Eventi

Cose che abbiamo amato al Mi Ami 2025

Ecco quali sono stati i nostri live preferiti della XIX edizione del festival, dalla conferma di Sayf come next big thing al rito oscuro e catartico di Emma

  • Il26 Maggio 2025
Cose che abbiamo amato al Mi Ami 2025

Mi Ami 2025, foto di Kimmica

Quattro palchi, più di 80 artisti – tra debutti assoluti, ritorni attesi e progetti inaspettati – per tre giorni di musica: nel 2025, per la sua XIX edizione, il Mi Ami ha cambiato casa (dal Circolo Magnolia si è spostato poco più avanti, nel ben più grande parco dell’Idroscalo costeggiato da un lago che aggiunge un pizzico di magia, soprattutto quando il sole cala a picco sull’acqua), ma l’amore – quello per la musica e quello che si respira tra il pubblico, variegatissimo – è rimasto sempre lo stesso, se non di più. Se il primo giorno abbiamo abbracciato l’oscurità e i demoni con i live di Azael e Thrilljard, 18K, Emma e Bladee, il venerdì e il sabato abbiamo rivisto la luce e ballato fino a notte fonda. In attesa del prossimo anno, ecco le cose che abbiamo amato di più del Mi Ami 2025.

La consacrazione di Sayf come big thing

Noi ve lo avevamo detto: Sayf sta diventando grande, e il suo live di venerdì ne è stata la conferma. Poche altre volte abbiamo assistito a un’ascesa tanto rapida mantenendo stile, qualità e coerenza, e mentre il sole calava sul lago dell’Idroscalo la parola che avevamo in testa vedendo Adam sopra il palco accompagnato dagli immancabili Jiz e Dibla e l’ondata di persone accalcata sotto a cantare ogni singola canzone (Marco Mengoni compreso) era una sola: consacrazione (meritatissima). Uno di quei momenti di cui tra pochi anni – quando calcherà palchi ancora più grandi – potremmo dire “io c’ero”. Come direbbe Noyz Narcos: non dormite su questa stella appena nata, ma già luminosissima.

L’hip hop purissimo di Ele A

Lo status di headliner del palco Lago le spettava di diritto e ancora una volta Ele A ha dimostrato di meritarselo tutto, dal primo all’ultimo minuto. Direttamente da Lugano la rapper all’Idroscalo ha portato barre, stile, flow e delivery, nonché un brano inedito che non è ancora uscito ma che ci è già entrato in testa (“Le persone hanno secondi fini, preferisco avere dei gattini”). Sul palco ospita anche Sayf e Promessa, mandando letteralmente in visibilio i presenti. La nuova scuola è qui e ha tutte le carte in regola per restare.

Il live culto di Noyz Narcos

La sua ultima volta al Mi Ami è stata 9 anni fa, e nel 2025 Noyz Narcos è tornato al festival da leggenda. Ogni suo live è una lezione di rap con cui colpisce dritto come un cecchino, tra brani più recenti tratti da CVLT a pietre miliari come Non dormire, Zoo de Roma e Attica. Roma è stata sulla mappa anche all’Idroscalo.

Lorenzza, ghetto Cenerentola del bosco del Mi Ami

Di lei in questi mesi sono state dette tante cose, tranne la più importante: che è brava. Nella Ultravel Arena nel bosco fatato dell’Idroscalo, Lorenzza – che alle critiche ha risposto con la sua musica – è sembrata una vera “ghetto Cenerentola” che ci ha fatto impazzire. Si rassegnino i detrattori: live sa rappare, e a differenza di molti colleghi (e sì, il maschile è voluto) lo fa senza voci sotto ma solo con la sua, graffiata quanto basta per raccontare la storia di una ragazza cresciuta forse troppo in fretta con il volto ancora da bambina, unica traccia della sua giovanissima età. La strada per diventare una vera Goat Bitch è quella giusta.

La messa dolorosa e catartica di Emma

Dimenticate i colori sgargianti del venerdì e del sabato: il giovedì del Mi Ami, la creazione, è stato un rito gotico (favorito anche dalla pioggia incessante), iniziato con Azael e Thrilljard, 18K e culminato con Bladee, per la prima volta in Italia con un full set. Nel mezzo, il live di Emma, a mani basse una delle cose più interessanti e intense viste in questa XIX edizione. La sua è stata una messa oscura collettiva (celebrata infatti più in mezzo al pubblico che sul palco), viscerale e estrema, dolorosa e catartica allo stesso momento, prima guerra e poi pace. Un momento che sarà difficile da scordare.

L’esordio live di Prima stanza a destra

Di Prima stanza a destra non sappiamo nulla se non che ha 21 anni e la sua musica è un rifugio assolutamente personale e interpretabile da ciascuno a proprio modo per le emozioni più profonde. Sul palco incastonato negli alberi dell’Idroscalo, il suo esordio live con il suo primo EP, AMANDA, è stata una delle cose più magiche viste nella serata di venerdì. Non vediamo l’ora di rifarlo.

Lo street moment di Shablo con Mimì, Joshua, Tormento e Rkomi

A portare un po’ di cultura (hip hop, si intende) nella serata del sabato del Mi Ami non poteva essere che Shablo ai piatti con la sua street song accompagnato da Mimì (la voce più incredibile di questa edizione del festival? Ce la sentiamo di azzardarlo), Joshua (l’R&B in Italia ha una nuova stella), quella leggenda che è Tormento e anche un po’ di Stevie Wonder. Se tutto questo ancora non bastasse, a sorpresa è comparso anche Rkomi, fresco fresco dall’uscita di decrescendo., che sul palco Champions ha portato per la prima volta live la sua dirti no.

Il patto di libertà di Emma Nolde

“Se io oggi fossi in mezzo a voi sicuramente sarei una di quelli in fondo, appoggiati alle ringhiere: non solo perché sono alta, ma perché sono timida. Questo live è un patto tra me e voi, perché qui potete essere voi stessi. Se cantate male potete cantare malissimo insieme, se ballate male potete ballare malissimo insieme”. Così Emma Nolde ha esordito sul palco Lago del Mi Ami 2025, che ha dominato con la potenza di una vera rockstar senza però rinunciare alla delicatezza. Il rock italiano è in buonissime mani: quelle delle ragazze.

Share: