Sanremo 2023, da Mattarella a Blanco: i momenti migliori e peggiori della prima serata
Dalla presenza del Presidente della Repubblica in platea all’esibizione discutibile di Blanco, che non si sentiva in cuffia. I top e i flop della prima serata del Festival
È iniziata col botto la 73esima edizione del Festival di Sanremo. Come poter definire un inizio con niente meno che il Presidente della Repubblica Mattarella in platea. Emozionato e commosso per di più. Il presidente era con la figlia Laura per omaggiare i 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione Italiana. Poi c’è stato l’annunciato debutto di Chiara Ferragni come co-conduttrice. La scena punk di Blanco che non si sentiva nell’in-ear. Il lunghissimo spazio dedicato ai Pooh. E naturalmente le esibizioni live dei cantanti in gara.
I momenti migliori della prima serata del festival
Il Presidente Mattarella e Benigni omaggiano la Costituzione
Ad accogliere il Presidente Mattarella anche Gianni Morandi, sempre ineccepibile sul palco, che con l’orchestra dell’Ariston ha intonato l’inno di Mameli.
Per l’occasione, sul palco invece, è salito Roberto Benigni. Ha raccontato di quanto sia diventato importante il Festival di Sanremo, come espressione della musica leggera, solitamente confinata in spazi ben poco importanti. Invece da quando il Festival venne inventato negli anni ’50 da Amilcare Rambaldi «ha un posto enorme nella storia sentimentale della nostra società».
«Quanto ci ha avviluppato l’anima Sanremo? E comunque dove c’è la musica non ci può essere niente di cattivo. Questa edizione poi è particolarmente bella. Si celebra l’entrata in vigore della Costituzione 75 anni fa». E ancora: «Cosa c’entrano Sanremo e la Costituzione, vi starete chiedendo? Anche quella celebra la libertà». E quindi ha parlato dell’Articolo 21, il suo preferito, quello sulla libertà di parola e di stampa. Sicuramente uno dei momenti migliori della prima serata della 73esima edizione del Festival.
I momenti migliori della serata: Mahmood e Blanco
Tra i protagonisti dei migliori momenti della prima serata del Festival non potevano di certo mancare Mahmood e Blanco e la genuina spontaneità che li ha resi immediatamente dei pezzi di cuore di tutti noi. A distanza di un anno d’oro in tutti i sensi, i due vincitori dell’edizione passata tornano sul palco dell’Ariston ricominciando da dove eravamo rimasti, ossia con tutte le emozioni che la loro Brividi ci aveva scatenato sin dal primo ascolto e che ci fa ancora sussultare. «Tornare dopo un anno e provare le stesse emozioni dell’anno scorso fa un po’ strano», ha detto Mahmood. «Questa per me è un po’ casa». E allora, ragazzi, tornate presto: questo palco aspetta voi.
Le esibizioni dei cantanti in gara che ci hanno convinto di più
Marco Mengoni arriva, canta impeccabilmente, si prende i meritati applausi, esce. Un aplomb quasi da Sanremo d’altri tempi. Padroneggia il palco dell’Ariston con la disinvoltura di chi il Festival l’ha già vinto e non deve dimostrare niente a nessuno. La sua Due Vite, poi, è una canzone che esalta al massimo la sua brillante versatilità vocale, da metriche serrate quasi rap ai suoi inconfondibili acuti.
I Coma Cose si guardano negli occhi e si dicono che l'”Addio non è una possibilità”. Si stavano quasi lasciando dopo l’enorme successo dopo il precedente Festival di Sanremo ma per fortuna (nostra) non l’hanno fatto. La loro esibizione è totalmente convincente, L’Addio è davvero un bel pezzo.
Senza dubbio una delle esibizioni più attese è quella di Elodie. Già solo mentre scende la temutissima scalinata in un look piumato e total black, la cantante romana dimostra ancora una volta ciò che a tutti era chiaro già da tempo: è una vera diva. Al primo ascolto, il brano è forse leggermente meno catchy dei due singoli pubblicati di recente. La sua performance impeccabile ma allo stesso tempo sporcata quanto basta dal graffio della sua voce ci convince dal primo istante.
I Cugini di Campagna, dopo 50 anni di carriera, non avevano mai partecipato al Festival. Ora tornano con un pezzo davvero piacevole scritto per loro da La Rappresentante di Lista.
I momenti flop
La lunga esibizione dei Pooh
Gli “Amici per Sempre” Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian si impadroniscono del palco dell’Ariston e si lanciano in un medley di successi della loro carriera che pare durare quanto la loro carriera stessa. Effetto amarcord notevole, ma non sempre sostenuto dall’afflato che i superstiti dei Pooh (RIP Stefano D’Orazio, proiettato in duetto virtuale su Uomini Soli) intendono trasmettere: Facchinetti caricaturale, Battaglia poco credibile in uno shredding chitarristico che sa di playback. L’arrivo di Riccardo Fogli non risolleva la situazione. Canzian è il pezzo del lotto che più ci piace, ma non basta.
Salmo
Parte il collegamento dalla Costa Crociere e c’è Salmo su una passerella sopra una piscina. Il rapper sardo non ha bisogno di dimostrare più niente, forse però potrebbe conquistare una fascia di pubblico che non ama il rap. Invece, presenta un medley tra Russel Crowe e 90 Minuti, è circondato da gente con in mano un cocktail, che balla. Lui è in ciabatte (l’aveva preannunciato dal pomeriggio) e si butta poi nella piscina. Certo, sono su una nave da crociera. Però sembra troppo un insieme di stereotipi del rap che non servono a nessuno.
Il vero non-sense Blanco
Il momento veramente non-sense arriva alle 00.05 circa. Blanco è sul palco per cantare il suo ultimo singolo L’isola delle rose ma non si sente in cuffia. E impazzisce. Inizia a prendersela coi fiori dietro di sé e distrugge tutte le composizioni. Non appare proprio come un bel gesto, ma di sicuro è molto punk e dà un po’ di pepe. Spiace per lui che davvero non si sente e molla proprio il microfono. La platea dell’Ariston la prende malissimo e lo fischia senza se e senza ma. Arriva poi Amadeus e urla: “Ma dai, noi vogliamo sentire la canzone di Salmo”. E in molti scoppiano a ridere. Poi arriva Gianni Morandi e si mette a pulire il palco con la scopa. “Non possiamo lasciare il palco così”. Un po’ di brio. Uno dei momenti peggiori (o forse migliori?).