Sensuale, commovente, sold out. Marco Mengoni ha decisamente conquistato i 54mila di San Siro
Il cantante, dopo due anni, sei mesi e un giorno, porta alla sua prima prova negli stadi uno show che toglie il fiato
«Vi chiedo scusa per stasera, andando in là con l’età si diventa emotivi. Vorrei augurarvi una cosa: qualunque passione voi abbiate, vi auguro di provare le stesse cose che sto provando io stasera. 13 anni fa non ci avrei mai pensato. Se sono qui stasera è tutta “colpa” vostra, grazie». Un ringraziamento forte e chiaro, quello di Marco Mengoni, al suo primo San Siro dopo tredici anni di carriera. Voluto, meritato, sudato. Portato sul palco nonostante qualche problema al ginocchio, che sembra proprio essersi risolto, vista la forma smagliante del cantante ieri sera, sul palco davanti ad uno stadio sold out con 54mila persone.
Gli occhi lucidi dopo questo breve discorso ci ricordano che sì, siamo tutti così simili. Gli artisti, gli uomini, piangono. Mostrare le nostre emozioni ci fa sentire più vicini e, come dice giustamente, ci fa credere negli esseri umani che “hanno il coraggio di essere umani”, fragili e imperfetti.
L’importanza delle parole, un live “suonatissimo” e i 54mila di San Siro
Di imperfezioni, però, in questa calda serata a San Siro ne vedo poche. Un concerto diviso in blocchi, con Marco Mengoni che “parte dal pubblico”, sulle note di Cambia un uomo, primo singolo estratto dal suo ultimo album Materia (Terra). Un live “suonatissimo”, come racconta ai giornalisti, con una band che “se non vinco il Grammy per il best band ever non ci credo”. Poco spazio al digitale, largo alle emozioni. Soprattutto, largo alla musica, ai momenti ben strutturati, come l’introduzione del blocco dedicato agli anni ’70, con due “presentatori digitali” che presentano tutta la band sul palco insieme a Marco Mengoni. Un lavoro magistrale, reso possibile grazie all’incontro con i Black Skull.
Il cantante non porta a San Siro solo due ore di musica, ma anche un monologo (o meglio, flusso di coscienza) sull’importanza delle parole. «Ho voluto dare peso all’importanza della parola e a come ci si dovrebbe comportare, senza avere paura dell’altro. Ho chiesto quali parole dovessero essere eliminate dal vocabolario, perché se non ci fossero non ci sarebbe neanche il gesto. Penso a parole come “razzismo“».
Se le parole negative sui social arrivano come proiettili, quelle dei brani di Marco Mengoni toccano invece le corde più profonde. Con quella sua sensibilità mista a sensualità e grande presenza scenica, il cantante porta dal vivo 27 brani. Non mancano chiaramente i suoi ultimi successi, dal già citato Cambia un uomo a Mi fiderò, fino all’ultimo singolo No stress. Tra vari cambia d’abito (curati da Lorenzo Posocco), che seguono i blocchi del concerto, e una struttura gigante, che appare per una manciata di brani, Mengoni si lascia trasportare dal pubblico. I 54mila di San Siro si fanno sentire tutti, dal pit fino al “paradiso” del terzo anello, come lo ha definito Cesare Cremonini.
In scaletta, come dicevamo, brani per due ore di musica, da Hola a Ti ho voluto bene veramente, fino a In un giorno qualunque e Ma stasera, hit estiva del 2021 che non poteva assolutamente mancare in questa serata che ha tolto il fiato un po’ a tutti.
La prima di #MarcoNegliStadi, che è anche il primo water equal tour al mondo, si conclude con Buona vita. Un augurio collettivo, da Marco Mengoni al suo pubblico e viceversa, in quel continuo scambio d’amore che ha caratterizzato anche questa serata a San Siro. Una notte arrivata a due anni, sei mesi e un giorno dall’ultimo concerto del cantante, nel 2019. A qualcuno scende una lacrima, e va bene così, ripartiamo anche da qui: dalle emozioni autentiche.
Mengoni Live 2022
Dopo i due show negli stadi, Marco Mengoni tornerà live nei palazzetti a partire da ottobre con il Mengoni Live 2022. Il cantante partirà da Mantova, con la data zero, il 2 ottobre. Proseguirà poi a Milano (5 ottobre), Torino (12 ottobre), Bologna (14 ottobre), Pesaro (16 ottobre), Firenze (18 ottobre), Roma (21 ottobre) ed Eboli (27 ottobre).