Bruce Springsteen è arrivato in Europa: dopo Cardiff, lo aspetta l’abbraccio di Milano
Il Boss ieri sera ha inaugurato la leg europea del tour con la sua E Street Band tornando dal vivo a Cardiff in Galles a 11 anni di distanza dall’ultima volta. A giugno sarà in concerto a San Siro
Il malcelato e sbruffeggiante compatimento con cui l’alpha generation definisce ormai “boomer” chiunque abbia più di 13 anni, ben poco è adatto a colui che, 75 anni il prossimo 23 settembre, è protagonista dal 19 marzo scorso di un tour mondiale con 52 concerti in 40 città e che ieri è finalmente arrivato in Europa: il Boss! E l’Europa è ovviamente partita con il botto, visto lo strepitoso successo di Bruce Springsteen a Cardiff, città scelta – come in ogni cosa che fa – non certo a caso, considerando che la terra gallese lo attendeva da ben 11 lunghi anni.
In Europa è iniziata la febbre per Bruce Springsteen
Al pubblico che ieri sera era al Principality Stadium, Bruce, con la sua E street Band, ha dedicato tre ore incredibili, una scaletta imponente e una piccola preghiera. «It’s great to be in Cardiff, it’s good to be in Wales. The E Street Band is here tonight to bring you the joyous power of rock ‘n’ roll. We’re gonna need some help, we’re gonna need a lot of help, we’re gonna need a sh*t load of help!» ha detto l’artista dal palco. (È bello essere a Cardiff, è bello essere in Galles. La E Street Band è qui stasera per portarvi la gioiosa potenza del rock ‘n’ roll. Avremo bisogno di aiuto, avremo bisogno di molto aiuto, avremo bisogno di un sacco di aiuto!”). Il tour nel vecchio continente lo porterà in 19 città con 26 date, fino al prossimo 27 luglio.
La leggenda, molto poco leggenda, racconta che l’acquisto di voli e di pernottamenti in giro per l’Europa sulla rotta del tour, sia «sensibilmente esploso». E non si stenta certo a crederlo. C’è chi è arrivato appositamente in Europa dal Giappone, come scriveva ieri un cartello del pubblico di Cardiff e chi afferma, stranoto professionista milanese con oltre 100 concerti all’attivo, che «l’unica cosa che può impedirmi di essere a un concerto di Springsteen è la morte».
Il Boss, i record e una storia d’amore con San Siro
I biglietti per le due prossime date italiane, il 1° e il 3 giugno a Milano, sono andati esauriti dopo nemmeno un’ora dalla messa online. Tra San Siro e il Boss c’è una lunga storia d’amore che parte nel lontano 1985. Un affetto che ha dato vita a uno dei più emozionanti gesti d’amore dedicato dai fan al cantante.
Commentare la crush fra l’Italia e il boomer che solo quest’anno, oltre al tour mondiale, ha coordinato l’uscita di una doppia special edition per i 50 anni con Sony; riceverà la prestigiosissima nomina di “fellow” dell’Ivor Academy londinese come primo autore internazionale; ha sovrinteso alla sceneggiatura e alla produzione del film tratto dalla sua biografia; ha ricevuto dalle mani del Presidente degli Stati Uniti d’America la National Medal of Arts, il più alto riconoscimento americano per un artista, si rischierebbe di incappare in un errore che i suoi massimi esperti in Italia, fra loro il già citato noto professionista milanese, sarebbero in grado di individuare in un centesimo di secondo.
E’ sicuramente meno rischioso parlare di colui che ha venduto oltre 140 milioni di dischi nel mondo, ha ricevuto 1 Oscar per la miglior colonna sonora del meraviglioso film omonimo “Streets of Philadelphia”, 20 Grammy e del suo rapporto con la fan base italiana con i numeri che sciorina un suo storico, Dario Migliorini: “Bruce Springsteen ha suonato in Italia 49 concerti, a cui si aggiunge il concerto che tenne, insieme ad altri artisti, in data 8 settembre 1988 per il tour di Amnesty International. (…) Va da sé che, se consideriamo unicamente i concerti di Bruce Springsteen inseriti nei suoi tour, i due concerti a Milano San Siro già in programma per il 1 e il 3 giugno 2024, saranno il 50° e il 51°. A suo modo quindi si tratta di un traguardo simbolico importante”, toccando, a giugno 2024, in tutto 16 città italiane”.
L’omaggio di San Siro
Probabilmente, e qui senza paura di essere smentiti, questo artista non avrebbe potuto avere tanto dai suoi fan se non fosse l’uomo che è. Per aver consacrato tutta la sua vita componendo e cantando ogni sua emozione, passione, dedizione, desiderio, sogno, frustrazione, condividendoli intimamente con i suoi fan. Allo stesso modo non si ha paura di smentite nell’affermare che fra gli “springsteeniani” più capaci di farlo emozionare – ricordando le sue parole a San Siro – ci siano proprio quelli italiani.
Una storia incredibile, che sa di fiaba, racconta che nel 2012 due gruppi di fan stavano pensando di organizzare qualcosa di speciale per il ritorno di Bruce a San Siro l’anno successivo. A metterli in contatto è Claudio Trotta, lo storico organizzatore dei concerti del Boss: l’unione fa la forza, l’idea arriva e gli eroi fanno l’impresa.
Lunedi 3 giugno 2013, sulle note di Ennio Morricone, mentre Bruce toccava il palco milanese, venticinquemila fogli rossi con tanto di istruzioni d’uso, che due giorni prima venti valorosi volontari, correndo su e giù dalle gradinate, avevano adagiato sui seggiolini seguendo una precisissima mappa, si trasformarono in una delle più belle dichiarazioni d’amore. La scritta a lui dedicata “OUR LOVE IS REAL” lasciò il Boss “con quella faccia… quella faccia che dice tutto” e che ha reso endless un rapporto meraviglioso.
Il prossimo 1° giugno, come ci raccontano i tre capisaldi di Our love is Real, Martino, Silvia e Corrado, ci sarà una nuova scritta – assolutamente top secret – ad accoglierlo. Il 5 marzo scorso è partita una raccolta fondi pubblica per coprire i costi del materiale che è arrivata a 11.970 euro e, come allora, due giorni prima della prima data milanese, decine e decine di volontari correranno su e giù per le gradinate pensando solo a solo a quando Bruce si affaccerà sul palco sapendo – noi ci vogliamo credere – che vi sarà una scritta a dimostrare tutto l’amore per lui. Quello stesso amore che pervade ogni sua canzone, facendoci un dono immenso, nonostante tutte le difficoltà e le durezze della vita: il coraggio di vivere.
Articolo di Maria Cristina Lani