Francesco Bianconi e il brano con Malika: «Manca una rivoluzione del pensiero dall’Illuminismo»
Il cantante dei Baustelle ci presenta il nuovo brano uscito oggi “Perduto insieme a te” e parla di tutto. Anche del Coachella dove – forse – anche gli altri artisti, oltre ai Maneskin, avrebbero potuto dire qualcosa in più
Pensavate che Francesco Bianconi vi offrisse una canzone d’amore spensierata? Se ascoltate la delicata melodia e il vellutato duetto (ben riuscito) tra lui e Malika, forse potreste crederci ma come ci si potrebbe aspettare da una mente sottile come quella del leader dei Baustelle (che torneranno…) Perduto insieme a te è molto più che una semplice canzone d’amore. L’abbiamo intercettato prima dell’inizio del suo agognato tour nei teatri.
Sempre a maggio dopo la data zero del 13 al Teatro dell’Aquila di Fermo, Francesco Bianconi girerà per i teatri accompagnato da La Sua Stupefacente Band: il 20 a Firenze, il 21 a Roma, il 24 a Udine, il 25 a Brescia, il 26 a Rovereto e il 30 giugno a Milano.
Com’è nata questa deliziosa canzone?
Con Perduto insieme a te ho pensato sin da subito a una cantante italiana e a lei, Malika. In passato per diverse ragioni non ci siamo ben conosciuti ma questa volta era veramente mia intenzione mandarle la canzone e sono riuscito a conquistarla. Avevo ragione a pensarla così: il pezzo funziona perfettamente anche perché lei riesce a cantare sia di tristezze che di gioie con una classe e con un controllo vocale pazzesco…
Mi pare che al di là delle certezze canore di Malika ci siano delle affinità anche caratteriali, siete entrambe persone dai modi gentili e riservati…
Si, sicuramente siamo entrambi abbastanza timidi ma trovo che per certi versi siamo simili.
Dicevi che la canzone è stata scritta un anno fa circa e il testo evoca un recente periodo di isolamento e di incertezze ma temo che il suo recondito significato vada al di là e che versi come “La fede è già crollata da un po’” oltrepassino quella contingenza.
Senza dubbio è stato scritto influenzato dalla cronaca, e l’idea era quella di raccontare la storia di due amanti che si trovano sperduti davanti a una città o mondo dove tutto non è come prima. L’amore poi come atto anche di ricostruzione. Ma il mondo vuoto in cui loro son persi come Adamo ed Eva, è un mondo in crisi per tante altre cose oltre una pandemia e se vuoi adesso un conflitto sulla soglia dell’Europa.
L’Occidente è svuotato dal fatto che non c’è una rivoluzione del pensiero dai tempi dell’Illuminismo, il mondo si è autodrogato con una crescita tecnologica non accompagnata da un pensiero adeguato a questa accelerazione. Ci siamo presi delle sbornie ideologiche dalle quali non ci siamo ripresi, abbiamo vissuto l’ebbrezza per il mito della crescita infinita dell’economia, e ci siamo portati addosso un sacco di lacune e punti oscuri. Quella “città vuota” non è così soltanto per il Coronavirus, ma io non amo le instant song. Questa è una canzone che nasce da una constatazione che il mondo non è più come quello di prima e da un bel po’ di tempo.
Penso ci sia una certa ipocrisia nel sentire dire nei talk show televisivi che “stiamo vivendo un momento epocale”. Siamo di nuovo alla manifestazione dell’incoscienza di noi occidentali, la guerra c’è sempre stata lontana o vicina e i segnali lanciati da virus come l’Ebola o la SARS facevano presagire tempi cupi.
ìi, epocale… Per il nostro giardino recintato.
Il singolo Ciao e l’incontro con la cantante e compositrice francese Clio
Torniamo alla musica, a fine maggio farai anche uscire un altro singolo, Ciao, firmato insieme alla compositrice e cantante francese Clio, questo poi è il tuo primo passo verso il mercato discografico d’Oltralpe, infatti poi arriverà a settembre la pubblicazione di Forever. Una Nazione che tu ami da tempo, no?
Assolutamente, la canzone francese e tutta la Francia sono per me un “motore” che genera immaginazione, storie, davvero tanta ispirazione… Anche con i Baustelle avevamo tentato di convincere chi lavorava per noi che potevamo “provarci” in Francia. Ma stavolta, grazie all’aiuto di Ponderosa – forse perché sono fuori dai “giochi” più classici del mondo discografico – ho trovato una sponda verso oltralpe con Forever.
E come hai conosciuto Clio?
Grazie a un algoritmo. In questo caso ringrazio la tecnologia. Su YouTube mi è comparso il suo nome e un suo video sulla colonna dei suggerimenti e da quel momento mi sono intrigato per lei e devo dire che cantando nel mio pezzo Ciao, mi sono accorto che possiede una sensibilità “basutelliana”, permettimi di usare questo termine… Forse l’algoritmo l’ha aiutata a fare un altro strepitoso duetto, infatti Clio ha cantato anche con Iggy Pop, scherzo ovviamente, lei è bravissima me ne ero accorto cantando con lei a novembre a Parigi quando mi invitò a salire sul palco del teatro La Gigale. Sono molto contento di questa collaborazione.
Più di un anno fa firmasti un editoriale bellissimo per il nostro magazine commentando una tua foto di spalle dove saluti la platea di un concerto.
Finalmente si torna a fare concerti, questi benedetti concerti nei teatri che sono rimasti in sospeso per tanto tempo per me sin dalla pubblicazione di Forever. Ci vedremo anche qui a Milano nel bel teatro della Triennale.
Francesco Bianconi: «I Baustelle non si sono mica sciolti, adesso torniamo»
Posso chiederti come stanno i Baustelle?
Certo, non si sono mica mai scolti, adesso torniamo. Abbiamo cominciato con Rachele a scrivere dei pezzi e semplicemente da Forever in poi ci sarà un’attività duplicata.
Oltre la Francia anche gli States sono un bel punto di riferimento per te.
Ma senza dubbio guarda la produzione proprio di Perduto insieme a te, oltre ad Angelo Trabace al pianoforte ci sono Amedeo Pace (anima dei Blonde Redhead, ndr) – per me una cara persona – che produce e suona la chitarra ma anche suo fratello Simone alla batteria.E poi ci sono Brian Betancourt al basso elettrico ed Eleanor Norton e Megan Gould agli archi. Il brano è stato mixato a New York dal bravo cantautore Sam Evian. Quindi superamericano!
Al Coachella solo i nostri Måneskin hanno citato la guerra in Ucraina. Strano no? Una volta nei festival americani si inneggiava alla pace e qui neanche una traccia di disagio…Che pensi?
Anche secondo me molto strano, Coachella non è Woodstock e poi… è sempre molto difficile dare giudizi senza scivolare nella retorica. Ma comunque sì qualche parola da parte degli artisti americani, canadesi o inglesi ci poteva stare…