Extraliscio, arriva al cinema il film “Punk da Balera”
Dopo averli visti riempire l’Ariston di ritmi, chitarre distorte e tanta voglia di ballare, li ritroveremo sullo schermo nel film Extraliscio – Punk da balera
Il film Extraliscio – Punk da Balera. Si ballerà finché entra la luce dell’alba, presentato in anteprima alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, uscirà nelle sale il 14, 15 e 16 giugno, distribuito come evento da Nexo Digital. Alla regia Elisabetta Sgarbi che, oltre ad aver prodotto l’ultimo album della band, È Bello Perdersi, con la sua Betty Wrong Edizioni Musicali, imprime al documentario un punto di vista intimo e profondo sulla tradizione di suoni, ballo e follia romagnola.
Guidati dalla voce narrante dello scrittore Ermanno Cavazzoni, conosceremo più da vicino Mirco Mariani, il leader sperimentatore e polistrumentista, Moreno il Biondo, la star del liscio e Mauro Ferrara, la “Voce di Romagna mia nel mondo”; ci immergeremo nei suoni della tradizione romagnola che, con gli Extraliscio, incrocia nuove strade, si unisce all’elettronica, al rock e al jazz, reinterpretando un genere e arrivando ai giovanissimi, in un vero e proprio cortocircuito tra generazioni. Ne parliamo con Elisabetta Sgarbi e Mirco Mariani.
Dove nasce l’idea del documentario e che tipo di relazione lo lega alla produzione del disco?
Elisabetta Sgarbi Il mio rapporto con Extraliscio nasce alla Milanesiana, grazie a un grande scrittore, Ermanno Cavazzoni. Sentivo crescere la curiosità, e decisi di immergermi a fondo, dedicando loro un film. Ho capito quanto fossero musicalmente preparati e quanto Mirco Mariani fosse geniale.
Lei racconta una pezzo di cultura italiana in questo film, ma lo definisce anche un lavoro molto personale.
ES Mia mamma è originaria di Santa Maria di Codifiume, tra Ferrara e Ravenna, ma già Romagna in qualche modo. Mio padre era cresciuto a Stienta e gli Sgarbi del ramo genealogico di mio padre, erano chiamati Ballarin. Io da piccola volevo fare la cantante rock, cantavo e suonavo una bellissima chitarra elettrica. Insomma c’erano molti presupposti. E ora ritorno alle mie origini.
Ha dichiarato una gestazione molto lunga per quest’opera, come mai?
ES Il film ha avuto un tempo molto dilatato per le riprese. È stato produttivamente complesso e certamente anomalo, interamente auto prodotto da Betty Wrong Cinema: il progetto Extraliscio è giovane e molto fluido. Io volevo far emergere sia la componente liscio, sia la componente extra. Ma i confini tra l’una e l’altra componente erano, allora più di ora, molto labili. Ho imparato a conoscerli, e penso che anche loro abbiano maturato una conoscenza di se stessi.
Per voi Extraliscio, invece, com’è stato essere l’oggetto del racconto ed esprimersi attraverso un linguaggio diverso dalla musica?
Mirco Mariani È stata sicuramente una delle parentesi più felici della nostra esperienza, perché oltre a me, che sono un po’ il distruttore delle regole del liscio, ci sono le superstar come Moreno il Biondo, Mauro Ferrara e Fiorenzo Tassinari, che hanno dedicato un’intera vita a suonare e cantare, sicché di storie da raccontare ne hanno tante. Elisabetta Sgarbi ha il merito di averlo capito e di avergli dato voce, in un momento chiave per questa musica che da anni attraversava un periodo buio e che stava rischiando di perdersi. Potrei definire Elisabetta Sgarbi il vero miracolo degli Extraliscio, il nostro George Martin. Da quando c’è lei l’energia è più che quadruplicata: è il nostro shuttle parcheggiato in giardino.
La vostra musica fa voglia di ballare, come abbiamo visto a Sanremo. A proposito, com’è stato mettere in circolo tutta quell’energia in un teatro vuoto?
MM Ho pensato di portare Rosamunda, nella serata del giovedì, perché è il famoso brano “riempipista”, come lo chiamano i DJ e i musicisti di liscio, quello che fa ballare tutti. Mi è stato detto che molte persone pur di ballare hanno anche spostato i mobili o si sono messe a saltare sui letti. E magari anche chi ci ha guardato da un letto d’ospedale ha mosso un ditino, trascinato dall’allegria.
E ora il titolo del film: Si ballerà finché entra la luce dell’alba suona profetico. Quando hai incontrato Moreno il Biondo quale pensavi sarebbe stato il futuro del liscio?
MM È una frase bellissima di Ermanno Cavazzoni che Elisabetta ha inserito nel titolo del film. I musicisti di liscio, infatti, non hanno una scaletta prestabilita: si suona finché la gente balla, anche se in pista è rimasta una coppia sola si continua a suonare, fino all’alba. Quando ho incontrato Moreno per la prima volta, grazie a Riccarda Casadei, non sapevamo ancora come rinnovare questa musica. Ho cominciato a giocare con chitarre distorte, magari addirittura scordate, con suoni lontanissimi dal liscio, con dei Mellotron, delle Onde Martenot, synth di tutti i tipi. Da lì è nato il punk da balera. Il mio sogno adesso è portare gli Extraliscio in tour nelle balere d’Italia, con concerti-spettacolo dove i nonni ballano con i nipoti.