Lo Spring Attitude è diventato grande
L’edizione 2023 del festival romano, generalmente legato alla musica elettronica, ha saputo aprirsi anche ad altri generi, pur mantenendo in equilibrio la sua proposta
Sono passate da poco le nove e mezza quando nella serata di sabato 23 settembre i Verdena lasciano il palco agli Acid Arab. Siamo un’area di Cinecittà di oltre diecimila metri quadri, a Roma, al primo giorno del festival Spring Attitude. Il gruppo sul palco ha dimostrato tutta la sua autorevolezza decennale, ma al tempo stesso ha quella spensieratezza da band giovane e appena scoperta. Il loro coinvolgimento potrebbe derivare, in parte, dal fatto che questa rappresenta la data conclusiva del tour di “Volevo Magia,” il loro settimo trionfo discografico. Ma non siamo ancora all’apice della serata.
Ai Verdena si sostituiscono per l’appunto gli Acid Arab, un ibrido proprio tra acid-house e sonorità mediorientali. Il duo di dj fa subito crescere l’atmosfera, in quello che sembra un riscaldamento per i set successivi – rispettivamente di Chloè Caillet e di Peggy Gou. La prima fa tornare tutto il dancefloor in Occidente, grazie a suoni melodici e variegati – in un invito al lasciarsi andare. L’arrivo di Peggy Gou, invece, riporta il festival alle sue radici da clubbing, con uno show tutto da ballare, ricercato ma al tempo stesso pop.
In attività da oltre dieci anni, in passato lo Spring Attitude era considerato un festival dedicato agli amanti della musica elettronica. Ma nel corso degli anni la direzione artistica ha ampliato il proprio raggio d’azione, abbracciando altri generi e ricevendo sempre più apprezzamenti anche da altre tipologie di spettatori – più vicini al pop e all’indie. Fin dal pomeriggio, infatti, c’è stata la possibilità di assistere a più show, anche molto diversi tra loro, grazie a una selezione ricca e variegata. Che non solo mescolava sonorità molto differenti, ma univa live e dj set.
Allo Spring Attitude si va oltre la musica elettronica
Quella 2023 dello Spring Attitude a Roma è stata dunque un’edizione nel segno della contaminazione, della contemporaneità e in senso ampio della sperimentazione. Tra hyper-pop, jazz, rap e R&B – e a collegare il tutto l’elettronica e la musica dance. Il secondo giorno di festival è forse quello che più ha dimostrato questa nuova tendenza della direzione artistica del festival. A partire dal live di Ele A, astro nascente della scena hip hop italiana, o dei Fuera, in un caotico ma interessante mix tra elettronica e trap.
Che lo Spring Attitude si sia definitivamente aperto ad altre sonorità lo prova anche il live indie-pop di Tutti Fenomeni, nella sua unica data estiva. A questo è seguito quello più complesso e ricercato di Christian Löffler. A conferma di un approccio coraggioso nel definire la scaletta. Il producer tedesco è stato uno dei nomi che hanno spiccato di più, e la sua performance – che inizialmente era più vicina all’ambient poi si è aperta alla techno – ha perfettamente preparato il dancefloor all’arrivo dei Moderat. Quello dei trio tedesco nato dall’unione dei progetti Apparat e Modelesktor è stato uno show coinvolgente, fatto di suoni scuri e intensi. Che però ha dimostrato quanto può essere trascinante la musica elettronica suonata in presa diretta.
Il festival ha fatto qualche giusta concessione anche al cantautorato italiano, portando sul palco tra gli altri Lucio Corsi. Ma il pubblico non ha comunque perso il gusto per le proposte più alternative e di ricerca. Anche la scelta di far muovere gli spettatori tra i due palchi è stata vincente, e gli orari serrati sono sempre stati mantenuti. Inoltre era garantita la possibilità – per nulla scontata – di assistere agli show in più modalità, che sia in platea o seduti negli spazi verdi.
L’impressione, in definitiva, è che lo Spring Attitude sia diventato grande, e che sia riuscito a non sbagliare programma nell’anno della conferma, puntando su una line-up eclettica ma senza abbracciare una visione generalista. Il festival romano sembra avere tutte le carte in regola per confrontarsi con il meglio delle proposte italiane ed europee. Dentro e fuori i confini della musica elettronica.