Evoluzione e “Metamorfosi” di Joseph Capriati. Nuovo album a settembre
Il grande DJ e producer casertano ci anticipa l’uscita del suo progetto per l’etichetta da lui fondata. L’intervista a Joseph Capriati
Joseph Capriati annuncia l’uscita del suo nuovo album che sarà pubblicato il 4 settembre: Metamorfosi che non a caso rappresenta l’evoluzione artistica del producer / DJ.
Classe ’87, casertano di nascita ma con un talento unico pari ai DJ di Detroit e di Berlino. Rispettato da icone del clubbing come Carl Cox, Dubfire, Danny Tenaglia, Dave Clarke e Louie Vega dei Masters At Work, Joseph Capriati ha anche creato la sua label, Redimension da quasi un lustro.
Ed è proprio per la sua etichetta che arriva Metamorfosi che mostra uno spettro sonoro molto ampio e per certi versi sorprendente (dalle pulsazioni acid e vischiose di Anything Is Possible alla house molto dubbata di Spirit Brothers che non a caso vede come feat. mr. Louie Vega).
Abbiamo chiamato Joseph per saperne di più.
Joseph, dove ti trovi? Tutto ok durante il lockdown?
Mi trovo a Barcellona, chiuso in casa da 3 mesi ormai. Abito in questa bellissima città da circa otto anni e non mi era mai capitato di stare cosi tanto a casa, davvero! La prossima settimana tornerò in Italia, finalmente, per poter rivedere la mia famiglia che mi è mancata molto dopo un lungo periodo di quarantena.
Domanda scontata ma necessaria, ci dici perché hai intitolato così l’album che uscirà a settembre?
Metamorfosi è il racconto di un’evoluzione a livello musicale, come produttore soprattutto. Quello che sentirete è il frutto della mia maturazione artistica negli anni: è una metamorfosi perché molte persone non si aspetteranno di ascoltare questo genere di musica da parte mia. Ma credo che sia giusto e doveroso dover dare sfogo a livello artistico a elementi che mi ispirano a 360° e non limitarmi a un solo genere. Non c’è modo migliore di “dar sfogo” alla creatività se non attraverso un album. Quando si parla di EP o di singolo, si segue più una linea produttiva pensando alla pista da ballo, mentre con un album posso esprimere il mio ego musicale in tutte le sue sfaccettature. Ci ho lavorato per quasi quattro anni perché volevo arrivare a toccare nuovi generi e affinare quello che è il lavoro di Joseph Capriati produttore.
Noi abbiamo sentito l’album in anteprima e Spirit Brothers mi piace molto. Ha questo tocco dub molto berlinese (molto stile Basic Channel/Rhythm & Sound) e c’è Louie Vega che hai utilizzato in maniera sorprendente. Ce ne parli?
Spirit Brothers è per me una traccia molto importante, Louie Vega è stato una grande fonte di ispirazione, pensa, sin da quando avevo circa 11 anni! Ed è tutt’ora uno dei miei veri idoli; creare una traccia insieme, andare nel suo studio a New York è stato un sogno ad occhi aperti, un’esperienza per me indimenticabile. Nella stesura di Spirit Brothers, ho cercato di mantenere una linea molto semplice e parlando con lui gli ho proposto di partecipare alla traccia come se fosse il Louie Vega degli anni ’90. Quando si esprimeva con alcune sue dub version impressionanti. Infatti è stato un gran lavoro e penso sia una traccia di classe, dai suoni raffinati ma comunque una traccia da club.
Sempre parlando di collaborazioni hai portato il mitico “neapolitan power” del grande James Senese dentro il brano New Horizon...
Ne sono orgoglioso. La collaborazione con James Senese mi ha fatto maturare molto a livello artistico. La traccia per me è un omaggio a Napoli e alla scena napoletana musicale in generale: rappresenta l’essenza stessa della città. Per me, sono due realtà e due epoche a confronto: James Senese da un lato rappresenta il funk napoletano come pioniere del blues e io dall’altro, con tutta la modernità che rappresento con la musica elettronica. Credo che sia una traccia che richiama il sound di Massive Attack o Tricky, è un po’ anni ’90, c’è un sound speciale con il sax di James e la sua voce black particolarissima, che riproduce dei suoni unici. Sono sicuro che esprimerà il messaggio giusto e credo che sia una sorta di simbolo di questo connubio e sono certo che arriverà dritto al cuore delle persone, soprattutto a Napoli e in Campania in generale.
Cosa ti piaceva mentre preparavi il nuovo album? Voglio dire, avevi un “ventaglio” di riferimenti nei suoni che hai “messo sul banco mixer” e poi li hai rispettati o sei andato altrove?
Non ho assolutamente seguito nessun filone musicale ma mi sono lasciato andare. Certamente il mio subconscio ha riportato alla luce alcuni miei riferimenti musicali preferiti ed è andato a toccare quelle che sono le mie influenze musicali. Ma proprio durante l’album non ho ascoltato nulla: è stata una semplice libera interpretazione di tutto ciò che avevo dentro.
Come vedi questo lavoro alla luce del periodo che stiamo vivendo?
Certamente è un periodo storico molto difficile per l’umanità e in primis sta procurando come effetto una forte crisi economica. Credo che ultimamente le persone siano molto attente alla musica e visto che sono a casa con più tempo a disposizione, hanno modo di ascoltare con un orecchio più attento e concentrato rispetto al passato e approfondire la propria passione e cultura musicale.
Questo non è un album che punta alla classifica o altro. Sono contento che uscirà a breve e che sarà lì per essere ascoltato, anche fra qualche anno… Credo che fare un album, soprattutto di musica elettronica, rappresenti un modo di lasciare un contributo alle generazioni presenti e future. Metamorfosi è il mio piccolo contributo alla musica e alla scena elettronica in generale. Ho rimandato tante volte ma ora credo sia arrivato il momento giusto per farlo.
L’album Metamorfosi vedrà la luce in tutti i formati anche nella elegante versione in vinile, triplo 12”.