo intorno a noi. Sono ormai anni che si parla di audio spaziale, anche chiamato audio 8D. Ne avevamo parlato anche noi lo scorso anno per capirne un po’ di più, e proprio lo scorso anno c’è stato il fatidico boom. In sostanza, gli audio che abbiamo ascoltato, non erano effettivamente in otto dimensioni ma un’ottima elaborazione per simulare le famose otto dimensioni.
E chissà se, proprio grazie a questo “trend”, in casa Cupertino abbiano deciso di approfondire il tutto. Sicuramente il team Apple Music, precedentemente di iTunes, era già al lavoro per offrire ai propri utenti qualcosa di unico, qualcosa di spaziale. Oggi Apple Music offre a tutti i suoi utenti abbonati una selezione (per il momento) di brani registrati con la nuova tecnologia dell’audio spaziale con Dolby Atmos. Quella sensazione che potevamo provare e gustare solo al cinema, oggi la ritroviamo anche nelle nostre cuffie AirPods Pro e AirPods Max.
L’audio spaziale con Dolby Atmos è la nuova esperienza audio coinvolgente che permette, non solo all’utente finale un ascolto più immersivo, ma anche agli artisti di mixare e registrare la loro musica in un nuovo modo cosicché il suono provenga da ogni parte, compreso dall’alto al basso.
Zane Lowe, disc jockey, conduttore radiofonico e televisivo, produttore e discografico neozelandese che dal 2015 conduce un programma sulla radio di Apple Beats 1, così definisce l’audio spaziale: «Un’esperienza di ascolto di alta qualità in cui il suono ti avvolge e ti sommerge. Più precisamente lo definisce il livello successivo dell’evoluzione della musica registrata. Dalla musica in mono allo stereo e oltre. Dal rock all’hip-hop fino al jazz, alla classica e al pop… ora puoi ascoltare (e fare) musica più precisa, più chiara e più fedele alle incisioni in studio, diversa da qualunque cosa tu abbia mai sentito».
Le prime “piccole” differenze le possiamo sentire anche con qualsiasi auricolare e AirPods. Ma, la vera magia, e le vere “enormi” differenze sull’ascolto le possiamo scoprire e apprezzare grazie alle AirPods Pro e le nuove AirPods Max. Grazie a un esclusivo motore con doppio magnete ad anello in neodimio, le AirPods Max possono mantenere una distorsione armonica totale inferiore all’1% nell’intera gamma udibile. Utilizzando ciascuno dei 10 core audio dei chip, in grado di eseguire 9 miliardi di operazioni al secondo, l’audio computazionale rende possibile un’esperienza di ascolto rivoluzionaria che include equalizzatore adattativo, cancellazione attiva del rumore, modalità Trasparenza e audio spaziale.
Le AirPods Max utilizzano l’audio spaziale con monitoraggio dinamico della testa per collocare i suoni praticamente in qualsiasi punto dello spazio, così da offrire un’esperienza immersiva, da cinema, per contenuti registrati in 5.1, 7.1 e Dolby Atmos. Grazie al giroscopio e all’accelerometro delle AirPods Max e dell’iPhone o dell’iPad, l’audio spaziale monitora i movimenti della testa e del dispositivo, mette i dati a confronto, quindi rimappa il campo sonoro così che rimanga sempre ancorato al dispositivo, anche quando l’utente muove la testa.
Con l’arrivo dell’audio spaziale con Dolby Atmos la musica si è trasformata e si è evoluta. Siamo dell’idea di pensarla come Zane Lowe: «L’audio stereo continuerà a esistere. Nessuno lo cancellerà, come nessuno ha cancellato il mono. I brani scritti per essere ascoltati in stereo avranno sempre un suono stereo incredibile. Ma ora la musica si farà strada in un nuovo ambiente spaziale. Non si tratta della fine di qualcosa: ma è l’inizio di qualcosa di nuovo». E vorrei aggiungere: di unico nel suo modo di ascoltare la musica.