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Il caldo abbraccio di Ben Harper: quando il talento attraversa indenne le mode 

Il cantautore californiano è salito ieri sera sul palco del Sequoie Music Park a Bologna insieme alla sua band storica, gli Innocent Criminals

  • Il14 Luglio 2025
Il caldo abbraccio di Ben Harper: quando il talento attraversa indenne le mode 

Ben Harper, foto di Michael Halsband

La voce vellutata di Ben Harper è riuscita a trasformare il grande parco delle Caserme Rosse di Bologna in una casetta intima e accogliente, in cui la musica ha stretto 3.800 persone in un lungo abbraccio caldo, alleggerendo i cuori di ogni pensiero. Un altro successo del Sequoie che da metà giugno ha portato a Bologna gruppi come Fontaines D.C., De La Soul, Jorja Smith, Alice Cooper, Skunk Anansie, ma anche gemme del panorama italiano come Baustelle, Fabri Fibra, Lucio Corsi, Afterhours e Gianna Nannini. Un mese intero di concerti a cadenza quasi quotidiana, che si appresta a chiudersi con gli ultimi tre appuntamenti: gli Europe il 15 luglio, Anastacia il 16 e in chiusura del festival, il 17, la Satchvai Band, composta da Joe Satriani e Steve Vai (info su www.sequoiemusicpark.com).

Lo show di Ben Harper a Bologna

Il live di Ben Harper fa parte di una manciata di date che hanno visto il cantautore tornare sui palchi italiani dopo anni di assenza, per altro accompagnato dalla sua band storica: gli Innocent Criminals. L’affiatamento tra i musicisti e il frontman è in effetti palpabile: un’atmosfera famigliare (con tanto di incursioni di bambini sul palco) da cui si sprigiona un suono perfetto, ricamato da una splendida voce, dritta come una freccia che attraversa il buio.

Contrariamente a molti dei suoi colleghi, il cantautore californiano non ha riservato al gran finale i pezzi più noti della sua lunga e prolifica carriera. Diamonds On The Inside ha infatti scaldato gli animi subito dopo l’apertura, offrendo già un chiaro anticipo della qualità del concerto. Dopo aver estratto altri gioielli dal ricco scrigno delle meraviglie, come Don’t Give Up on Me Now o Burn to Shine, Harper ha reso ancora più intimo il concerto, restando solo sul palco con la chitarra appoggiata sulle ginocchia per Give a Man a Home e Walk Away.

Al bis è riservata la splendida With my own two hands, il cui ritmo reggae punteggia questo inno alla gentilezza e alla pace, mentre un mare di telefonini accompagnano la melodia come un’onda di luci. Il live di Ben Harper è stato una carezza per l’anima: conferma che il talento e la devozione attraversano indenni epoche e mode, e che la musica è senza tempo.

Articolo di Federica Mingarelli

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