Dietro le quinte del Medimex: a tu per tu con il coordinatore artistico Cesare Veronico
Tutto pronto per l’edizione 2023 del conference festival (quest’anno solo a Taranto): incontriamo una delle menti della rassegna
Cesare Veronico è coordinatore artistico di Medimex, un progetto Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale regionale attuato con il Teatro Pubblico Pugliese e realizzato nell’ambito dell’accordo tra quest’ultimo e Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione.
Veronico, nato nel 1960, è stato protagonista della scena musicale del Sud Italia negli ultimi trent’anni. È stato uno dei primi DJ italiani negli anni ’70, speaker radiofonico, proprietario di uno storico negozio di dischi e di un live club, organizzatore di concerti ed eventi.
Medimex 2023
Ogni anno il Medimex – rassegna con una forte connotazione da conference festival – porta a Taranto (talvolta in tandem con Bari) un mix di musica e mostre, incontri, presentazioni.
Quest’anno si moltiplicano i live, con headliner come Tom Morello, Skunk Anansie, Echo & The Bunnymen, The Cult, The Murder Capital, Diodato. Qui tutte le informazioni sulla lineup.
Lato mostre, da non perdere dal 14 al 16 giugno al MarTA Perfect Day. Lou Reed e la New York di Andy Warhol, con 55 fotografie in anteprima nazionale di alcuni tra i più importanti fotografi internazionali. E ancora, il Vintage Drum Show dal 15 al 18 giugno nell’Ex Chiesetta dell’Università degli Studi di Taranto, con una selezione di batterie vintage che hanno fatto la storia del jazz, del rock e del pop dagli anni ’30 ai ’70.
L’intervista a Cesare Veronico
Raccontaci il tuo primo festival da organizzatore.
Il mio primo festival da organizzatore risale al 1982. Era la selezione pugliese di “Rock Italiano Mette i Denti”, in collaborazione con l’Arci. C’erano tanti gruppi punk, metal, new wave. Il gruppo che vinse il festival in Puglia furono gli Skizo, che poi parteciparono alla finale nazionale a Bologna classificandosi terzi dopo Litfiba e Denovo.
Il problema più complicato che ti sia capitato all’ultimo?
Più che all’ultimo fu durante il concerto dei The Sound al Penthouse di Bari. Adrian Borland interruppe il concerto perché ubriaco. Io, nel tentativo di raggiungere velocemente i camerini, inciampai in uno di quei tubi di ferro che sostenevano il palco e decollai. Quando raggiunsi la band, stavano litigando tra loro. Temetti il peggio ma poi, per fortuna, il gruppo rientrò e concluse il concerto con una splendida versione di Sweet Jane di Lou Reed che Borland dedicò a mia madre e mia sorella. Che potevo dirgli? Lo ringraziai…
Un aneddoto incredibile?
Al concerto degli Iron Maiden di Firenze del 1981, tra i primi live con Bruce Dickinson al posto di Paul Di’Anno. Ero nelle prime file sballottato a destra e a manca, come tutti quelli che sceglievano di seguire il concerto sotto il palco. Solo un tipo era immobile e faceva headbanging dando testate sempre più forti al famigerato tubo di ferro che sporgeva sistematicamente da qualunque palco. Feci prima io a distrarmi che lui a smettere. Davvero non ho idea di che fine abbia fatto quel tipo.
La più grande soddisfazione?
Sono diverse le soddisfazioni ma se ne devo scegliere una è stata il concerto di Iggy Pop al Medimex 2017 di Bari. In molti mi sconsigliarono di sceglierlo come headliner. “È bollito”, mi dicevano. E invece fu un concerto epocale, con lui in forma strabiliante, al quale parteciparono non meno di 50mila persone.
Il festival al quale hai assistito da spettatore più bello di sempre?
Anche qui c’è l’imbarazzo della scelta. Per motivi affettivi scelgo uno degli ultimi ai quali ho partecipato: Barcellona nel 2016, il primo con mio figlio, quando mi sono innamorato perdutamente di Steven Wilson.
La location dei sogni in Italia?
Il Colosseo. Quale altra potrebbe essere?