Genova Hip Hop Festival: dal 5 al 7 gennaio la prima edizione – Intervista
Dal 5 al 7 gennaio 2018 arriva il Genova Hip Hop Festival: un evento dove esibizioni si uniscono a battle di freestyle. Ecco tutta la lineup
Mancano pochi giorni all’inaugurazione della prima edizione del Genova Hip Hop Festival, un evento che unisce esibizioni e battle di freestyle. Dal 5 al 7 gennaio 2018, infatti, all’RDS Stadium si passeranno il microfono alcuni tra i nomi più influenti del rap italiano. Da Luchè a Bassi Maestro, da Ensi a Lazza, da Dargen D’Amico ai Good Old Boys. E l’elenco non è finito (sul sito ufficiale dell’evento la lineup completa).
Abbiamo contattato gli organizzatori dell’evento.
Innanzitutto come è nata l’idea di creare questo festival? Da chi è partita e perché?
Il festival è stato ideato da Elisa Serafini, Assessore al Marketing Territoriale, alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Genova. Qualche mese fa abbiamo avuto modo di conoscerla e di raccontarle chi fossimo e cosa facevamo: un gruppo di giovani prevalentemente under 25, che dal 2010 cerca di trovare l’indipendenza economica e musicale. Le abbiamo mostrato il nostro studio e ha avuto modo di capire quali fossero i valori che da sempre promuoviamo.
In seguito, abbiamo avuto anche la fortuna di venire scelti da lei per diventare i direttori artistici del progetto Genova Hip Hop Festival prendendo tra le mani un lavoro molto più grosso di quel che pensavamo, ma pensiamo di aver fatto un buon lavoro.
L’intento del festival è quello di trasmettere a più persone possibili i messaggi di questo movimento. Quali sono i messaggi che più dovrebbero arrivare alle nuove generazioni?
Come ci piace ripetere, il festival non è solo una serie di concerti del proprio artista preferito. Aggregazione, condivisione, libertà di espressione, rivoluzione, società e cultura. Questi sono solo alcuni dei valori dell’hip hop con cui noi siamo cresciuti e che ci teniamo arrivino alle persone che parteciperanno. Vogliamo abbattere il muro che divide vecchia e nuova scuola, l’hip hop è uno solo e non ha senso dividersi. Anche le tantissime crew genovesi sono divise, nonostante il nostro intento sia sempre stato quello di unire: ci abbiamo provato con la rassegna di eventi “Drop Some Rhymes”, arrivata alla terza edizione, in cui si sono sempre esibiti solo artisti liguri, e attraverso lo “Skill Circus”, giornata dedicata alle quattro discipline dell’hip hop. Ora che abbiamo la possibilità di parlare non solo alla nostra città, ma al pubblico di tutta Italia, pensiamo sia giusto lasciare qualcosa a chi verrà a trovarci.
Nell’evento ci saranno molti nomi importanti del rap italiano. Ormai è un genere diffusissimo tra i giovani. Secondo voi per quale motivo?
Il mercato musicale del rap in Italia negli ultimi anni è cresciuto un sacco, arrivando in televisione, in radio e superando tutti gli altri generi musicali per numero di dischi d’oro e di platino. Questo ha permesso la sua espansione fino ad arrivare a chiunque. Da tre anni a questa parte abbiamo visto questo fenomeno espandersi esponenzialmente anche e soprattutto grazie ai giovanissimi, che hanno un ruolo fondamentale nei movimenti del mercato. È anche una questione di identificazione: il linguaggio usato nel rap rispecchia la vita e i modi dei ragazzini, anche solo perché la gran parte degli artisti sono ragazzi proprio come i loro ascoltatori. Purtroppo o per fortuna è un genere molto accessibile, e la sua facilità alle volte sfocia in un esubero di nuovi talenti forse non a conoscenza di che cosa significa essere artisti. Nel complesso, benché in molti abbiano da “accusare” questo genere, noi pensiamo che questo sia il momento dell’hip hop e di nessun altro genere.
Ci sarà anche uno spazio dedicato al freestyle. Un ritorno alle origini della cultura hip hop?
I contest di freestyle ci hanno da sempre affascinati, ne abbiamo organizzati molti e siamo orgogliosi di averne finalmente organizzato uno di portata nazionale. Pensiamo che questo evento in generale sia un ritorno alle origini, soprattutto la seconda serata, mentre con la prima abbiamo voluto unire artisti che più esperti, come Bassi Maestro e Dargen, ad artisti più giovani come Lazza e Giaime. Secondo noi questo è un buon modo di riunire due generazioni che in poche occasioni si incontrerebbero sotto un palco.
Cosa vi verrebbe da dire a una persona indecisa se venire o meno al festival, in modo da convincerla?
Chi come noi è di Genova sa che eventi di questo tipo sono molto rari qui in città. Siamo una delle città più importanti in Italia per la scena rap, ma non abbiamo mai avuto l’occasione di ospitare un evento così in precedenza. Essere presenti a questo festival in qualche modo significa prendere parte anche a un momento della storia della musica italiana: GEHHF è solo un punto di partenza!