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Ci voleva il roBOt Festival per dimostrare quanto vale Daniela Pes?

Nell’ultima data del tour l’artista sarda è stata ospitata da una kermesse confezionata in modo intelligente, che è stata in grado di valorizzarla a pieno

Autore Billboard IT
  • Il17 Ottobre 2024
Ci voleva il roBOt Festival per dimostrare quanto vale Daniela Pes?

Daniela Pes dal vivo a roBOt Festival 2024 (foto di Riccardo Dari)

Di recente Daniela Pes ha chiuso il tour italiano del suo primo album Spira al roBOt Festival 2024, prima di proseguire in solitaria in Europa. Il concerto che ha tenuto a Bologna è stato uno dei punti più alti della serata. Eppure i grandi nomi in lineup non mancavano affatto: tra i molti, erano presenti il duo berlinese Modeselektor e il pluripremiato produttore nordirlandese Max Cooper, che qui ha presentato in anteprima il suo nuovo spettacolo 3D/AV.

Le parole del direttore artistico

«In realtà Daniela Pes ha una presa enorme sul pubblico», precisa Marco Ligurgo, direttore artistico di roBOt Festival. «Quando ho “chiuso” l’artista a gennaio, sapevo che era un nome interessante su cui investire e che poteva crescere molto, ma non mi aspettavo il salto che ha fatto nell’ultimo anno. La sua è stata una scommessa vinta».

Conoscevamo già il talento della cantante sarda, accompagnata in questo tour dai musicisti Maru Barucco e Mariagiulia Degli Amori, ma la sua esibizione a roBOt Festival 2024 – tenutosi il secondo weekend di ottobre – ha dimostrato quanto giochi un campionato a parte rispetto a molti altri artisti italiani contemporanei.

Questo vale soprattutto se si considera la dimensione live, dove Daniela Pes è stata capace di tenere testa a producer stranieri con un percorso più lungo del suo. Il live è stato apprezzatissimo dal pubblico, che già prima delle ore undici aveva riempito il DumBO, ex scalo merci di 40mila metri quadrati, diventato da diversi anni la venue principale della manifestazione. Non è una cosa scontata, tanto più per un festival basato principalmente sulla musica elettronica, dove l’headliner della serata iniziava da scaletta alle tre di notte.

Anche Mabe Fratti – artista del Guatemala che sta crescendo parecchio – ha contribuito al successo dell’evento. «Sapevo che piazzando entrambe all’inizio della lineup, grazie alle sonorità molto intense e al tempo stesso intime che propongono, avrebbero riempito subito il Dumbo», spiega Ligurgo. «Per intenderci, nella serata di venerdì 11 ottobre, dove abbiamo fatto più o meno gli stessi numeri in termini di biglietti, non c’erano così tante persone a quell’ora. Probabilmente tutti questi “co-headliner” messi insieme hanno creato un tale hype che se avessimo avuto il doppio della spazio l’avremmo riempito, a giudicare anche dalle persone che erano in lista d’attesa».

Robot Festival 2024 - foto di Roberto Dari
Foto di Roberto Dari

Da dove viene il talento di Daniela Pes

L’album Spira di Daniela Pes, realizzato con l’aiuto del conterraneo Iosonouncane in veste di produttore e co-autore, è stato forse l’esordio più convincente degli ultimi anni all’interno del panorama musicale italiano. Sette brani cantati in una neolingua che mischia dialetto gallurese, italiano e parole inventate: «Un lavoro contenuto e coerente, pieno d’idee, che fa salire l’ansia e la magia», ha commentato la scrittrice Claudia Durastanti su Internazionale.

Ma un conto è realizzare un buon disco in studio, un conto è saperlo valorizzare dal vivo. Daniela Pes non solo ci è riuscita, ma ha decisamente superato le aspettative: la sua performance ha dimostrato che è potenzialmente in grado di calcare altri grandi palchi, e che la sua musica funziona anche e soprattutto in questa dimensione, dove la componente audiovisiva e gli impianti massicci rafforzano le sonorità che propone.

Con una formazione jazz alle spalle, l’artista sarda nel suo live al roBOt Festival ha mostrato un’estensione vocale e una versatilità fuori dal comune, a cui ha saputo affiancare parti strumentali ben confezionate, che mescolavano musica popolare, avant-pop, elettronica sofisticata e folk. Il risultato è stato uno spettacolo immersivo che ha lasciato il segno. La scelta di roBOt di ospitare l’artista sarda è stata molto intelligente.

L’organizzazione di roBOt Festival, che nel 2024 festeggia i quindici anni di attività, le ha fornito uno spazio e un’attenzione che non sempre viene garantita ad artisti con un percorso discografico così breve, per quanto evidentemente sorprendente. Ma la risposta del pubblico è stata la prova che questa strategia ha funzionato. «Daniela Pes è un’artista che ormai è esplosa: ha una fanbase molto ampia, e nelle produzioni a venire questa cosa si noterà ulteriormente», sostiene Ligurgo.

Un festival inclusivo e sofisticato

Non è la prima volta che la kermesse riesce a fare una line-up che sia accattivante per più pubblici, distaccandosi dalla «logica dei mega-headliner», come la definisce lo stesso Ligurgo. A farci caso, la maggior parte degli artisti presenti nel cartellone di quest’anno si stanno in qualche modo creando il loro pubblico. Il festival, ad esempio, ha ospitato tra gli altri la vocalist e composer Lyra Pramuk, poco conosciuta in Italia ma molto apprezzata all’estero, a cui le è stata anche affidata la redazione del manifesto dell’edizione 2024.

Il tema del roBOt Festival 2024 era la transizione – di genere, digitale e ambientale. Il programma era tanto inclusivo quanto internazionale. Un tasto dolente della maggior parte dei grandi eventi musicali italiani è proprio la parità di genere tra gli artisti in line-up. Al roBOt questo aspetto non solo è stato garantito, ma è stato sfruttato a pieno dalla direzione artistica.

La compositrice Kali Malone, che ha eseguito il suo ultimo album accompagnata per l’occasione dal produttore e visual artist Stephen O’Malley; le premiere live di Valentina Magaletti & Nídia, o di Marie Davidson; e ancora: i DJ set intensi di Evissimax e Toccororo. Tutte personalità, queste e molte altre, che non erano certamente semplici quote rosa, ma la spina dorsale del cartellone. Questo approccio, inoltre, ha avuto un effetto benefico anche sulla composizione del pubblico, che era molto variegata e dal respiro internazionale.

Infine, è stato piacevole notare che l’organizzazione offriva gratuitamente agli spettatori dispositivi per la protezione dell’udito: un modo per vivere e veicolare la musica elettronica, e più in generale la club culture, in maniera safe e finalmente matura, dandole l’importanza e la ritualità che si merita.

Robot Festival 2024 - Lyra Pramuk - foto di Roberto Dari
Lyra Pramuk dal vivo a roBOt Festival 2024 (foto di Roberto Dari)

Perché il roBOt Festival funziona

In quindici anni roBOt non ha mai perso il gusto per le proposte più di nicchia e ricercate, grazie anche a un pubblico affezionato in grado di apprezzare le scelte artistiche della direzione. Grazie a questo approccio, per nulla scontato, il roBOt oggi si riconferma uno dei principali eventi di musica elettronica del paese, secondo forse solo al C2C (anche se non sono del tutto paragonabili), nonché un punto di riferimento nel corso dell’anno per la città di Bologna.

«Nonostante ci siano stati dei cambiamenti, il brand “roBOt” è rimasto alto», conclude Ligurgo. «Il nostro è un evento nato durante la prima stagione di festival italiani legati alla musica elettronica, quando le manifestazioni di questo genere non erano così diffuse. Per questo, per noi è ancora importante che un festival sia ad esempio di più giorni e abbia diverse sfaccettature: insomma, non dev’essere solo concerti e DJ set. Ed è sempre per questo motivo che forse siamo così legati alle dinamiche attuali – dall’inclusività al gender balance, dalle politiche su come bisognerebbe vivere la notte ai valori della club culture».

Articolo di Luca Gorini

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