X Factor 2019: le ultime Audizioni e le categorie assegnate ai giudici
Quali sono gli ultimi talenti che vedremo ai Bootcamp? E quali categorie sono state assegnate ai giudici? Il racconto delle terze Audizioni di #XF13
Ultimo appuntamento con le Audizioni di X Factor 2019. Con la puntata di oggi, giovedì 26 settembre, infatti, sono terminate le selezioni del talent show di Sky Uno. La prossima settimana sarà già il momento degli attesissimi Bootcamp.
A fine puntata sono state finalmente assegnate le categorie ai giudici. Cosa è stato deciso?
Le assegnazioni delle categorie ai giudici
Mara Maionchi: Over
Samuel: Gruppi
Sfera Ebbasta: Under Donna
Malika Ayane: Under Uomo
Il racconto delle ultime Audizioni
Le terze e ultime audizioni di X Factor iniziano con un gruppo, i Keemosabe: la parola significa “fratelli da madri diverse”. La band – che porta Roma Stasera di Motta – si presenta come un’unione ben amalgamata di musicisti spigliati e dal sound interessante. Che, soprattutto, vanno a tempo. Malika conferma. E, quindi, facciamo tutti un sospiro di sollievo, aspettando di rivederli ai Bootcamp.
La presenza scenica non è il punto forte di Damiano, diciottenne di Roma. Ma manco l’intonazione, a dir la verità. Sceglie un pezzo non particolarmente semplice (God is a Woman di Ariana Grande) e, tra una stecca e l’altra, improvvisa un “balletto” e si butta pure per terra (a tempo). «Sei stato divertente e incredibile, ma secondo me per X Factor è un po’ presto», dice Mara Maionchi. E siamo tutti d’accordo con lei.
Sale sul palco accompagnato solamente dalla la sua chitarra. Simone (in arte Kobi) si presenta così: «Negli ultimi cinque anni ho fatto l’animatore turistico ma ho sempre portato la musica con me». Arriva con Hey Ya! degli OutKast. I giudici hanno apprezzato le qualità vocali dell’artista ma non la sua intenzione. Creare una versione acustica tendente all’emozionale del celebre pezzo degli OutKast è “paraculaggine”? Per Malika e Samuel sì. E forse anche per noi. Due sì e due no per lui.
Dopo una breve carrellata di veloci sì, è il momento dell’ospitata di queste ultime Audizioni. Le luci si accendono e Achille Lauro scende dalle scale alle spalle dei giudici cantando la sua hit Rolls Royce. Una botta di energia e stile. I quattro giudici applaudono il talento dell’artista (che a breve inizia il suo tour in giro per l’Italia) e Mara Maionchi confessa: «Mi ha regalato un completo da rapper con tanto di occhiali. E me lo sono pure messo».
Gabriele insegna pianoforte a scuola. Interpreta Rose Viola di Ghemon, uno dei brani più delicati dell’ultimo Festival di Sanremo. Riesce a reggere il confronto con l’originale e, grazie alla sua sensibilità, emoziona tutti (pubblico e giudici). Quattro sì e l’accesso diretto ai Bootcamp.
Timido e abbastanza impacciato. Quando Lorenzo, diciottenne di Terni, sale sul palco confessa: «Mi sono avvicinato alla musica per fare una serenata. È andata male, ma ho continuato». Suona delicatamente la sua chitarra sulle note di Never Had di Oscar Isaac e trasmette una sensibilità incredibile. È un talento da tenere d’occhio per la sua autenticità (che gli auguriamo di non perdere mai). Ci vediamo ai Bootcamp con lui.
Arriva da Barcellona e porta con sé la giusta dose di dolcezza e dolore. Maria canta Malo di Bebe accompagnata solamente dalla sua chitarra. L’interpretazione è da brividi. Intensa e precisa. «Hai cantato molto bene… Una storia difficile… Tu lo sai? La cantavi con troppa precisione per non aver visto qualcosa che ti ha sconvolto», le dice Mara Maionchi, sempre attenta al lato umano dei concorrenti. Maria annuisce. «Sei riuscita a far arrivare a tutti la tua malinconia. Mi ricordi molto Rosalia», dice Sfera Ebbasta. Quattro sì.
I Sierra sono due rapper di 26 anni. «Abbiamo un nostro studio, facciamo roba autoprodotta e siamo molto determinati», raccontano. Rappano con loro barre inedite su Stolen Dance e dimostrano che tutto il lavoro che hanno fatto finora li ha uniti. «Mi sembravate leggermente emozionati ma secondo me ci siamo», inizia Sfera Ebbasta. «Quando mi hanno chiesto di fare il giudice di X Factor ho accettato sperando di trovare qualcuno con un proprio linguaggio, capace di graffiarmi. Voi ci siete riusciti», commenta Samuel. Tre sì per loro.
È il momento di Gabriele in arte Anonimo. Porta un brano inedito dal titolo Sigaretta. Parte bene, ma poi finisce per stonare e l’esibizione è un mezzo disastro. «Non era molto a fuoco l’intonazione», inizia Samuel. «Il lusso di essere giovani è quello di potersi dedicare a lungo per capire qual è la propria identità», gli consiglia Malika. È lei l’unica a dire di sì all’artista, per incentivarlo a continuare a lavorare su di sé. E sulla propria musica.
Beatrice interpreta chitarra e voce il brano Dona, Dona nella versione di Joan Baez. È un’esibizione delicata ed emozionante. I giudici (e pure il pubblico) apprezzano proprio questo. E danno un appuntamento alla ragazza ai Bootcamp.
Quando sale sul palco, Daniele non si fa troppi problemi a spiattellare davanti al pubblico di Sky Uno la parte più hot del suo CV: ha fatto il corista a Ed Sheeran durante la sua ospitata alla finale di #XF11. Porta When The Party’s Over di Billie Eilish che non è un brano proprio semplice semplice. Anzi. Ma è stato convincente. Quattro (meritatissimi) sì per lui.
Marco, 33 anni, fa l’operatore in una ONG che si occupa di prima accoglienza per i richiedenti asilo. Canta La Nonna di Frederick lo Portava al Mare dei Quintorigo. «Ho capito che sotto ci sono un sacco di altre cose», dice Malika che garantisce il suo sì. L’esibizione di Marco crea un dibattito tra i giudici, ma arrivano comunque quattro sì.
Abbigliamento eccentrico e un nome d’arte decisamente creativo: Gianduiotta (?). Canta una “sua versione” di Ma Il Cielo È Sempre Più Blu di Rino Gaetano e anticipa: «Mi sono permessa di cambiare qualche parola». Ma fosse stato solo questo il problema… «Mi hai ricordato quelle sere in cui esageravo con i tequila bum bum», confessa Samuel, nascondendo (nemmeno troppo) il suo imbarazzo. Divertente ma fuori luogo.
L’ultimo concorrente delle Audizioni di X Factor 2019 è il romano Michele, originario della Costa d’Avorio. Porta We Were Raised Under Grey Skies di JP Cooper. Ha un timbro importante e arriva subito al pubblico. Le Audizioni si chiudono con una bella performance. Che ci fa venire voglia di vedere subito i prossimi Bootcamp.