Le Vibrazioni a Sanremo Confidential: «Vogliamo la quota rock!»
Le Vibrazioni stanno andando veramente alla grande sul palco dell’Ariston, anche ieri sera con la loro cover di “Un’Emozione Da Poco”. La nostra intervista
Martedì 4 febbraio, Le Vibrazioni hanno veramente spaccato sul palco dell’Ariston. Hanno cantato la loro Dov’è, scritta insieme a Davide Simonetta e a Roberto Casalino, una riflessione sulla ricerca della felicità al giorno d’oggi con una bella dose di rock. E anche ieri sera, nella serata delle cover, hanno portato la loro personale rivisitazione di Un’Emozione Da Poco di Anna Oxa insieme ai Canova e ci hanno emozionato e non poco, pure.
Sono venuti a trovarci sulla terrazza del Casinò per il nostro Sanremo Confidential: lo spazio dove gli artisti si confidano senza filtri. E tra un gioco e una domanda ci rivelano molto di loro. Per esempio Le Vibrazioni hanno subito portato avanti una richiesta: «Vogliamo la quota rock! Si parla tanto di quote rosa però dovrebbero ricordarsi di tenere più in considerazione anche le band! Siamo portatori di tante sensibilità sul palco, siamo interessanti!», ha raccontato la band di Francesco Sarcina.
In gara infatti ci sono soltanto loro e i Pinguini Tattici Nucleari, mentre ieri Le Vibra hanno chiamato i Canova, milanesi come loro, per questo motivo: «Ci ricordano molto noi all’inizio, ci piacciono molto!».
Ma poi la band di Sarcina ci racconta il suo mito musicale, i loro sport e molto altro!
Guarda la nostra intervista.
Particolarità del brano in gara Dov’è è la presenza sul palco di un interprete della lingua dei segni, che con la sua traduzione/performance che arricchisce il senso della canzone. «Mauro interpreta proprio emotivamente e a seconda dell’intensità della musica: lui la “canta”. Risulta quasi una danza», ha detto il frontman Francesco Sarcina. E Mauro, figlio udente di genitori sordi, ha raccontato la nascita della collaborazione con la band: «È stata una sorpresa anche per me. Sono stato contattato il girono del mio compleanno», ha detto. «Quando mi hanno chiamato pensavo fosse uno scherzo. Poi abbiamo iniziato subito a lavorare e siamo arrivati a questo bellissimo risultato. La musica in lingua dei segni è qualcosa di nuovo in Italia e grazie a loro è arrivata sul palco dell’Ariston».
Vuoi per la performance così particolare, vuoi per la direzione d’orchestra dell’amato Peppe Vessicchio, il brano è volato alto nelle classifiche parziali delle prime tre serate (giuria demoscopica e orchestra dell’Ariston, secondo posto nella prima e sesto nella seconda). «Non ci aspettavamo di arrivare così in alto in classifica», ha confessato Sarcina. «Ovviamente arriviamo con una canzone in cui crediamo. Quando hanno dato la classifica eravamo al ristorante a mangiare tranquillamente. Quando sono arrivati al dodicesimo abbiamo pensato che si fossero dimenticati di collocarci».
Sulla buona stella di questo periodo commenta: «C’è la cosa giusta al momento giusto. Cambia forse una questione di percezione sociale, a volte: la stessa canzone collocata in un altro momento non fa lo stesso effetto. Magari, se pubblicata oggi, Dedicato a Te non avrebbe lo stesso effetto di vent’anni fa. Noi abbiamo questo jolly di Peppe Vessicchio, perché quando lo presentano ci rendiamo conto che la vera rockstar è lui».