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La Prima Estate apre la scatola dei sogni là dove il mare incontra le Alpi Apuane

Il Festival a Lido di Camaiore ha inaugurato lo scorso weekend con Spiritualized e Mogwai, Calibro 35, St. Vincent, Air, Nic Cester e Tv On The Radio: tra elettronica, blues e art rock

  • Il23 Giugno 2025
La Prima Estate apre la scatola dei sogni là dove il mare incontra le Alpi Apuane

La Prima Estate non si scorda mai. Sicuramente questa edizione del festival a Lido di Camaiore resterà indelebile grazie a una line up confezionata da D’Alessandro e Galli degna dei grandi festival europei, con il vantaggio di una location meravigliosa nel cuore della Versilia, all’incrocio tra il mare e le Alpi Apuane. Peccato per l’assenza dei Kings of Leon, attesissimi tra gli headliner con l’unica data italiana del tour in Europa. Circa un mese prima dell’appuntamento in toscana, il frontman Caleb Followill, si è infortunato e ha costretto la band a cancellare tutti i concerti. Il primo weekend de La Prima Estate è scivolato via tra atmosfere psichedeliche e chitarre distorte, con un volume e un suono degni di una kermesse di quella portata.

I primi due giorni

L’apertura, venerdì 20 giugno, è stata messa nelle mani di Yard Act e Spiritualized (per entrambi unica occasione di vederli in Italia) e nel viaggio sonoro dei Mogwai, storico gruppo scozzese che ha da poco dato alle stampe l’album The Bad Fire. Punta di diamante del festival è stato il sabato 22, che ha radunato giovani e meno giovani al Parco Bussoladomani per una serie di concerti irripetibili. Ad aprire la serata, i milanesi Calibro 35, veterani del funk rock, eleganti e stilosi nonostante il caldo afoso in orario aperitivo, perfetti nella resa live del loro suono ispirato ai film polizieschi degli anni Sessanta e Settanta. Sorprendente come il talento possa rendere ipnotico e ammaliante un concerto strumentale.

A seguire St. Vincent, icona dell’art rock, quota femminile di numerosissime line up estive, strizzata in pizzo e calze nere mentre si dimena nella canicola estiva versiliese, sputa come un lama, limona i suoi musicisti, cade a terra finché qualche roadie cerca di risollevarla, oppure le passa il microfono per proseguire lo show dal pavimento. Lo spettacolo è acusticamente gradevole e visivamente caotico.

Lo scrigno delle pietre preziose si apre e sbrilluccica solo quando cala il buio sul Lido di Camaiore. Sul palco si accende una sorta di enorme scatola in cui sono racchiusi gli Air, il duo francese composto da Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel. Vestiti completamente di bianco, sembrano angeli dell’elettronica in un presepe avanguardistico costruito sul palco per contenere il loro mondo. Un mondo che però è incontenibile. Si sprigiona da chitarre e tastiere come un sogno inevitabile e bellissimo, avvolge come un abbraccio sonoro e trasporta in mondi interiori lontani.

Mentre gli Air ammaliano con le note perfette di Sexy Boy, Cherry Blossom Girl, Kelly Watch The Stars, le gocce di pioggia cadono sul pubblico e i lampi illuminano il cielo a giorno. Nessuno accenna ad abbandonare il proprio posto nel viaggio, anche perché tutto sembra far parte di una curatissima performance. Quasi chirurgica nella perfezione dei suoni e dei visual che li accompagnano.

La domenica

La domenica capita anche di incontrare i TV On The Radio a passeggio sul lungomare di Viareggio, poco prima di vederli protagonisti della serata funesta che avrebbe dovuto avere headliner i Kings Of Leon.

L’apertura della serata è riservata però a Nic Cester, per quanto mi riguarda vera sorpresa di questo weekend di Festival. Il cantante dei Jet, australiano di origini italiane, ha una voce strepitosa e una band potentissima. Allegro, felice, preso bene: sembra di ascoltare i Back Keys felici di aver passato una giornata rilassante al mare a bere birrette. Essere contenti e cantare il blues è apparentemente un ossimoro. Nic Cester lo fa con la naturalezza di chi sta davvero suonando davanti agli amici. La stessa naturalezza con cui urla “Fuck Kings of Leon” dallo stesso microfono da cui ha intonato, oltre ai suoi pezzi da solista, anche un paio di singoli dei Jet. Tra queste la cover di I put a spell on you di Screaming Jay Hawkings e quella di Un’avventura di Lucio Battisti. 

La chiosa del primo fine settimana in musica tocca ai TV On The Radio, band newyorkese dedita a un genere ibrido tra l’alternative rock, l’elettronica e la new wave, senza farsi mancare una vena punk. Il pubblico è un po’ meno rispetto alle serate precedenti. Il suono (già distorto per sua natura) sembra quasi non riuscire ad aggrapparsi ai presenti, ma il concerto scorre come un party notturno. I singoli come Wolf Like Me e Happy Idiot scatenano il ballo. La chiusura con Staring at the Sun accompagna l’atmosfera onirica della notte. Il primo weekend in musica è finito.

La Prima Estate continua il prossimo fine settimana con la serata Club Friday il 27 giugno, Grace Jones e Tony Humphries il 27 e Lucio Corsi domenica 29. Info su www.laprimaestate.it.

Articolo di Federica Mingarelli

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