Little Simz a Milano ha vinto la sua guerra interiore
A distanza di tre anni la rapper di Londra torna è tornata in Italia con un tour in cui tutto cambia, tranne una cosa: la potenza della sua parola

Little Simz in concerto a Milano
Era dicembre 2022 quando Little Simz, direttamente da Islington – nel nord di Londra, arrivava a Milano per l’unica data italiana del suo Sometimes I Might Be Introvert Tour. In quell’occasione, Simbi aveva tenuto una vera e propria masterclass di hip hop il cui unico mantra era stato less is more. Una formazione minimale alla vecchia maniera (femcee e dj), lei così minuta ma al tempo stesso gigante – poco tempo dopo avrebbe vinto il Mercury Prize – così tanto da riempire un palco intero da sola, senza bisogno di fronzoli.
Dal quel momento, di anni ne sono passati quasi tre, e Little Simz al suo bagaglio musicali ha aggiunto progetti eclettici, sperimentali e complessi come NO THANK YOU, Drop 7 e Lotus, il suo ultimo album uscito a giugno. Anche il modo di fare i live, per Simbiatu, è cambiato: a lei si è aggiunta infatti una band fenomenale, e oltre a rappare suona e sale in console trasformando il palco dell’Alcatraz di Milano – che ieri sera l’ha accolta con il calore che meritava – in un grande club londinese tra ritmi afro, garage e baile funk.
Little Simz a Milano: feroce e orgogliosa, dolorosa e catartica
Ciò che non è mutato, invece, è la potenza della sua parola. Feroce e tagliente – come nell’apertura con Thief, brano apripista di Lotus dove si parla della vicenda legale e personale con Inflo -, orgogliosa – quando, in Introvert, rivendicando con la forza e la rabbia di tutte le sorelle oppresse di essere una “proud black woman” -, dolorosa e allo stesso tempo catartica come solo le cose necessarie e che fanno crescere sanno essere. Quella di Little Simz, infatti, non è mai stata musica da intrattenimento: è arte con cui ci si sporca, quella che ci mette di fronte all’evidenza – talvolta crudele – che disturba e conforta e che obbliga a fermarsi e riflettere. È un grido d’odio e allo stesso tempo d’amore, un’arma per combattere una guerra, quella dentro con se stessi e quella fuori con la società.
Per la comunità
C’è una canzone di Lotus che riassume metaforicamente e non solo, il percorso compiuto da Little Simz. Peace si apre proprio con una strada dove una ragazzina piena di sogni cammina bagnata dalla pioggia. Nella nostra intervista esclusiva la rapper londinese l’aveva definito come un dialogo con la sua versione da giovane. Per lei, come per tutta la comunità nigeriana di North London, non è stato mai facile e se oggi è “normale” che da quei quartieri escano fuori artisti (non solo rapper) è merito dell’abbattimento di barriere e pregiudizi.
Simbi ancora oggi si sente in debito con la fortuna, anche se buona parte del suo successo è soprattutto frutto di impegno e talento. È rimasta profondamente legata alla comunità e ai club giovanili dove lei stessa è cresciuta (lo scorso anno ha inaugurato uno studio di registrazione allo youth club Lift). E ieri, durante Young, ha ricreato un po’ di quell’atmosfera creativa, caotica e divertente che le nuove generazioni hanno la possibilità di vivere in quei luoghi.
Perché alla fine di tutto, come recita il ritornello di Free, l’unica arma per vincere quelle guerre interiori ed esteriori di cui parla nelle sue canzoni è una sola: l’amore. E ieri sera, a Milano, Little Simz ha trionfato ancora una volta.
Articolo di Samuele Valori e Greta Valicenti