X Factor ha tutti i suoi papabili artisti: com’è andata la terza audizione?
Lo show in onda su Sky Uno e in streaming su Now ha chiuso le proprie porte con la terza puntata: da adesso si fa sul serio. Il cast è al completo e prest inizierà la screamatura, ma già si notano alcune tendenze

Alssandro Tomasi, foto di Virginia Bettoja
È già il momento di tirare le prime somme. Con la terza e ultima audizione X Factor ha completato il cast dei concorrenti dell’edizione 2025. Da questo momento in poi inizierà la scrematura che ridurrà gli artisti a dodici, prima con i nuovi bootcamp e poi con la Last Call. Un primo giudizio sull’operato dei giudici Paola Iezzi, Jake La Furia, Francesco Gabbani e Achille Lauro possiamo già darlo. A livello di scelte non è stato molto complicato finora. Spesso la differenza tra chi era veramente meritevole di essere quantomeno riascoltato nella fase di selezione successiva e chi invece non aveva possibilità di proseguire è stata abissale. Tuttavia, in questa ultima puntata di audition si può recriminare su qualcuno e su qualche filosofia adottata dal programma.
Partiamo però, come al solito, con chi ci ha convinto davvero. L’MVP della serata se lo spartiscono in tre questa volta. Un trio di voci, età e stili molto differenti. Il primo che citiamo è il giovanissimo Alessandro Tomasi: sedici anni, un pianoforte e una voce incredibilmente matura nell’interpretazione. Era già tutto previsto di Cocciante rischiava – citando Jake – di renderlo un giovane bravo, ma vecchio. Un po’ lo stesso discorso fatto all’inizio per Lorenzo Salvetti. Nulla di tutto questo, anzi, nel crescendo del finale, si nota anche quel tocco di modernità necessaria per uscire dal territorio della cover fatta bene.
Il secondo nome è quello di Layana Oriot che, ironia della sorte, si presenta con un brano di Lana Del Rey. Che sia Blue Jeans o Summertime Sadness, una cover dell’artista statunitense è una tassa fissa da pagare alle audizioni di ogni di X Factor. Stavolta il risultato è stato molto buono. Il timbro di Layana è denso e molto interessante e si candida come uno dei più belli dell’edizione 2025. Chiudiamo il terzetto dei migliori con Vincenzo Viscardi: una sorpresa tra soul e funky con un inedito che colpisce da subito per la resa dal vivo. Difficile dire se potrà fare davvero strada nel programma ma, stando a quanto visto ieri sera, che dire? D’altronde i PATAGARRI insegnano.
Appena sotto questo mini-podio ci sono da considera i Kokomo. Non sappiamo perché il montaggio della loro esibizione sia stato così veloce e inframezzato dai commenti dei giudici. Non vogliamo pensar male…comunque sono molto intriganti per genere e stile.
Da rivedere
La terza audizione è stata però ricca anche di quegli artisti che spesso traggono in inganno. Troppo centrati ed emotivamente efficaci, o sballati da non sapere se considerarli davvero come dei papabili concorrenti da live. Siamo nel terreno delle ipotesi, ovviamente. Giuseppe Toma è una boccata d’aria fresca. Anche lui molto giovane, ma soprattutto cantautore. Il suo brano Lettera di un soldato al pianoforte mescola strofe in simil rap al ritornello cantato. Se sulla scrittura empatica e diretta c’è da alzarsi in piedi e applaudire, sulla tenuta vocale c’è qualche riserva. Ma innegabile che ci sia stoffa.
Discorso che vale ancora di più per Francesca Carbonelli. Sulla sua tecnica non si può discutere – è una corista di Rose Villain – così come sull’arrangiamento e la produzione de La donna cannone di De Gregori. Forse un brano sul quale non era necessario osare così tanto, ma il sottoscritto rimane dell’idea che l’audizione è il mercato dove vanno messe in mostra tutte le proprie qualità. E lei l’ha fatto. MilleAlice – nome d’arte molto bello – sceglie invece il pezzo giusto, Troppi preti troppe suore di Margherita Vicario, segno che ha le idee abbastanza chiare sul suo percorso artistico. Infatti, ha già qualcosa di ben avviato sulle piattaforme di streaming, andatevela a cercare se siete curiosi. Su Caterina
Alfredo Fiore invece riscrive in italiano Papaoutai raccontando la sua storia. Lo sa fare molto bene, anche se a livello di suoni e attitudine, soprattutto nell’uso dell’autotune, è simile a molti altri artisti in circolazione. Dalla sua ha il fatto che fa la musica che si ascolta di più oggi in Italia. Roberta Scandurra, al contrario, è legata all’immaginario rock. La sua versione di Call Me colpisce per la purezza e l’ingenuità. Se riuscirà ad arrivare ai live, il giudice che l’avrà in squadra si potrà divertire.
Tra gli ultimi concorrenti che abbiamo bisogno di riascoltare per capire se ci hanno convinto davvero ci sono due band. I Nelav hanno tutte le carte in regole per entrare nel club dei nostri preferiti con il loro crossover rap – hardcore. La cover di Battiato audace, ma comunque portata a casa in maniera convincente con qualche imperfezione. I Black Cats invece hanno voci complementari di chitarrista e cantante e un suono rock più classico. Sull’inedito Grossi problemi abbiamo qualche dubbio, ma c’è sicuramente del talento. Un altro giovanissimo, Tommaso Vulpio, è spigliato, simpatico e ama rischiare con Take on Me. La canzone aiuta tantissimo. Incredibile come sembri più a suo agio col falsetto che con il resto.
Alcune perplessità
Questa terza audizione di X Factor 2025 è stata caratterizzata anche da scelte che a tratti, a nostro avviso, hanno seguito fin troppo certe logiche televisive di cui abbiamo parlato già in precedenza. Se sui Magazzeno possiamo anche accettare un passaggio del turno, Eleonora Domesi con la sua Gloria di Patti Smith avrebbe meritato almeno un’altra chance considerando quella data a Gabriele Bernabò che, a tratti, ha un po’ massacrato Ancora tu di Battisti. Siamo pronti a ricrederci e speriamo di farlo.
Per i The Vice il tema è diverso. Sono colorati, forse troppo spettacolari, anche se tutto sembra spontaneo, genuino e non costruito. Non siamo certi che possano funzionare nel programma, a differenza dei Pagoda Club che, al di là di un inedito un po’ paraculo, sembrano avere le capacità e l’esperienza per fare grandi cose.
Adesso arriva uno dei momenti più belli e divertenti dello show. I bootcamp chiariranno molte cose e già potremmo iniziare a delineare meglio che tipo di X Factor vedremo quest’anno. Per ora gli highlights sono tre: timbri caratteristici, band rumorose e tanti concorrenti che scrivono.