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A Milano va in scena “Stranger Sounds”, un viaggio di andata (e ritorno) dal sottosopra

All’evento di Netflix al Fabrique non mancava proprio nulla: c’erano i colori, gli anni ‘80 reinterpretati da Manuel Agnelli, Rose Villain, Francesca Michielin e Mahmood, vecchi televisori e “strani” segnali radio

  • Il30 Dicembre 2025
A Milano va in scena “Stranger Sounds”, un viaggio di andata (e ritorno) dal sottosopra

Mahmood, foto di Walter Coppola

Un viaggio immersivo. Un biglietto (non) di sola andata per il sottosopra. Appena si varca la porta del Fabrique di Milano sembra di essere catapultati in una nuova dimensione. Ma non solo. Perché nell’atmosfera, oltre a non assomigliare alla realtà così come la conosciamo, ci sono demogorgoni, (finte) scorie che circolano in aria, squarci come varchi dimensionali e molti altri dettagli che rimandano alla serie tv Netflix del momento: Stranger Things

Proprio in richiamo alla fiction streaming, la piattaforma ha deciso di organizzare l’evento Stranger Sounds per far ascoltare agli appassionati le canzoni più iconiche che hanno segnato i momenti più salienti delle 5 stagioni, reinterpretate da ospiti d’eccezione come Manuel Agnelli, Francesca Michielin, Rose Villain e Mahmood che hanno portato il pubblico indietro nel tempo e così, dritti negli anni ‘80, sono stati fondamentali i Clash, Madonna e, ovviamente, Prince.

Stranger Sounds apre la porta per il sottosopra

I dettagli sono quelli che fanno la differenza, tanto è vero che si possono notare statue di dimensione reale dei demogorgoni che tanto spaventano all’interno della serie tv, vecchie televisioni, orologi a pendolo, cassette per ascoltare la musica e ovviamente delle radio quasi primordiali. Ci sono anche dei cartelli stradali rovinati che indicano la città di Hawkins. Ma non è il tutto. Il pubblico, infatti, è parte integrante del set. Gli spettatori, di diverse età, sono divisi in due categorie: chi ricrea un outfit degli anni ‘80 con jeans stretti e chiodo di pelle o con fascetta per i capelli rigorosamente colorata. Anche le acconciature per i capelli sono decisamente retrò. Dall’altra parte ancora c’è chi ha deciso di indossare alcuni capi che portano i protagonisti all’interno della fiction. 

Inoltre, a sottolineare ancora di più la forza del dualismo all’interno della serie, c’erano due palcoscenici. Mentre su uno si sentivano le esibizioni e il pubblico veniva sommerso da coriandoli o (finte) polveri di scorie radioattive, dall’altra parte, venivano proiettate alcune scene di Stranger Things sullo schermo. Oltre a ciò, a dare forza alle varie performance, i ballerini hanno ricreato le diverse sequenze delle stagioni. 

I protagonisti

A inaugurare il viaggio di Stranger Sounds attraverso le canzoni più iconiche della serie tv sono stati i Rockin’ 1000, certo in dimensione ridotta, erano in cinquanta. La gigantesca band ha fatto da accompagnamento ad altri grandi artisti come Manuel Agnelli, Rose Villain, Francesca Michielin e, per il gran finale, Mahmood

Ad aprire la serata è Manuel Agnelli, incastrato in una scenografia che ricrea un varco a cavallo tra il mondo reale e quello dell’upside down. Le cover eseguite ripercorrono in ordine cronologico la serie tv. Dunque, a dare il via è la performance sulle note di Should I Stay or Should I Go dei Clash. Ma un vero rocker come Agnelli non poteva non eseguire anche Master of Puppets dei Metallica.

Ogni canzone è stata cucita addosso ad ogni performer. Twist of Fate di Olivia Newton John e Running Up The Hill di Kate Bush non potevano non essere eseguite dalla voce potente quanto delicata di Francesca Michielin. La parte più dark, ma anche giocosa come con Material Girl di Madonna e Psycho Killer dei Talking Heads è stata affidata a Rose Villain. Infine, per un finale commovente che potesse davvero portare il pubblico indietro dal sottosopra, non poteva mancare Mahmood con la cover dei Queen di Who Wants To Live Forever.

Ma nonostante il titolo dell’ultima canzone, si sa, tutte le cose finiscono. I brani hanno trasportato gli appassionati (e i nostalgici) in un vero e proprio un viaggio all’interno dell’universo di Stranger Things. Ma anche per chi non ha mai visto nemmeno una puntata della serie tv è rimasto coinvolto dall’inizio alla fine. 

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