David di Donatello 2025: con Delpero e Vicario la regia è (finalmente) donna
Nell’edizione più politica degli ultimi anni, con gran parte degli artisti premiati che si sono espressi sulla situazione critica mondiale e sul riarmo, a trionfare è stato “Vermiglio”

Foto di Emanuele Manco
I David di Donatello 2025 rimarranno nella storia: per la prima volta, finalmente, due donne hanno vinto il premio per la regia. Maura Delpero e il suo Vermiglio, miglior film, sono stati i trionfatori assoluti con sette statuette. Margherita Vicario con Gloria! (qui la nostra intervista), oltre al premio come miglior regista esordiente, ha dominato le categorie musicali. La cantautrice ha conquistato la miglior colonna sonora e la miglior canzone. Quest’ultima con il singolo ARIA!.
Tra gli altri premiati spiccano Elio Germano e Tecla Insolia rispettivamente per Berlinguer – La grande ambizione e L’arte della gioia come attore e attrice protagonista. Nelle categorie attoriali di supporto, invece, hanno trionfato Valeria Bruni Tedeschi, sempre per il film di Valeria Golino, e Francesco di Leva per il suo ruolo in Familia. La migliore sceneggiatura è stata vinta da Maura Delpero per Vermiglio. L’opera mattatrice ha anche vinto al suono, alla fotografia, alla produzione e al casting.
Una cerimonia politica
«I politici investano miliardi in arte e cultura e un po’ meno nelle armi» ha detto Margherita Vicario al termine del suo discorso sul palco. E, come lei, gran parte degli artisti premiati si sono espressi sulla situazione critica mondiale. Tra questi soprattutto Elio Germano, che ha fatto anche riferimento alla situazione nella striscia di Gaza: «Una persona povera deve avere la stessa dignità di un ricco, una donna la stessa di un uomo, un nero la stessa di un bianco, un italiano di uno straniero e un palestinese la stessa dignità di un israeliano».
Maura Delpero ha fatto invece riferimento ai momenti di lavorazione di Vermiglio: «Quando ho scritto questo film mi hanno chiesto se non fosse anacronistico parlare di guerra, ma la guerra è sempre attuale. E da allora ancora di più. Il mio è un film profondamente antimilitarista». Tra i discorsi più sentiti e partecipanti c’è stato sicuramente quello di Pupi Avati – premiato con un David Speciale – che ha fatto un appello ai politici affinché supportino il cinema, rivolgendosi anche al sottosegretario Luce Bergonzoni in platea.