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Ortigia Sound System non si è dimenticato come si organizzano i festival

Molti altri festival da sempre considerati certezza di qualità nell’edizione 2022 si sono rivelati problematici dal punto di vista della fruizione dell’evento. Ma non è stato così a OSS 2022

Autore Claudio Biazzetti
  • Il3 Agosto 2022
Ortigia Sound System non si è dimenticato come si organizzano i festival

Ortigia Sound System 2022 (foto di Giacomo De Caro)

È molto facile affezionarsi a un posto come Ortigia. È ancora più facile se, se poco casualmente, ci capiti in quel weekend all’anno in cui c’è l’Ortigia Sound System.

Eppure, un pochino di timore che il bel festivalino si presentasse cambiato da questi ultimi anni di torpore pandemico c’era. Questo per il semplice fatto che molti altri festival da sempre considerati certezza di qualità (toh, il Primavera Sound) nell’edizione 2022 si sono rivelati una totale chiavica dal punto di vista della fruizione dell’evento. Sospiro di sollievo: a Ortigia tutto è rimasto sostanzialmente bello come sempre.

Qualcosina mancava, come i tipici boat party che per qualche cavillo burocratico quest’anno non si sono potuti fare. C’è sicuramente stato anche qualche fisiologico incidente di percorso, come la musica che venerdì al Castello Maniace viene spenta mezz’ora prima della fine (pare) per qualche lamentela da parte delle forze dell’ordine. Oppure il solito volo cancellato all’ultimo, che purtroppo ha fatto saltare il set di Anz il sabato sera.

Ortigia Sound System - 2 - foto di Bianca Burgo
Foto di Bianca Burgo

Le novità della lineup 2022

Ma ci sono state anche tante novità, a partire da una lineup che non è mai stata così internazionale e ben confezionata. Dall’avant-pop da elfa dei boschi di Lyra Pramuk al tribalismo del futuro dei Nihiloxica, la main venue del Maniace quest’anno si è goduta vibrazioni ancora più ricercate degli scorsi anni. Il picco lo si è raggiunto con il Moritz Von Oswald Trio, praticamente un’unica session di improvvisazione con Laurel Halo alle tastiere, Heinrich Köbberling alla batteria e il maestro ai sequencer vari.

Altra novità: la convergenza astrale di due maestri del rumore elettronico come Lino Capra Vaccina e Toni Cutrone aka Mai Mai Mai. I due, dopo una decina di giorni di residenza artistica siracusana, si sono esibiti domenica in un live all’interno di una chiesa del centro storico, dove le onde generate dagli oscillatori e modellate dai filtri si sono infrante e diffuse come preghiere tra navate, arcate e absidi.

Qualche ora prima, in una situazione biblicamente opposta come quello del Lido OSS, Kelman Duran ha dato invece sfogo ai beat più peccaminosi in un miscuglio sudaticcio di reggaeton, dancehall e dub: lo stesso che si sente in I’M THAT GIRL, capolavoro in apertura del nuovo album di Beyoncé, prodotto appunto da Kelman.

Un pochino deludenti invece i Tangerine Dream venerdì. Forse per un set un po’ ripetitivo, piattino, forse per un nome davvero ingombrante da cui ci si aspetta grandi cose sul palco. Tutto l’opposto di professionisti come gli Overmono, signori indiscussi di sabato sera. Hanno fatto sudare anche quello che non sono riusciti a fare i 30 gradi fissi delle notti ortigiane.

Premio bellicosità al DJ set di Kelly Lee Owens. Si presenta sul palco di domenica saltellante, agguerrita, con una voglia pazza di fare headbanging coi capelli al vento e un arsenale di armi da club del calibro di Getting Me Down di Blawan. Il classico pezzo che suoni quando vuoi fare il delirio.

Ortigia Sound System - 3 - foto di Stefano Mattea
Gli Overmono (foto di Stefano Mattea)

Ortigia Sound System, rischiare con intelligenza

Insomma, è stata l’edizione del ritorno a ballare in piedi che tutti stavamo aspettando. Con la decisione poi di “ufficializzare” gli after al KM 0, una zona rurale a mezz’oretta di macchina da Siracusa (con tutte le batoste che puoi prendere cercando di gestire navette, artisti, logistica, eccetera) l’impressione è di aver ritrovato un Ortigia Sound System che a differenza d’altri non solo non si è dimenticato come si organizzano i festival, ma che si è preso pure la responsabilità e i rischi di crescere. E questo gli fa solo onore.

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