Salmo: «”Gangs Of Milano” è una fotografia realistica della città»
La serie in arrivo venerdì su Sky e Now racconta la profonda trasformazione, due anni dopo, dei personaggi della prima stagione, con delle new entry pronte a far esplodere gli equilibri già precari

Salmo in una scena della serie (fonte: ufficio stampa)
“Milano brucia”, e se non letteralmente, certamente in senso figurato. È questo il claim di Gangs Of Milano – Le nuove storie del blocco, la serie Sky Original in arrivo venerdì in esclusiva su Sky e Now: nella teoria la seconda stagione di Blocco 181 (2022), ma poi, a ben vedere, un qualcosa di autonomo, che prende sì le fila dal passato ma arrivando a raccontare – appunto – nuove storie.
“È stata una sfida interessante”, dice il regista Ciro Visco. “L’idea iniziale era quella di proseguire con gli eventi della prima stagione, ma poi abbiamo pensato: se ritrovassimo questi personaggi due anni dopo, come sarebbero diventati? Da lì abbiamo capito che quella che volevamo raccontare era una storia di trasformazione. Ogni personaggio è condizionato dal mondo che è attorno a lui, e i nuovi personaggi faranno esplodere degli equilibri già precari”.
Anche in Gangs Of Milano ritroveremo dunque Bea (Laura Osma, una donna che deve “agire come un uomo”), Ludo (Alessandro Piavani, che interpreta “un personaggio totalmente cambiato rispetto alla prima stagione, qui la Milano da bere arriva a schifarlo”) e Mahdi (Andrea Dodero), che si troveranno di fronte a una nuova realtà con cui fare i conti: quella della Kasba, la gang guidata da Zak e Nael. Questi ultimi, interpretati rispettivamente da Fahd Triki e Noè Nouh Batita, saranno il vero elemento di rottura della serie.
I nuovi personaggi di “Gangs Of Milano” scelti attraverso uno street casting
“Per scegliere chi dovesse interpretarli abbiamo fatto uno street casting tra attori non professionisti, una cosa che mi è rimasta dai tempi di Gomorra”, spiega Visco. “Avevamo bisogno di qualcuno che desse tridimensionalità ai personaggi, quindi abbiamo abbandonato i canali tradizionali e abbiamo visionato più di 150 persone in tutta Italia. Fahd e Noè sono stati una ricchezza, hanno stravolto tutte le battute facendole loro”.
Entrambi portano sulla scena anche il proprio vissuto personale. “Andare via dal tuo paese per scappare da certe difficoltà per poi ritrovarle nel posto in cui arrivi è una cosa che può mandarti in tilt”, dice Fahd, a cui fa eco Noè: “io arrivo da Quarto Oggiaro, un contesto in cui la gente è stufa di vivere situazioni di estremo disagio. Da piccoli mia madre ci metteva i sacchetti alle caviglie perché per terra era pieno di siringhe”.
A fare il suo ritorno sulla scena c’è ovviamente anche Snake, interpretato da Salmo, che in Gangs Of Milano ricopre anche il ruolo di supervisore musicale (il ruolo del rap è piuttosto centrale, con camei di Disme, Noyz Narcos e Jake La Furia, che ieri sera ha infiammato il nostro The Block Is Burning Party, preceduto sul palco del District 272 da Tokyo, Dante, Kuremino, Flaco G con un dj set finale di Damianito). Al suo personaggio, latitante ricercato per tentato omicidio che deve fuggire con una nuova identità, è dedicata tutta la sesta puntata, quasi un vero e proprio film svincolato dal resto della serie a cui ha partecipato anche Alessandro Borghi. “Gangs Of Milano è una foto realistica, seppur romanzata, della città per com’è ora”, dice Salmo.
Periferie e centro
Soprattutto per quanto riguarda il dislivello sociale sempre più presente, come sottolinea Paolo Vari, sceneggiatore della serie. “Nel momento in cui lo stato sociale arretra il luogo in cui si percepisce immediatamente questa cosa sono le periferie, dove le persone fanno quello che possono per campare. Quello a cui assistiamo è che Milano sta espellendo gli abitanti più poveri per far spazio ai nuovi ricchi. Questa cosa la sentiremo ancora di più tra qualche anno. In periferia però i giovani hanno voglia di affermarsi, c’è tanta vitalità”. A lui fa eco Noè: “ora vivo a City Life, e quello che noto è che in periferia le persone si aiutano, c’è comunità. In centro vedo tanto individualismo”.