Sanremo 2021: chi si schiera contro l’idea Rai di una nave per spettatori e staff
Per proteggere pubblico e lavoratori della kermesse trasmessa sulla rete ammiraglia, la Rai pensa ad un isolamento che non piace a tutti
«Mentre da mesi tutti i teatri e i musei sono chiusi, mentre i concerti sono vietati da tempo e c’è l’intera industria culturale in ginocchio, la ricca Rai, l’unica azienda in Italia che non ha problemi di bilancio perché è mantenuta dai soldi del canone degli italiani, vorrebbe avere una corsia preferenziale per Sanremo, aggirando la legge con una dubbia operazione che porterebbe centinaia di persone all’Ariston come pubblico. La conferma data alla stampa che si starebbe pensando ad una soluzione del genere è gravissima, è urgente che arrivino chiarimenti in commissione di Vigilanza». Con queste parole pubblicate su Facebook, il Segretario della commissione di Vigilanza della Rai Michele Anzaldi ha commentato una delle ipotesi emerse nelle ultime ore per salvare il Festival in presenza.
L’idea prevederebbe di far alloggiare le centinaia di spettatori e addetti ai lavori di Sanremo 2021 sulla nave Smeralda della Costa Crociere per tutta la durata della kermesse musicale ligure. Verrebbe così favorito un maggior controllo degli spostamenti del pubblico e dello staff, in modo tale da non dover andar in onda “a porte chiuse”.
Un’ipotesi esclusa più volte dallo stesso presentatore e direttore artistico Amadeus: «Stiamo lavorando perché la kermesse sia realizzata nella maggiore normalità. E per maggiore normalità intendo il maggior numero possibile di poltrone occupate all’Ariston. Un criterio possibile sarà avere le presenze tutte tamponate in maniera costante e ripetuta, con un controllo quotidiano di tutti coloro che entreranno all’Ariston».
La prudenza del CTS frena la Rai
Nonostante il tangibile entusiasmo post V-Day, negli ultimi giorni si è alzata una cortina di incertezza attorno alle riaperture attorno a numerose categorie, fra cui impianti sciistici, palestre e scuole. La frenata del CTS impone prudenza, oltreché (perlomeno) un piano B. Eventualità con cui anche la Rai dovrà fare i conti in vista della 71esima edizione, nonostante le promesse dei mesi scorsi.
La proposta della nave è figlia anche di questi recenti sviluppi. Ma sono in molti a sollevare perplessità in merito. Anzaldi ha rincarato così la dose su Facebook:
«Il presidente Barachini pretenda trasparenza dai vertici del servizio pubblico. Si pronuncino il Comitato tecnico scientifico e il ministero della Sanità. Chi garantisce che spostare ogni giorno centinaia di persone dagli alberghi o da una nave non metta a rischio la salute degli italiani? Chi garantisce che il Festival non diventerà un maxi cluster di contagi? Davvero il Festival di Sanremo è l’unico evento televisivo e musicale nel mondo che può permettersi di non rispettare le restrizioni anti covid? Il mondo intero ha dovuto anticipare la messa di Natale e la nascita del Bambinello, ma la Rai non può rinunciare alla sua Spendopoli? Quanto costerebbe un’operazione del genere?».
La reazione del sindaco di Sanremo
Anche il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri si è opposto fermamente alla soluzione contemplata dalla Rai, che rappresenterebbe «uno schiaffo alla città e alla sua economia».
Continua Biancheri, intervistato dal Secolo XIX:
«Contatterò la Rai per capire se davvero intende percorrere questa strada, spero che l’ipotesi così come è nata all’improvviso, svanisca altrettanto velocemente. Una simile soluzione mi sembra proprio l’ultima a cui ricorrere. Lo stesso risultato, cioè salvare lo spettacolo garantendo la presenza di quanti più spettatori possibile all’Ariston, nel rispetto delle norme anti-Covid, lo si può ottenere senza danneggiare gli alberghi e quindi l’intera economia cittadina. Ad esempio concentrando le persone che potranno seguire le serate festivaliere in teatro, dal 2 al 6 marzo prossimi, in due o tre grandi hotel cittadini, con cui concordare, assieme anche all’Asl, tutte le possibili precauzioni, a cominciare da tamponi quotidiani».
Trasportare gli spettatori dalla nave risulterebbe a suo dire molto più rischioso, «visto che non può entrare nel nostro porto poco profondo, alla banchina, creando possibili assembramenti».