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Ed Sheeran a Roma: una masterclass del pop per 80mila fan

Ieri sera allo Stadio Olimpico il cantautore dei record ha suonato per 3 ore consecutive, con 32 brani in scaletta, tra cui la prima assoluta del brano “Drive” e i duetti con Ultimo in “Piccola Stella” e “Perfect”

  • Il15 Giugno 2025
Ed Sheeran a Roma: una masterclass del pop per 80mila fan

Ed Sheeran in concerto allo Stadio Olimpico di Roma, foto di Alex Caselli

Ed Sheeran è oggi l’unico artista in grado di mettere d’accordo sia gli adolescenti cresciuti a streaming e smartphone che un pubblico più maturo e consapevole, piacevolmente colpito da questo artista che si presenta sul palco solo con la sua chitarra e la loop station. Questa capacità di saper parlare a generazioni diverse è emersa anche ieri sera guardando l’eterogeneità del pubblico accorso nell’unico concerto italiano del Mathematics World Tour 2025 allo Stadio Olimpico di Roma, dove per Ed Sheeran erano presenti 80.000 spettatori.  Merito di suo nonno hippie, di sangue irlandese, che ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione di Ed, avvicinandolo alla musica di Bob Dylan, Eric Clapton e Beatles.

Ed Sheeran a Roma vince per la sua normalità

Un’altra delle sue carte vincenti è la sua straordinaria normalità. Non troverete in Sheeran nulla che sia fuori posto. Mai una dichiarazione choc alla stampa o un atteggiamento sopra le righe. Mai una canzone urlata o liriche divisive e discutibili. Capelli rossi, lentiggini, sguardo timido, abbigliamento semplice con t-shirt nera con la scritta “Rome” sulla schiena, jeans scuri e sneakers, Sheeran è assai diverso dai canoni estetici che dai look vistosi “bling bling” di tanti suoi colleghi. Questa diversità si riflette anche nella sua musica. Un pop di qualità, con influenze folk, soul, world e hip hop, nobilitato spesso da testi personali e profondi. Il segreto del successo di questo moderno Re Mida del pop, che all’inizio della sua carriera si esibiva come artista di strada e dormiva nella metropolitana sulla Circle Line di Londra, sono semplicemente le canzoni. 

Piccoli, grandi miracoli di melodia, ritmo e armonia, in grado di toccare i cuori di milioni di persone e (cosa per nulla scontata al giorno d’oggi) di restare nel tempo. Sheeran si distingue dagli altri suoi colleghi pop per la singolare capacità di rappare con grande padronanza, pur non essendo propriamente un rapper. Come è emerso anche ieri nei brani più urban You need me, I don’t need you, Sing Galway girl. Il concerto ha preso il via alle 21 in punto, con un countdown che ha accompagnato gli spettatori fino al momento tanto atteso.

L’inizio dello show

L’inizio dello show è scoppiettante, con la cassa dritta e le schitarrate energiche di Castle on the hill, che mettono subito in chiaro le coordinate sonore della serata. Certo, le ballad acustiche con cui Ed è diventato famoso, ma anche tanta energia e sudore. Il palco è circolare, in modo che tutti gli spettatori possano godere al meglio il concerto, sovrastato da maxischermi a forma di plettro.

Prima di iniziare Blow, con le sue atmosfere rock e dark, Ed, accennando un accordo di chitarra, sottolinea: «Come potete sentire, qui è tutto suonato live, senza preset e basi registrate». Nella hit pop Shivers il rosso di Halifax si diverte a correre da una parte all’altra del palco. Quasi a voler abbracciare con lo sguardo uno a uno gli spettatori presenti. «Scusate se non parlo ancora bene l’italiano, nonostante abbia comprato una casa qui (a Paciano, in Umbria n.d.r.). Mi ricordo quando suonavo la prossima canzone, A-Team, e non mi ascoltava nessuno per strada o nei pub. Adesso è incredibile cantarla allo Stadio Olimpico di Roma, davanti a 80.000 persone». A-Team, che ha lanciato la sua carriera, viene accompagnata dalle luci dei telefonini in un momento di grande suggestione e intimità, nonostante le dimensioni dello stadio.

La nuova fase artistica

I ritmi si fanno ancora più sostenuti con il godibile r&b di Don’t, nel quale Ed rivela la sua singolare capacità di cantare in modo quasi rappato. Dimostrando una grande padronanza della dinamica vocale. Le immagini degli inconfondibili mattoncini colorati introducono la hit Lego house, che tanto ha contribuito a lanciare la sua carriera ai tempi del primo album +, durante la quale il cantautore si diverte a chiamare il coro del pubblico. Nel pop-soul cadenzato e ricco di calore di Dive Ed canta inginocchiato e accentua il cantato con il diaframma, quasi da crooner confidenziale, prima di introdurre il nuovo singolo Sapphire, gustosa anticipazione del nuovo album Play, che uscirà il 12 settembre.

Dopo aver concluso la serie Mathematics, Sheeran ha intrapreso una nuova fase artistica, esplorando territori musicali inediti con produttori e musicisti di tutto il mondo. Ispirato dalle culture musicali indiana e persiana e dai loro legami con la tradizione folk irlandese. Sapphire è un gioioso inno pop che celebra l’amore che trascende i confini, costruito sopra intricate percussioni sud asiatiche, cori e il sitar del leggendario artista indiano Arijit Singh. Dopo tanta energia, il concerto entra in una fase più calma e romantica, con le ballad Eyes Closed, Give me love e I was made for loving you, quest’ultima cantata insieme alla guest Tori Kelly.

La prima esecuzione live di “Drive”

Una chicca del concerto romano è la prima esecuzione assoluta, dal vivo, del nuovo singolo Drive, composto per la colonna sonora del film F1 di prossima uscita. Un energico e sorprendente brano di ispirazione hard rock anni Settanta in cui Ed viene affiancato dalla band al completo. Galway Girl e Nancy Mulligan mostrano le influenze irlandesi della sua musica, con una violinista che dialoga con lui sul palco. Prima del momento tanto atteso dell’intensa Thinking Out Loud, la ballad pop perfetta. Resa ancora più suggestiva dagli smartphone che illuminano lo stadio e dalle immagini sui maxischermi. In Stargazing il cantante di Halifax lascia le luci della ribalta a Myles Smith, il talentuoso artista inglese che apre i suoi concerti, una delle voci black più interessanti della nuova scena londinese.

Tra i momenti più coinvolgenti del concerto spicca l’irresistibile Sing, frutto del tocco magico di Pharrell Williams, che trasforma lo Stadio Olimpico in un’immensa discoteca. Arriva poi il momento del secondo nuovo brano del prossimo album PlayOld Phone, ispirato al vecchio telefono ritrovato mentre affrontava una delicata causa legale (che ha successivamente vinto). «È stato come una macchina del tempo riaccenderlo: il primo messaggio era di un amico morto l’anno prima, il secondo un litigio con una ex». Sheeran ha dichiarato che uno dei suoi idoli è Van Morrison e l’influenza del grande cantautore irlandese è evidente nelle ballad Photograph e Tenerife sea, cantate improvvidamente a squarciagola dalle sue calorosissime fan, coprendo quasi la sua voce.

Ultimo raggiunge Ed Sheeran sul palco di Roma

L’entusiasmo del pubblico femminile è alle stelle quando entra come special guest Ultimo, che Ed presenta come suo «grande amico». Il cantautore romano canta Piccola Stella al pianoforte, per poi duettare con il collega inglese nella sua romantica Perfectin un tripudio di luci e di cori. Una delle performance più intense della serata è quella di Bloodstream, scritta insieme ai Rudimental e a Johnny McDaid e Gary Lightbody degli Snow Patrol, una drammatica confessione sulle dipendenze da alcool e droghe.

La conclusione

Il concerto si avvia verso la conclusione, dopo oltre due ore e mezza, con un ricco bis tutto da ballare. Sheeran si diverte a fomentare il pubblico in You need me I don’t need you, dove dimostra di saper rappare con grande padronanza, nel terzo nuovo singolo Azizam che già il pubblico conosce a memoria, fino al gran finale con le immancabili Shape of You (la canzone più ascoltata e certificata di sempre in streaming) e Bad Habits. I fuochi d’artificio sul cielo sopra lo Stadio Olimpico chiudono a mezzanotte una maratona musicale di 32 brani e 3 ore, nella quale Ed Sheeran ha cantato, suonato e intrattenuto il pubblico di Roma con grande generosità e senza un attimo di pausa. Mostrando ancora una volta perché è il cantante più ascoltato al mondo.

Più che un concerto, una vera e propria masterclass su come debba essere oggi uno spettacolo pop musicalmente valido ed emotivamente coinvolgente anche per la Gen Z. «Grazie mille, Roma, per il tuo calore e per il tuo affetto: amo l’Italia e sono felice di essere qui». A giudicare dai volti quasi increduli degli spettatori alla fine dello show, la felicità è stata decisamente condivisa.

Articolo di Gabriele Antonucci

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