Le cinque canzoni del decennio. La scelta di Dardust
Si sono conclusi gli anni ’10. Dardust ci racconta quali sono le sue cinque canzoni top di questi dieci anni che si sono appena conclusi
Abbiamo chiesto ad alcuni dei protagonisti della musica italiana e internazionale quali sono i loro brani preferiti del decennio appena concluso.
È la volta di Dardust. All’anagrafe Dario Faini, è un polistrumentista, compositore e produttore di successo che ha esordito nel 2015 con l’album 7. Negli ultimi anni ha collaborato a molti brani di successo. Per citarne alcuni: Soldi e Barrio di Mahmood (insieme a Charlie Charles), Non Avere Paura di Tommaso Paradiso e Tsunami, il brano con cui gli Eugenio in Via di Gioia parteciperanno a Sanremo Giovani quest’anno.
Anticipato dal singolo Prima, a gennaio arriverà il suo nuovo album, distribuito a livello internazionale da Sony Music Masterworks.
Questi i brani scelti da Dardust.
Woodkid – Run Boy Run (2012)
Da Assassin Creed a Stephen Spielberg, Run Boy Run è un capolavoro sincronizzato ovunque negli anni, diventando il manifesto dell’epicità neoclassica. Elettronica, orchestra e il timbro inconfondibile di Woodkid a mio avviso rimarranno nella storia della musica contemporanea.
Mahmood – Soldi (2019)
Non è volutamente autoreferenziale la cosa, ma Soldi rimane per la mia carriera da autore e producer la cosa più stupefacente, miracolosa e inaspettata. Una di quelle cose che accadono una volta nella vita e che valgono una carriera intera da artista. Scritto nella libertà più totale senza schemi e senza aspettative, ha avuto un impatto sulla forma canzone italiana che nessuno si aspettava.
Kendrick Lamar – Humble (2017)
Ho visto Lamar live a Manchester e sono rimasto folgorato. Un’epifania che mi ha fatto innamorare definitivamente di tutta la scena urban a partire da Compton per arrivare in Italia. Humble è il mio manifesto di Damn e ora anche un tatuaggio sul braccio. Indelebile.
Childish Gambino – This is America (2018)
This is America ha avuto un impatto su tutti devastante, soprattutto per il video, e per il contrasto tra le sfumature gospel allegre e il beat minaccioso e violento. Glover si dimostra un performer unico e rappresenta, con un’ironia tagliente come una lama, la posizione nell’essere neri in America e della violenza armata nel paese. Almeno 1000 streaming del video sono miei.
Ólafur Arnalds – Near Light (2011)
Non è una canzone ma per me ha avuto lo stesso impatto diventando un classico potentissimo, facendomi entrare nella dimensione più intima del pianismo contemporaneo, fatto di emozionalità altissima, intimismo ed elettronica. La mia identità come Dardust non sarebbe forse esistita se non fossi passato attraverso questa perla. Evergreen.