Seat Music Awards 2021: top e flop della prima serata
All’Arena di Verona tantissimi ospiti musicali e non. Le ovazioni più grandi del pubblico vanno agli artisti giovani, in particolare quelli usciti dalle ultime edizioni dei talent
Come sempre, settembre è periodo di grandi appuntamenti all’Arena di Verona. Dopo che vi abbiamo raccontato il maxi-concerto di Carmen Consoli e gli RTL 102.5 Power Hits Estate, ieri (giovedì 9 settembre) è stata la volta della prima delle due serate dei Seat Music Awards 2021. La nuova edizione della kermesse all-star ha visto una scaletta lunga (anche troppo, per via dei tanti ospiti extra-musicali). Con tantissimi degli artisti che hanno dominato il panorama musicale in questo secondo anno pandemico.
La ritrovata potenza dei talent
Nonostante il Covid, infatti, la musica italiana – a parte i live, che meritano un discorso a parte – gode di perfetta salute. «Nella sfortuna del Coronavirus c’è stata la fortuna che c’era gente a casa, quindi ha avuto modo di seguire il programma in modo più assiduo», ci dice per esempio Aka 7even, che incontriamo nel pomeriggio, in riferimento allo straordinario successo degli artisti usciti dalle ultime edizioni dei talent, che hanno ritrovato una nuova potenza e un nuovo pubblico. «Un’altra cosa è stata l’ondata di freschezza a livello di sound: gli artisti avevano ognuno una propria identità, un proprio stile, una personalità precisa».
Riguardo al proprio successo (recentemente il suo album è stato certificato platino e il singolo Loca triplo platino), Aka 7even si mantiene umile. «Rappresenta il risultato di un lavoro svolto in quattro, cinque anni, anche con il supporto della famiglia. È il risultato di sacrifici e di notti a lavorare». E sulle proprie sfide internazionali (aperte con la versione spagnola di Loca in feat. con Robledo), ammette: «L’ambizione è di partire dall’Italia, interfacciandomi subito con il mercato discografico estero, che sia latino ma anche globale. Ho sognato Amici, sogno anche altro. Anche il mondo anglosassone è affrontabile, ci sono riusciti i Måneskin. Basta crederci e avere consapevolezza della propria forza».
I top della prima serata dei Seat Music Awards…
Dopo la dedica iniziale a Raffaella Carrà («doverosa») lanciata da Carlo Conti, la serata entra subito nel vivo con Gigi D’Alessio e la sua G-Crew che portano una dose massiccia di napoletanità nell’Arena. Il pubblico apprezza. Da un lato la proposta urban (Clementino, Samurai Jay, Enzo Dong fra gli altri), dall’altro l’intelligenza di un cantante che con questa formula ha saputo reinventarsi e scoprire una nuova giovinezza artistica.
Ma la prima grande ovazione è per Madame (il cui nome è presentato da Vanessa Incontrada con una pronuncia inspiegabilmente italianizzata). La cantante presenta due versioni chitarra e voce di Marea e – appunto – Voce che ne esaltano ancor di più le intrinseche qualità di songwriting. Madame è ormai un’artista completa, a suo agio su qualsiasi tipo di palco. Le sue canzoni risplendono non solo nelle vesti ben prodotte che escono dagli studi di registrazione ma anche in queste essenziali reinterpretazioni unplugged. Brava, gli applausi sono meritati.
Gli applausi più intensi sono quelli per i grandi talenti usciti dall’ultima edizione di Amici: prima Sangiovanni e poi, verso fine serata, Aka 7even. L’Arena si scalda letteralmente ai loro ingressi sul palco e ciò testimonia la larga presenza di pubblico giovane e giovanissimo in platea. Più essenziale Sangiovanni, che porta la sua hit Malibu, più espansivo Aka 7even, che per Loca si circonda di un corpo di ballo.
Assolutamente di rilievo l’esibizione di Mahmood ed Elisa, che cantano insieme la loro Rubini. Due generazioni di artisti, anche molto diversi uno dall’altra stilisticamente, che però riescono a fondersi in un’armonia non scontata con una canzone dal testo stupendo.
Per ritornare sul tema dei live, l’unica presa di posizione forte ai Seat Music Awards è stata quella di Marracash. Il rapper, premiato retrospettivamente per l’album Persona (il più venduto del 2020), è stato il solo a lanciare dal palco parole precise riguardo al problema degli spettacoli quando ripartirà la stagione al chiuso. «Chi ci governa prenda in mano la situazione», ha detto ritirando il premio, ricollegandosi al dibattito sollevato da Cosmo pochi giorni fa. «Esiste uno strumento chiamato Green Pass per tornare alla normalità».
…e i flop
Un programma televisivo segue dinamiche diverse da un concerto, non c’è dubbio. Ma, come dicevamo, sono decisamente troppi i momenti extra-musicali. Le continue presentazioni di nuovi programmi o nuove fiction prossimamente in onda non fanno che disgregare il focus di una manifestazione che si presenta come Awards prettamente musicali.
Discutibile il “dissing” lanciato da Pio e Amedeo nei confronti di Fedez («Grazie alla Rai per non averci censurato!», «Viva la libertà!»). I due comici, dopo aver concluso un breve monologo sulla loro idea di libertà di espressione, in nome di quest’ultima hanno invitato il pubblico ad “assolvere” Lino Banfi con un “porca puttèna” corale. Iniziale preoccupazione di Carlo Conti, ma del resto «sì, sono le 23.20, si può dire», ha osservato con scrupolo di protocollo il conduttore.
All’apparizione di Jerry Calà (che a Verona è di casa) il pubblico comincia a sciamare fuori dall’Arena. La sua “hit parade” delle canzoni da gita in pullman, posta a mezzanotte passata, è un po’ troppo per un pubblico che – come dicevamo – è orientato su formule artistiche decisamente più contemporanee. Menomale che ci pensa subito dopo Aka 7even a risvegliare i rimasti con la sua grinta e simpatia.