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“Infinito +1” è il tour della maturità di Fulminacci

La penultima data estiva del cantautore romano al Carroponte di Milano ha testimoniato ancora l’incredibile crescita dal vivo. Sul palco anche Willie Peyote

Autore Billboard IT
  • Il6 Settembre 2024
“Infinito +1” è il tour della maturità di Fulminacci

Foto di Panucci

Avremmo potuto usare il passato, dato che la data di ieri sera al Carroponte a Milano era la penultima del tour estivo di Fulminacci. Il cantautore sarà impegnato infatti come headliner al Poplar di Trento il prossimo 14 settembre, prima di una meritatissima pausa. Dallo scorso febbraio col tour nei club e poi per tutta l’estate, il cantautore romano ha portato in giro per l’Italia il suo terzo album Infinito +1. Un disco con cui per la prima volta abbracciava definitivamente delle sonorità più pop, senza perdere la giocosità cantautorale che l’ha contrddistinto fin da La vita veramente. Ed è proprio ascoltando dal vivo la nuova versione con la band di uno dei suoi primi successi che si comprende l’enorme crescita di Fulminacci. Ieri sera è stato ancora più speciale: grazie alla presenza di Willie Peyote e della leggera pioggia finale.

Fin dalle prime due canzoni, due classici della sua discografia, si percepisce che l’arma in più è la band. D’altronde lo suggerisce anche la voce artificiale che annuncia l’inizio del concerto: «»Borghese in borghese e Miss Mondo Africa tuttavia sono solo un riscaldamento. Quando parte Spacca, inizia la festa. Il pubblico viene coinvolto ancora di più e dalla traccia d’apertura di Infinito +1 (perlomeno nella versione originaria senza la titletrack) si comprende la nuova direzione del cantautore. Perché, come ci aveva raccontato lo stesso Filippo, il terzo disco è stato pensato per essere suonato dal vivo ed è per questo ricco di strumenti.

Fulminacci sfida se stesso e più che mai in questo tour ha superato i propri limiti. Le mini coreografie e i balletti, accompagnati sullo sfondo da una grafica fumettistica a caratteri cubitali, lo aiutano a sciogliersi fin da subito. Tutto inutile, Ragù e Filippo Leroy hanno una marcia in più e colpisce il modo in cui trascinano il pubblico. Non c’è solo sing along, come ci si aspetterebbe da un concerto di un cantautore, ma tanto movimento. Si canta sì, ma soprattutto si balla sull’ironia.

Sentimento ed elettronica

Dopo un inizio colorato, il concerto si evolve in due fasi. C’è la sezione malinconica e innamoratissima in cui Fulminacci si siede al pianoforte. Le biciclette, Una sera e Simili e poi ancora Occhi grigi, senza la presenza di Giovanni Truppi, ma comuque cantata per intero. A grande richiesta, come raccontato dallo stesso Fulminacci, nelle ultime date, compresa quella di ieri sera di Milano, è tornata anche La siepe.

Il momento chitarra e voce prosegue con Così e cosà prima che inizi una sezione elettronica. Si potrebbe quasi parlare di un concerto nel concerto. Da Un fatto tuo personale a Le ruote e i motori, passando per le scatenate Canguro e Resistenza, si alternano cassa dritta, sintetizzatori e degli arrangiamenti che trasportano il pubblico in un club.

Foto di Panucci

Aglio, olio e pioggia

Aglio e Olio è uno dei momenti più amati dai fan. Fulminacci di solito canta e rappa, ma ieri sera a Milano è salito sul palco anche Willie Peyote. Una sorpresa che è coincisa con l’inizio di una leggera pioggerellina che ha creato un’atmosfera unica per la successiva Infinito +1. Proprio la pioggia, che ieri ha creato disagi nel capoluogo lombardo e che per fortuna in tarda serata è stata clemente, ha rappresentato un tocco magico in più.

Dopo Baciami Baciami, cantata a squarciagola da chiunque, il bis inizia con una versione rock – con omaggio a Basket Case dei Green Day – di Tommaso, prima della conclusiva Santa Marinella. Fulminacci l’ha annunciata ironicamente come «la canzone con cui ho perso Sanremo». Ma nella musica non esistono vinti o vincitori. Dominano le emozioni e le sensazioni e quelle regalate e provate ieri sera – e in tutte le date del tour – lasciano dentro qualcosa di speciale. Fulminacci è diventato grande.

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