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Ivreatronic: riscrivere le regole del clubbing, dal Canavese verso l’Europa

Nella città della Olivetti collettivo di Ivreatronic (Cosmo, Splendore, Foresta, Enea Pascal) riscrive le regole del clubbing. È il nuovo “sound of Ivrea”, che dalla provincia piemontese punta all’Europa e al mondo

Autore Alessandra Lanza
  • Il15 Marzo 2018
Ivreatronic: riscrivere le regole del clubbing, dal Canavese verso l’Europa

Ivreatronic 22.01.2018 – © Alessandra Lanza

Negli anni ’80 a Chicago nasceva un nuovo sound, quello della musica house. Nel frattempo nei club di Detroit e, oltreoceano, a Berlino, si cominciava a ballare la techno, qualche anno dopo esportata e assimilata da tutti quei movimenti radicati nelle varie città, dentro e fuori l’Europa. I ragazzi di Ivreatronic si sono detti: «Perché non può esserci anche un sound of Ivrea?».

Cosmo @ Ivreatronic (foto di Alessandra Lanza)

Siamo in una piccola città di provincia piemontese, poco meno di 24mila abitanti, poco più di 50km dal centro di Torino. È qui che Camillo Olivetti nel 1908 fonda la storica azienda di macchine per scrivere e poi di computer, esportati in tutto il mondo. È qui che da oltre due secoli a Carnevale si consuma la battaglia delle arance. Non sembra dunque così strano che in questo melting pot di genio e follia, racchiuso tra le montagne, il fiume, la nebbia, e contaminato dall’influenza del capoluogo, nascano interessanti progetti musicali, in particolare di tipo elettronico.

Nei primi mesi del 2017 Marco Foresta (fondatore del Sugho, club eporediese attivo dal 2005 al 2014), Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo (che all’epoca si esibiva lì con i suoi Drink To Me, prima di abbracciare la carriera solista), Mattia Barro, prima L’Orso e oggi Splendore (assiduo frequentatore del locale, dove metteva anche musica) e Michele Pascarella, per tutti ormai Enea Pascal (il più giovane dei quattro; all’inizio lo era anche troppo per frequentare il locale) si mettono in testa di organizzare una serata in cui mettere i dischi e far ballare la gente, rompendo il vuoto della vita notturna locale che negli ultimi anni non ha più avuto molto da offrire. Si è appena concluso il tour di Cosmo de L’Ultima Festa, l’adrenalina sta scendendo, ma la serata va alla grande. Ognuno di loro ha portato un suono più personale, dal mood più tribale a quello più pop.

Enea Pascal @ Ivreatronic (foto di Alessandra Lanza)

Così l’appuntamento, nell’intima location delle Cantine Morbelli – a un passo dalla stazione di Ivrea, in un pittoresco piano interrato che abbraccia i partecipanti tra botti gigantesche e soffitto in mattoni illuminati a intermittenza dalle luci – si ripete, va avanti per l’estate, viene esportato all’Apolide Festival di Vialfrè e sulle colline di Piverone, e torna a casa per le date di autunno e inverno. Ivreatronic “ruba” il nome a Cosmotronic, doppio album uscito a gennaio ma ai cui brani Cosmo stava già lavorando da tempo. «Organizzare e mettere in scena questo tipo di serata – racconta Splendore – ci ha fatto capire che quel tipo di suono può essere messo anche altrove: Cosmo per esempio lo ha messo nella seconda parte del suo disco; io lo sto inserendo in un mio progetto personale. Quel suono ha spinto Foresta a tornare a produrre dopo qualche anno che non lo faceva, e Pascal, il neofita del gruppo, ad appassionarsi sempre di più e a migliorare di conseguenza». Le contaminazioni sono inevitabili e le identità di ogni singolo membro del collettivo sono andate plasmandosi nel corso dell’ultimo anno.

Una volta ogni mese e mezzo circa, con un approccio fin dall’inizio artigianale, oltre a pensare alle proprie playlist i quattro resident si occupano di tutta l’organizzazione della festa, dalla scelta delle piante – che insieme alle braccia di chi balla trasformano le Cantine in una selva – al setting delle luci. Al collettivo partecipano anche Davide Gamba, libraio locale coinvolto soprattutto a livello di produzione, fotografi (Llum Colettivo), grafici e altri creativi locali. La cura per il dettaglio è fondamentale anche nei volantini, negli adesivi personalizzati a ogni serata – ci sono perfino i cioccolatini e le bottigliette d’acqua di Ivreatronic. Il logo, stampato sui gadget della festa, disegnato da Alessio Daverio, è una Madonna che protegge i partecipanti che hanno per tempo acquistato le circa duecento prevendite, durante il “viaggio”: quattro ore di musica, una per ogni resident; un’ora in più se c’è un ospite – come nel caso di Elisa Bee a novembre 2017 o di Hugosan (Alien Alien / Front de Cadeaux) nella data di gennaio – e ancora musica, finché i proprietari delle cantine non decidono che è ora di staccare. Nel frattempo si è fatta l’alba.

Ivreatronic (foto di Alessandra Lanza)

Di alba in alba Ivreatronic è diventata un’etichetta. «Ci siamo guardati intorno in questi mesi – racconta Splendore – e ci siamo resi conto che tanti dei nostri amici e conoscenti locali stavano facendo musica elettronica: abbiamo capito che avrebbe potuto nascerne qualcosa di speciale, ed ecco l’idea dell’etichetta». Nei prossimi mesi vedranno la luce la prima compilation digitale – si titolerà Il Suono di Ivrea e comprenderà una decina di artisti del canavese, inclusi i quattro DJ di Ivreatronic – e il primo vinile, un 12” che conterrà altri quattro brani dei resident.

«Il piano – spiega Cosmo, ora alle prese con il tour di Cosmotronic – sarebbe quello di uscire con un 12” ogni tre mesi». Il suono di Ivrea prende forma nella sua varietà, visto che delle tracce della compilation nessuna è uguale all’altra, da pezzi più ambient anni ’90, che potrebbero ricordare Aphex Twin, all’elettronica cantata fino a brani ipermoderni, da pista. La mezcla canavese, unita nelle origini, comprende produttori dai 25 ai 50 anni, tra cui anche gli ex membri dei Drink To Me, ognuno con la propria personalità. Qualcuno si presenta con inediti pezzi d’archivio. «Ne sono venuti fuori dei nomi, una ricerca e un suono che non ci saremmo aspettati, nonostante tra di noi ci conoscessimo praticamente tutti da anni – dice Splendore – Speriamo che questo suono venga percepito come fresco e diverso perché arriva da un background diverso». Quello della provincia piemontese, il cui obiettivo è adesso quello di attrarre, e non di cercare fuori da sé un destino migliore.

«Vogliamo entrare nelle mappe del clubbing», dicono. Italiano? «No, internazionale. Perché fermarci? Oggi mettendo un disco online puoi andare ovunque e internet, a Ivrea, arriva». Intanto viaggiano anche i nomi dei singoli membri con pezzi inediti, come quelli di Pascal e Splendore per la compilation di White Forest Records di febbraio. E Ivreatronic, grazie al tour di Cosmo, vivrà il suo primo vero esperimento d’esportazione, con DJ set prima e dopo i concerti. «Sarà una dimensione diversa da quella intima in cui abbiamo lavorato finora: non sappiamo come sarà l’atmosfera dentro locali grandi come per esempio il Fabrique di Milano né se al pubblico di Cosmo, diverso ogni sera, piacerà ballare in cassa dritta. Magari lo scopriranno facendolo».

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