“Blur: To The End” è il doc sentimentale su una band che ancora spacca dal vivo
Arriva al cinema dal 24 al 26 febbraio il docufilm sul gruppo capitanato da Damon Albarn: sarà presentato in anteprima a Torino per l’apertura della nuova edizione di Seeyousound
Photo courtesy of Altitude
Blur: To the End è il più intelligente docufilm sui cinquantenni che se ne fregano della forma fisica, dell’essere giovanili a tutti i costi ma che però quando salgono su un palco sanno ancora “spezzare le ossa” ai newcomer. Potremmo riassumere così questo lavoro che stilisticamente non è un granché ma sottende un messaggio provocatoriamente controcorrente.
Il documentario Blur: To the End
Seppur con un carisma strepitoso, Damon Albarn non voleva apparire in Blur: To the End come la versione glamour/rock di Jude Law. Ha deciso di farsi seguire dalla camera dal regista Toby L quando ha riunito i suoi sodali da una vita, la sua band, i Blur. Ovvero Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree.
I quattro sono pedinati da vicinissimo durante il lungo momento preparatorio del comeback (dopo otto anni), che va dall’ideazione-registrazione del loro ultimo (notevole) album The Ballad of Darren fino al concerto di Wembley del luglio dell’estate scorsa – che arriva a due terzi del doc – e tappa cruciale di un tour che li ha visti anche suonare al Primavera Sound e al Lucca Summer Festival. Chi è andato a vederli si sarà sicuramente divertito, ma volete mettere l’atmosfera casalinga di Wembley?
Blur: To the End è un lavoro molto differente rispetto ai precedenti documentari che erano basati sul collage di footage e interviste. Come era accaduto per No Distance Left to Run, che seguiva la band nel 2009, o il gustoso Starshaped che coglieva i Blur nel loro momento aureo degli esordi, con la fugace presenza del guru dell’indie, John Peel. Questo lavoro invece è un affresco spesso agrodolce, umanissimo. Piacerà a chi ha sempre pensato che i Blur sono stati la band più multiforme, passando dallo shoegazing al baggy sound, fino al revivalismo del sound dei Kinks, anticamera del sound britpop.
La nuova edizione di Seeyousound
Blur: To the End sarà presentato in anteprima nazionale come film di apertura dell’undicesima edizione di SEEYOUSOUND – International Music Film Festival. Il festival torinese è un unicum in Italia: nessun altro evento è interamente dedicato al cinema a tematica musicale. Lì si potranno vedere in anteprima, tra gli altri docufilm, Mogwai: If the Stars Had a Sound di Antony Crook e il lavoro della regista-artigiana Marie Losier che ci porta alla scoperta della controversa artista canadese con Peaches Goes Bananas.
Alcuni frame del documentario
Photo courtesy of Altitude