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“Arena ’60 ’70 ‘80”, prima volta di Amadeus nella venue: «La mia avventura è partita qui»

Il 12 e 14 settembre andrà in scena il grande spettacolo dedicato alle hit immortali di quei decenni. Sarà poi trasmesso su Rai 1 in prima serata il 2 e 9 ottobre

Autore Billboard IT
  • Il1 Luglio 2021
“Arena ’60 ’70 ‘80”, prima volta di Amadeus nella venue: «La mia avventura è partita qui»

Foto di Marco Rossi per Ufficio Stampa Rai

Sono disponibili da oggi su TicketOne i biglietti per “Arena ’60 ’70 ‘80”, lo show di due serate condotto da Amadeus all’Arena di Verona e dedicato ai grandi classici di quegli anni cantati dagli interpreti originali. Lo spettacolo si terrà in presenza (con una capienza prevista di 6mila spettatori, al momento) il 12 e il 14 settembre. Sarà poi trasmesso in prima serata su Rai 1 il 2 e 9 ottobre. Si tratta della prima volta che Amadeus, cresciuto proprio a Verona, conduce un evento all’Arena.

Il primo show di Amadeus all’Arena

«Questo progetto mi piace perché attraverso la memoria degli anni ’60, ’70 e ’80 possiamo tutti aiutarci a ritrovare un centro», ha detto Stefano Coletta, direttore di Rai 1, in conferenza stampa. «Anche l’avventura italiana negli Europei non è solo legata all’agonismo: è uno strumento per ritrovarci come paese. Sono contento anche perché raccontiamo una biografia: è la prima volta che Amadeus si mette in gioco dalla sua città. Quindi queste due serate racconteranno anche questo personaggio che ha mantenuto due elementi molto premianti: ha un garbo indiscutibile ma anche una semplicità che forse non gli ha fatto dimenticare tutta la gavetta che ha fatto. E questo la gente l’ha intuito».

Dal canto suo Amadeus, che oltre che conduttore è anche direttore artistico dell’evento, ha commentato: «Abbiamo l’occasione di trascorrere due serate di festa e di gioia, per me anche emotivamente importanti: io sono cresciuto a Verona dall’età di sei anni e sono rimasto qua finché non mi sono trasferito a Milano poco più che ventenne. Tutta la mia avventura è partita proprio da Verona, con una piccola radio locale che non esiste più: si chiamava Blu Radio Star e si sentiva solo a Borgo Venezia. Io guardavo l’Arena di Verona, non mi perdevo un Festivalbar. Il mio sogno era condurre il Festivalbar. Davanti all’Arena ho firmato il mio primo autografo, semplicemente perché ero entrato a intervistare i Pooh».

A proposito dei suoi esordi, durante la conferenza stampa il conduttore si è anche lasciato andare a un divertente ricordo personale: «Conobbi Claudio Cecchetto nel 1984, mi disse di mandarmi un provino per Radio Deejay ma anche che prendeva solo gente di Milano perché agli altri veniva nostalgia della propria città. Io gli dissi: “Non c’è problema, ho casa a Milano”, ma era una bugia. Così la mattina dopo presi il treno e gli consegnai il provino. Gli piacque e mi prese. Mi disse: “Inizi lunedì mattina alle 9”. Ovviamente non avevo nessuna casa a Milano. Feci avanti e indietro fra Milano e Verona per tre mesi… Poi ho preso casa a Milano per davvero».

Gli ospiti di Arena ’60 ’70 ‘80

Oggi sono stati anche annunciati i primi nomi della lineup dell’evento. Fra i tanti ospiti che si alterneranno sul palco dell’Arena troviamo gli Europe (che suoneranno la mitica The Final Countdown), Gazebo (con le sue hit disco music I Like Chopin e Masterpiece) e grandi interpreti della musica italiana come Loredana Bertè, Patty Pravo e il duo Umberto Tozzi e Raf.

«È giusto che a cantare all’Arena siano gli interpreti originali», dice Amadeus quando gli viene fatta notare l’assenza di artisti giovani in lineup. «Se io ascolto una canzone di Gianna Nannini voglio che sia lei a interpretarla, perché quello è un ricordo perfetto: il brano con il suo interprete. Per quanto riguarda le scelte fatte, è ovvio che si faccia una cernita capendo la disponibilità degli interpreti. Ma ci sarà tanta musica, le due serate ci porteranno un’energia incredibile».

Per Arena ’60 ’70 ‘80 Amadeus tornerà nel ruolo del DJ: molte di quelle canzoni storiche sono le stesse che lui proponeva nelle serate in discoteca all’inizio della sua carriera e poi in radio. Il conduttore ha espresso grande soddisfazione per uno spettacolo con pubblico in presenza: «Il pubblico è estremamente importante, ce ne siamo resi conto quest’anno non solo per Sanremo ma anche per I Soliti Ignoti. Avere migliaia di persone davanti è una cosa bellissima, perché ti aiutano proprio a portare avanti lo spettacolo, fai meno fatica».

E Sanremo 2022?

Inevitabili le domande su un’eventuale “tris” a Sanremo. Riguardo alla possibilità di condurre l’edizione 2022 del Festival, Amadeus non si è sbilanciato: «Stiamo dialogando con la Rai. L’obiettivo è capire se io posso essere utile a un terzo Sanremo facendolo come deve essere fatto, cioè alla grande».

Più apertamente favorevole, invece, il direttore Coletta: «Quello che posso dire è che, al di là dello show, è innegabile il grande lavoro che Amadeus ha fatto come direttore artistico. Tornare indietro da quel tipo di lavoro sarebbe una regressione, non tanto dello show quanto della cultura musicale. Quindi penso che quel lavoro dovrebbe continuare».

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