Verso Milano Cortina 2026: la musica dei pattinatori azzurri
Nel pattinaggio artistico, più che in altri sport, la musica non è solo sottofondo: è parte della coreografia, struttura narrativa, componente tecnica

Charlene Guignard e Marco Fabbri alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 (foto di Abbie Parr)
Manca meno di un anno all’inizio delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, che si svolgeranno dal 6 al 22 febbraio. Ma non sono solo gli allenamenti e la tecnica a preparare gli atleti alla grande sfida: la musica è un elemento chiave, un filo invisibile che unisce mente e corpo.
Ce lo hanno confermato alcuni tra i più importanti atleti italiani di pattinaggio artistico su ghiaccio: Nikolaj Memola, Lara Naki Gutmann, Sara Conti e Niccolò Macii, Charlène Guignard e Marco Fabbri, Daniel Grassl. A loro, che molto probabilmente rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi Invernali 2026, durante le ultime competizioni internazionali abbiamo chiesto di raccontarci il proprio rapporto con la musica. Ne emerge un interessante spaccato generazionale.
Da Chopin a Chappell Roan
Questi atleti, appartenenti alla Generazione Z e ai Millennials, hanno in comune un ascolto quotidiano della musica. C’è chi la utilizza per trovare calma, chi per motivarsi prima di entrare in pista, e chi crea playlist estese per ogni stato d’animo. «La musica è utile per incanalare le emozioni», racconta Nikolaj Memola. «La ascolto in ogni momento della giornata. È parte della mia vita. Ho una playlist di 32 ore dedicata solo ai brani su cui vorrei pattinare».
Per alcuni sportivi, invece, la musica è talmente intrecciata agli allenamenti da preferire il silenzio quando non sono sul ghiaccio. Come nel caso della campionessa Lara Naki Gutmann, che però non nasconde una passione per i brani pop: «perfetti per liberare la mente», dice.
Di certo, i gusti musicali dei pattinatori italiani sono molto eclettici e rispecchiano le generazioni a cui appartengono. Per chi è cresciuto nell’epoca della musica liquida non esistono barriere tra generi. Così la Turandot di Puccini e la colonna sonora di A Star Is Born firmata da Lady Gaga coesistono in perfetto equilibrio, lo stesso che contraddistingue la coppia Sara Conti e Niccolò Macii. E chi dice che il Notturno in Do Diesis Minore di Chopin non possa stare fra i propri brani del cuore insieme a Good Luck, Babe! di Chappell Roan ed Exogenesis dei Muse, come suggerisce Nikolaj?
Da Usher a Olivia Rodrigo
Anche Daniel Grassl ci ha parlato del suo legame speciale con la musica: «Ascolto molta musica, anche con il mio allenatore. Inoltre studio cinematografia. Quindi mi piace sempre ascoltare la colonna sonora quando esce un bel film», spiega il campione di Merano, riferendosi in particolare a Dune. E prima di scendere in pista? «Ascolto canzoni che non mi fanno riflettere molto, quindi più brani pop e cose che mi aiutano a non pensare alla gara. Amo You da One di Rihanna e mi piace molto anche Olivia Rodrigo».
Se l’azzurro Marco Fabbri ammette di non avere un brano preferito, ma di aver sempre spaziato tra vari generi come R&B e hip hop con una predilezione – al momento – per il rock anni ‘80, sorprende la risposta della sua collega Charlène Guignard. «Il brano che amo di più? Yeah! di Usher. Funziona sempre quando ho bisogno di energia».
Il pattinaggio artistico e la musica
Nel pattinaggio artistico, più che in altri sport, la musica non è mai solo sottofondo: è parte della coreografia, struttura narrativa, componente tecnica. Ma come ci hanno raccontato gli atleti, il suo valore va ben oltre la pista: è una colonna sonora che accompagna la loro quotidianità, spesso invisibile, ma sempre presente.