ELECTRO FEMME: l’universo femminile nella produzione e nel clubbing
Nel corso dell’evento ai Dazi Milano, a casa Ploom, si i direttori di Billboard Italia hanno parlato di parità di genere nel mondo della musica elettronica. Tra gli ospiti Elasi, Plastica, Whitemary e Marcellina Di Chio
Nel mondo della musica la questione della mancanza di parità di genere non è un’opinione, ma un dato di fatto. A tutti i livelli, dalla presenza in classifica fino a quella negli studi di registrazione, la presenza femminile è in netta minoranza. Billboard Italia, con Billboard Women in Music ha puntato un faro sulla problematica da tempo. Venerdì scorso, all’evento ELECTRO FEMME a Casa Ploom ai Dazi Milano, il focus è stato puntato sull’universo femminile nella musica elettronica, dalla produzione fino alla promozione del clubbing. Due incontri, moderati dalla nostra condirettrice Silvia Danielli e dal direttore Tommaso Toma, e sei ospiti legati in modo diverso al mondo delle consolle.
ELECTRO FEMME: l’universo femminile nel mondo della produzione
Per analizzare un fenomeno e soprattutto, per avere la possibilità di etichettarlo come tale, bisogna necessariamente partire dai numeri. Uno dei motivi che ha portato alla nascita di Equaly, di cui Francesca Barone è co-fondatrice. «Con Equaly cerchiamo di contare e dare dati per far vedere che non si tratta di opinioni, ma numeri. I dati dell’industria musicali sono gli stessi che si trovano anche negli altri settori. Non è solo musica, cinema, cucina, ingegneria, ma è qualcosa di sistemico» ha spiegato la Licensing Manager di Universal.
Un recente studio della University of Southern California, Inclusion in the recording studio, che ha analizzato la presenza delle donne tra i produttori di 1200 brani statunitensi tra il 2012 e il 2023. In dieci anni le producer sono passate dal 2,4% al 6,5%, un aumento che non maschera una percentuale che rimane bassissima. Un problema al quale aveva fatto riferimento anche Marta Salogni ricevendo il premio di Billboard Women in Music come Producer of the Year. Quali sono le cause? «In primis è una problematica sociale. Se dall’esterno il mondo musicale sembra progressista, vivendolo dall’interno ci si accorge di tante storture. Nelle giurie, per esempio, spesso la maggioranza è composta da uomini. Nei grandi eventi vale la stessa cosa» rivela il giornalista Albi Scotti.
Spesso la visione maschilista si riflette anche nell’atteggiamento delle stesse artiste che non si sentono all’altezza e a volte faticano anche a definirsi produttrici. Un processo che Francesca Barone a ELECTRO FEMME ha descritto col termine “autoesclusione”. Per questo motivo Elasi e Plastica nel 2021 hanno fondato il collettivo Poche. «Il nostro obiettivo è dare consigli e aiutare chi vorrebbe iniziare. Organizziamo workshop gratuiti. Tra donne talvolta è difficile aiutarsi, spesso c’è competizione, ma bisognerebbe capire che nessuno ti ruba nulla. Ci vuole uno spirito propositivo e non autoghettizzante» racconta Elasi.
«Durante la pandemia ci sentivamo sole e senza punti di riferimento più grandi nel nostro settore. A distanza di anni la presa male si è trasformata in modo positivo per le conoscenze e i legami che sono creati grazie al collettivo. Siamo contente che ci supportino realtà come Ableton e la Casa degli Artisti» le fa eco Plastica.
Le donne nella promozione del clubbing
Nel corso del secondo talk si è parlato invece del mondo del clubbing e di come la presenza femminile lo abbia influenzato e cambiato, nonostante la netta minoranza. Nina Selvini, Managing Director di Astarte Agency, si occupa da anni come ufficio stampa di promuovere eventi. «Il mondo è cambiato, la stessa Milano è cambiata. Io dico sempre che per me la Milano dei piccoli locali è morta più di dieci anni fa, quando per le norme edilizie molti piccoli club underground hanno dovuto chiudere». Per far sì che i locali minori rinascano c’è bisogno di un supporto anche statale, cosa che sta prendendo piede nel Regno Unito dove è stata proposta una legge che prevede che una percentuale dell’incasso dei biglietti delle grandi arene venga destinata ai club.
Oggi, tuttavia, esistono delle realtà nuove che si fanno strada come l’Apollo, gestito da Marcellina Di Chio. «Finalmente inizio a vedere un rinnovato interesse rispetto all’elettronica. Il pubblico femminile è in aumento e non è una componente secondaria. Le ragazze sono realmente appassionate e non vengono più in discoteca solo per accompagnare i propri compagni. Sono da sole sotto la consolle ad ascoltare i loro artisti preferiti» ha rivelato la CEO del locale. Marcellina purtroppo rappresenta un’eccezione come evidenzia Valentina Ferrara: «Nei miei diciannove anni di lavoro per eventi e locali di elettronica mi sono sempre interfacciata con direttori e gestori uomini. Non ci sono donne».
Tra le ospiti di ELECTRO FEMME c’era anche Whitemary, DJ e producer che ha iniziato dal jazz. «Il passaggio dal jazz all’elettronica è dovuto al fatto che col tempo lo sentivo sempre più stretto. Sia per le “norme non scritte” che per la ridotta presenza femminile. L’elettronica ha meno regole. Era un mondo che da adolescente mi spaventava, ma poi è dove ho trovato il mio spazio e sono riuscita a fare cose mie» ha raccontato.
Poi si è anche soffermata sulle artiste di oggi e su come oggi siano in qualche modo “costrette” a essere anche influencer per essere incluse nelle grandi line up. «Basta pensare a Peggy Gou. L’utilizzo dei social è diventato fondamentale per l’autopromozione. Sempre più spesso le donne nel mondo dell’elettronica devono affiancare alla attività artistica altro per farsi notare. C’è bisogno di maggiore ricerca e i festival dovrebbero aprirsi con coraggio anche a chi fa solo musica».