X Factor 2019: cosa è successo nella seconda puntata di Audizioni
Secondo appuntamento con le Audizioni di XF13. Ospite a sorpresa, tra una selezione e l’altra, Anastasio, vincitore della scorsa edizione
Dopo il debutto della scorsa settimana, continua l’appuntamento con le Audizioni di X Factor 2019. E con esse, continuano anche le dinamiche di gruppo che si creano tra la giuria, sempre più coesa. Mara Maionchi, Malika Ayane, Sfera Ebbasta e Samuel hanno infatti dimostrato, anche in questa seconda puntata, un’intesa positiva, non senza alcuni (inevitabili) attriti.
Alessandro Cattelan (che quest’anno per la prima volta, oltre al ruolo di conduttore, è anche creative producer dello show) ha accolto il pubblico del Pala Alpitour di Torino con la sua carica contagiosa. E ha dato il via a questa secondo appuntamento delle Audizioni.
Il primo talento a presentarsi davanti al pubblico di Sky Uno è Davide. Per la sua Audizione, porta una sua versione di You Give Me Something di James Morrison, brano dalla forte carica emotiva. Lo fa accompagnandosi al pianoforte. Nonostante un piccolo contrattempo (pedale non funzionante) che non ha aiutato a smorzare la tensione, Davide riesce ad emozionare il pubblico grazie al suo timbro e alla sua evidente emotività. I primi quattro sì dei giudici (e la prima standing ovation) di questa puntata sono tutti per lui.
«Non sono un semplice cantante, ma un performer», confessa Jonathan ad Alessandro Cattelan poco prima di salire sul palcoscenico. Porta Addicted to You di Avicii muovendosi con evidente (?) disinvoltura e indossando pantaloni argentati e camicia fluo. Si becca quattro no. Ma pure un’ultima richiesta da Sfera: «Lasciami gli outfit in camerino».
Con i suoi sedici anni, Lavinia ammalia il pubblico cantando E Sei Così Bella, capolavoro di Ivan Graziani. «Mi sono avvicinata alla musica grazie a mio padre. Ho iniziato a suonare la chitarra due anni fa», confessa. «Hai qualcosa di speciale», va dritta Mara Maionchi che, approfitta della scelta del brano, per ricordare Graziani. «Nelle parole che hai cantato eri credibile, mi sono sentita la più bella», ha concluso Malika. Quattro sì. E il primo brivido della serata.
Arriva sul palco Elisa, vocal coach milanese. Decide di portare Crazy in Love di Beyoncé (nella versione del film 50 Sfumature di Grigio). Durante l’esibizione Mara Maionchi si copre il volto, forse impaurita dalla troppa foga e dalla ricerca spasmodica di sensualità che la concorrente ha inserito nella sua performance. «A me è arrivato poco», dice Sfera. Malika Ayane stronca con un’affascinante (e invidiabile) naturalezza la sua versione.
«Ciao sono Marco, faccio country folk». Con queste parole Anastasio, vincitore della scorsa edizione di X Factor, fa una “carrambata” al pubblico di Torino. «Come è andata quest’anno?», chiede Samuel. «Ho “messo la panza”, ho fatto venti concerti, un disco (che uscirà a breve), sono andato a Sanremo come ospite, ho cantato all’Arena di Verona e al Primo Maggio», dice stupito. E ringrazia ancora il suo giudice Mara Maionchi per il percorso (fantastico) che gli ha permesso di fare lo scorso anno. È bello vedere quanto un programma come X Factor può aiutare a lavorare in questo modo sul proprio talento.
Arriva il momento hip-hop. Mattia e Alessio (i TNL) portano Bella di Ernia. La loro performance è apprezzata, ma nasce un dibattito sul fatto che dei rapper dovrebbero portare le proprie rime, e non quelle di altri. «Siete stati impeccabili. Un rapper, però, dice le proprie cose», afferma Samuel. Malika, invece, tende a difendere la scelta dei TNL. Il dibattito procede. Nel frattempo, a parte Samuel, i giudici danno un nuovo appuntamento al duo.
Segue una carrellata di no, contenente una divertente performance di un inedito dal titolo Kinder Pinguì. Peccato. La musica italiana aveva davvero bisogno di un brano così. (No, scherziamo).
Emanuele (in arte Nuela) arriva sul palco per stupire. Porta il suo inedito dal titolo Carote («Che poi a me non piacciono mica così tanto», confessa). Un brano che rimane subito in testa e che, con il suo linguaggio apparentemente disconnesso (stile lista della spesa), diverte assai il pubblico. «È un lampo di genio. C’è qualcosa di questo pezzo che davvero ti cattura», dice Sfera. Gli fa eco Mara Maionchi: «Vale la pena di indagare di più su di te». Ci vediamo ai Bootcamp.
Nicola è un parà che, innamorato della musica, ha deciso di lasciare l’esercito per iscriversi a Medicina. La sua performance di Iron Sky di Paolo Nutini merita la standing ovation. Il pubblico chiede a gran voce che siano quattro i sì a lui dedicati. «Hai una bellissima voce, hai solo bisogno di essere meno aggressivo», dice Mara Maionchi. Anche Samuel nota la stessa cosa: «Sentendoti parlare, sei una persona. Sentendoti cantare, ne sei un’altra, quasi entrando in un cliché musicale». Malika Ayane non si tira indietro e regala a tutti noi una metafora che ci porteremo dentro nei prossimi giorni: «È come se fossimo andati in un posto con le luci soffuse e alla fine mi avessi limonata con i denti». L’unico no è quello di Sfera Ebbasta. Tre sì.
Dopo alcune esibizioni che hanno lasciato l’amaro in bocca a giudici e pubblico (tra le quali una versione senza dubbio evitabile di Splendido Splendente), arriva sul palco la sedicenne Giordana. Porta con sé un viso (molto) espressivo e un’arpa, della quale dice: «È la mia migliore amica. Ha un nome: si chiama Dafne». La sua versione di Creep dei Radiohead è unica perché amalgama la forza vocale dell’artista alla dolcezza dello strumento con il quale si è presentata. Con lei ci vediamo ai Bootcamp.
È il momento di un trio, i Kyber: il loro nome deriva dalla saga di Star Wars. «Facciamo una sorta di electronic-pop», dicono. Portano Eastside di Benny Blanco, Halsey & Khalid. La credibilità vocale del frontman è ben inserita nel sound che i tre amici riescono a portare sul palco. Non sconvolgono. Ma semplicemente portano ciò che sono. E questo va benissimo. Tanto che, con i loro quattro sì, hanno accesso diretto ai Bootcamp.
Daniele sale sul palco condividendo con i giudici e con il pubblico una sua vicenda personale profondamente dolorosa, quale la perdita di suo padre. È a lui che dedica Your Song di Elton John, che suona al pianoforte. La giuria si trova forse per la prima volta in grossa difficoltà nell’esprimersi, vista la carica emotiva che – come premessa – era presente in quel momento. La performance in sé non ha brillato, ma è stata una prova di quanto la musica possa fare compagnia nei momenti più difficili. Sfera Ebbasta ha voluto dire la sua, condividendo con Daniele – con grande emozione – di aver passato il suo stesso dolore, ma decide di non dare il suo sì. Lo stesso fanno Mara Maionchi e Malika Ayane. Samuel dà l’unico sì, che però ha un valore simbolico importante.
I K_Mono presentano invece una loro interessante versione di Stay di Rihanna, rinvigorita dal sound sperimentale dei due musicisti e dalla sensibilità della cantante, Giulia. Quattro sì e un bel biglietto per i Bootcamp.
Le Ophelya sono un gruppo tutto al femminile. Il loro sound è ben amalgamato. Portano un loro inedito e la loro coesione arriva dritta al pubblico. «Avete un suono che vi contraddistingue. Oggi è difficile sapersi differenziare dalla massa», dice Sfera Ebbasta. Il tutto prima dell’arrivo dei quattro sì. E di un respiro di sollievo per le tre ragazze.
«Sono venuto qui perché sono un grande ammiratore di Sfera», dice Edoardo, “artista” eclettico che porta un inedito e un balletto discutibile. «Un testo molto profondo, cantato tutto a tempo», scherza Sfera Ebbasta. «Sei un po’ pippa nel cantare», ci va giù pesante Mara Maionchi. «La cosa sorprendente è che riesci a ballare fuori tempo sulla tua stessa musica che canti in ogni caso fuori tempo», scherza Malika. Tiè.
È il momento dell’ultima cantante in gara delle seconde Audizioni di XF13. «Ciao a tutti, mi chiamo Silvia, ma potete chiamarmi Sissi». Canta Del Verde di Calcutta. E riesce a far proprio il pezzo dell’artista di Latina, convincendo pubblico e giuria.
Nuovi nomi ci aspettano per la terza puntata di Audizioni. Appuntamento a giovedì prossimo, 26 settembre, alle 21.15 su Sky Uno.