Interviste

BRAT CODED: ecco come Charli xcx ha conquistato e “brattizzato” la nostra estate

A dieci anni dall’inizio della sua singolare ed eclettica carriera, la popstar ha finalmente creato l’album dei suoi sogni raggiungendo un nuovo apice. L’intervista di Kristin Robinson di Billboard US

Autore Billboard US
  • Il18 Luglio 2024
BRAT CODED: ecco come Charli xcx ha conquistato e “brattizzato” la nostra estate

Foto di Charlotte Hadden, 4 luglio 2024 ai Loft Studios di Londra. Styling di Chris Horan. Hair di Louis Ghewy at Mad World Group. Makeup di Lauren Reynolds at Bryant Artists. Manicure di Emily Rose Lansley at The Wall Group. Set Design di Haleimah Darwish. On-site Production di Sasha Rickerd and Tilly Price. Saint Laurent top and skirt, 866 Royal Mint jewelry

«Giuro, vedo questo verde ovunque» scherza Charli xcx. La popstar britannica è seduta su un sedile in pelle lucida all’interno di un furgone Mercedes-Benz nero, a pochi minuti dal lungo viaggio attraverso Londra da casa sua alla Wembley Arena. Stasera Charli farà un’apparizione a sorpresa al concerto di fine giugno del suo amico, collaboratore e presto compagno di tournée Troye Sivan, ma in questo momento è concentrata sulla tonalità verde neon, sia della scatola di fazzoletti di carta dall’altra parte del sedile che della custodia del mio portatile. Fuori, vedo passare un’auto dello stesso colore e poi un uomo con un giubbotto da cantiere verde neon. Questo colore è sempre stato così evidente o lo stiamo notando solo ora?

Tutto ciò che riguarda il sesto album in studio di Charli xcx, brat, pubblicato lo scorso 7 giugno con grande successo di critica e vendite, è iniziato con il titolo e la copertina: l’ormai onnipresente quadrato verde lime con la scritta “brat” stampata sopra in carattere Arial leggermente sfocato. Scorrendo i suoi vecchi messaggi, Charli cerca il giorno esatto in cui ha ideato la copertina. «Ok, l’ho trovato» dice alla fine, sporgendosi per condividerlo. «Il 16 marzo 2022 ho scritto ai miei amici: “Penso che la copertina dell’album debba essere composta da una sola parola… Forse dovrebbe chiamarsi brat». Quando, circa sei mesi dopo, ha iniziato a scrivere le canzoni a Città del Messico, ha usato il titolo come punto di partenza per l’atteggiamento e la sfacciataggine che voleva che ogni canzone incarnasse.

Dilara Findikoglu top and shorts, Givenchy heels, 866 Royal Mint jewelry. Foto di Charlotte Hadden

Pantone 3570-C

Ispirandosi a un volantino al neon degli anni ’90 e ai titoli di testa della commedia di Gregg Araki del 2007, Smiley Face, Charli xcx definisce il colore di brat «piuttosto disgustoso» e dice di averlo scelto perché «suscita una conversazione davvero interessante sulla [desiderabilità]… Doveva essere poco amichevole e poco cool». La sua tonalità scioccante (si tratta del Pantone 3570-C) e il suo formato facilmente replicabile hanno generato una viralità di massa: persino i business bros di LinkedIn, che non sono certo il suo pubblico di riferimento, la definiscono “un genio del marketing”.

No, non stiamo sopravvalutando l’attuale incidenza di brat sulla cultura popolare. Una fan ha twittato di recente: “La mia amica ha preso una multa BRAT CODED per divieto di sosta”, insieme alla foto del talloncino di colore verde. Grucce, orecchini, shampoo per pidocchi, magliette, detersivo per il bucato, olio d’oliva, cartelli stradali, qualche anziana signora, la catena di negozi di alimentari Publix. Se è coinvolta una qualsiasi traccia di quel verde caratteristico, può essere, e sarà, etichettata come “brat” e pubblicata online. Grandi marchi come Amazon, Duolingo, Google e Netflix hanno abbracciato l’hype, creando meme. L’azienda di salsicce vegane Field Roast ha persino creato delle pubblicità con una confezione verde lime con la parola “bratwurst” in carattere Arial.

È il tipo di mania per cui qualsiasi guru del marketing ucciderebbe. Per questo è ancora più degno di nota il fatto che, secondo il team di Charli, la “brattizzazione” di Internet sia iniziata in modo naturale. In realtà, Imogene Strauss, il suo direttore creativo di lunga data, ha una spiegazione più all’antica per la copertina: «Lei e Charli hanno pensato che fosse abbastanza “forte” da farsi notare in un negozio di dischi».

«Abbiamo fatto centinaia di versioni della copertina» spiega Strauss. «Sapevamo che sarebbe stata verde, ma le conversazioni sulla tonalità di verde sono durate settimane… Esistevano così tante versioni prima della definitiva. Abbiamo analizzato ogni singolo elemento: dove è stato usato questo colore prima, quali sono le sue associazioni, chi reagisce a questo colore e come».

Il fenomeno brat

Quando la tendenza è esplosa, il team di Charli xcx si è affrettato a creare un “generatore di brat” per consentire ai fan di creare più facilmente la propria arte ispirata alla copertina. Per la versione deluxe – it’s the same but there’s three more songs so it’s not, featuring… beh, three more songs – ne è stato realizzato un altro per imitare la cover in bianco e nero. Quando un murales di Brooklyn ha annunciato l’uscita del set deluxe con una lettera dipinta alla volta, Charli lo ha trasmesso in livestreaming. Come dice il suo guru del marketing e del digitale, Terry O’Connor, un grande obiettivo della campagna è stato quello di «creare momenti di vita reale, di persona» che possono poi essere catturati digitalmente, come il fenomeno dei fan che postano selfie davanti al muro.

E questa è solo la punta dell’iceberg culturale. I testi dell’album, composto da 15 tracce, includono diversi versi che si sono già infiltrati nel lessico di Internet. “I’m so Julia“ (un riferimento all’attrice Julia Fox), ‘You gon’ jump if A. G. made it” (un’allusione al produttore esecutivo A. G. Cook), “Bumpin’ that” (un ritornello nelle tracce di apertura e chiusura) e “Let’s work it out on the remix” (un verso del remix di Girl, so confusing di Lorde). La canzone Apple, che Charli ha ammesso di aver rischiato di non essere inserita nell’album, ha generato una mania di coreografie su TikTok. I post sul disco mutano e si evolvono così velocemente che Brandon Davis, dirigente A&R di Atlantic Records, afferma: «Scherziamo sul fatto che qualcuno del team deve sempre fare la guardia notturna. Qualcuno deve essere sempre sveglio, a controllare internet, in modo da poter spuntare fuori e partire».

McQueen by Seán McGirr coat and boots, 866 Royal Mint jewelry. Foto di Charlotte Hadden

Sotto la superficie

Il progetto, con la sua musica da party, nasconde però un profondo nucleo emotivo che si confronta con l’ego, la femminilità e le relazioni. Nel brano I might say something stupid, Charli ammette la sua insicurezza: «Guess I’m the mess and play the role». Con la roboante Von dutch abbraccia l’arroganza: «It’s OK to just admit you’re jealous of me». Poi, nella stroboscopica Girl, so confusing, mette in discussione le amicizie: «Sometimes I think you might hate me». Nell’intima I think about it all the time si confronta con scelte di vita complesse: “Should I stop my birth control?/’Cause my career feels so small in the existential scheme of it all». Fino al finale del disco in 365: «Should we do another key, should we do another line?».

Il linguaggio terapeutico troppo analitico si è infiltrato nei testi della musica pop da tempo, ma gli ascoltatori sono stati attratti dalla sincerità della musica da club diretta e colloquiale di Charli xcx e brat. Il disco affronta temi diffusi come la fanciullezza e la femminilità, ma ha efficacemente tolto la patina di zucchero. Ha messo a nudo la gelosia, il disordine e la confusione insiti in molte relazioni femminili. Tutti aspetti spesso taciuti.

«Non volevo metafore, nessuna proprio» spiega Charli, interrotta dalla brusca fermata del furgone e dal clacson dell’autista. «Volevo che questo disco desse la sensazione di avere una conversazione con l’ascoltatore in modo autentico. Potrei dirlo a te nel retro di un taxi mentre vai in un club, del tipo: “Stasera? Voglio ballare con A. G.”».

Con questa convinzione creativa, Charli non ha solo realizzato l’album che aveva sempre desiderato. Ha ottenuto il più grande successo della sua carriera. Ma come dice Twiggy Rowley, membro del team di gestione dell’artista dal 2014, l’impatto di brat è una “ondata intangibile” tanto quanto un risultato quantificabile. «È sempre stata tre passi avanti. L’unica differenze è che ora la gente se ne accorge».

Penso che da un po’ di tempo viviamo in questo mondo in cui c’è il desiderio di attrarre il maggior numero di persone, di avere il sorriso più grande e di essere la persona più simpatica con il più ampio appeal. Ma il desiderio si coltiva essendo un po’ difficili da raggiungere, un po’ separati. È per questo che la gente vuole fare la fila da Supreme, capite cosa intendo?

Prima di brat

«È strano perché ci sono già stata» dice Charli guardando fuori dal finestrino mentre le strade di Londra sfrecciano davanti a lei. Sta riflettendo sul successo commerciale di brat, che ha debuttato al n. 3 della Billboard 200, la sua posizione più alta in classifica fino ad oggi. «Ma l’ultima volta avevo raggiunto il risultato in un modo molto diverso».

Circa dieci anni fa, Charlotte Aitchison, nata nell’Essex, era pronta a diventare la prossima grande pop star britannica. Dopo aver trascorso l’adolescenza come cantante nella scena rave londinese, nel 2009 ha firmato con Atlantic/Asylum nel Regno Unito. Nel 2013 ha raggiunto la posizione n. 7 della Billboard Hot 100 grazie all’apparizione come ospite in I Love It delle Icona Pop e l’anno successivo ha raggiunto la vetta della classifica grazie alla collaborazione in Fancy di Iggy Azalea. Il suo singolo del 2014, Boom Clap, spinto dalla presenza nella soundtrack del dramma adolescenziale di John Green The Fault in Our Stars, ha raggiunto la posizione n. 8 della Hot 100.

Conosciuta per la sua penna veloce – ha co-scritto successi per Camila Cabello e Shawn Mendes (Señorita) e Selena Gomez (Same Old Love) – e per la sua caratteristica riga nera sbavata di eyeliner e le onde indisciplnate della sua chioma scura, Charli sembrava destinata a continuare a dominare le classifiche sia come autrice che come artista. Il prestigio culturale è arrivato molto più rapidamente dei successi commerciali. I Charli’s Angels, la sua fanbase composta principalmente da ragazz* giovan* con voglia di fare festa, l’hanno lodata per anni come un’innovatrice del pop. Così cool che il mainstream non l’ha capita.

Ogni album l’ha portata a percorrere nuove direzioni sonore – quelle che lei stessa definisce “oscillazioni del pendolo”. Dal pop-rock di Sucker all’iperpop pandemico di How I’m Feeling Now fino, più recentemente, a Crash del 2022, un concept album da principessa del pop che lei stessa ammette: «è come suonerebbe la mia musica se mi vendessi». Sebbene in questi anni Charli abbia mantenuto un flusso piuttosto costante di apprezzamenti da parte della critica per il suo lavoro, a volte non è stata capita.

Una famigerata recensione di Pitchfork stroncò il suo ormai celebre EP Vroom Vroom (2016) – prodotto da uno dei mentori di Charli, la pionieristica artista scomparsa SOPHIE – con un desolante 4,5. Oggi è considerato un testo fondamentale del sottogenere hyperpop. Lo stesso critico, nel 2019 ha sconfessato pubblicamente «le sciocchezze che ho scritto su Vroom Vroom» in un tweet. Quando Pitchfork ha “rivalutato” diverse delle sue recensioni più controverse nel 2021, ha portato l’EP a un 7,8.

It’s hard being ahead, you know?

Charli ci è abituata. Alla proiezione del suo video musicale 360 – con una vera e propria parata di “It” girl, da Chloë Sevigny alla Fox – presso il teatro Brain Dead Studios di West Hollywood, ha proclamato alla folla: «È difficile essere in testa». Ma nonostante il suo impatto, Charli tende anche a criticare il suo lavoro passato. Riflettendo su alcune delle sue prime canzoni durante il nostro viaggio in macchina, le definisce «versioni non molto potenti» di ciò che è come artista. Considera Sucker del 2014, per esempio, «un tentativo di fare ciò che con Sour Olivia Rodrigo è riuscita a fare molto meglio».

«La mia visione non era pienamente realizzata» spiega Charli. «Ho preso decisioni che forse mi sono state suggerite, ma in cui in realtà non credevo pienamente. Avevo 19 anni. Anche se credo che molte delle canzoni che facevo allora fossero buone, non le avrei necessariamente ascoltate se fossero state pubblicate da un altro artista. Credo che all’epoca ne fossi cosciente, ma credo anche che mi andasse bene così. Scrivevo per molte altre persone e volevo farlo. Sapevo che probabilmente non l’avrei potuto fare se non avessi scritto canzoni di successo come Boom Clap».

Nonostante Crash sia stato un tentativo aperto di Charli xcx di ottenere l’approvazione del mainstream, è stato il suo disco “senza compromessi” brat ad ottenere maggiore successo commerciale. (Crash ha debuttato al n. 7 della Billboard 200 ed è uscito dalla classifica dopo tre settimane). «Ora ogni singola mossa viene considerata in modo approfondito. Penso a ogni elemento della mia arte in modo così approfondito che mi sento davvero potente» spiega l’artista, sistemandosi i capelli. Dopo alcuni anni di bob o parrucche varie, sono tornati al loro aspetto naturale ondulato, anche se con estensioni lunghe fino alla vita.

Charli xcx photographed July 4, 2024 at Loft Studios in London. Foto di Charlotte Hadden

Successo, ma senza pensare alle classifiche

«Questa è la versione di Charli più spudorata e senza fronzoli di sempre» afferma Brandon Creed, fondatore di Good World e altro membro del suo team di management. «È un cambiamento di paradigma per lei e, in un certo senso, per l’industria. Si tratta di un album di grande successo, ma non è guidato da un solo singolo. C’è una serie di canzoni che vanno avanti contemporaneamente».

Tuttavia, Charli rivela: «Non lo faccio per le classifiche» liquidando subito il tutto con un “senza offesa”. Nella traccia Rewind ammette di averci pensato qualche volta, cantando: «I never used to think about Billboard/But now, I’ve started thinking about/Wondering about whether I think I deserve commercial success».

«Quel verso in realtà fa riferimento a Speed Drive [dalla colonna sonora di Barbie]» spiega Charli. «Ho scritto la canzone in 30 minuti. Non avevo in mente nulla… mi sembra che [il produttore esecutivo della colonna sonora Mark Ronson] me l’abbia chiesto un po’ tardi. Mi ha detto: “Ci serve qualcosa per la scena di guida. Vuoi farlo tu? E io ho risposto: “Sì, certo, come vuoi”». Quando Speed Drive è diventato il suo più grande successo degli ultimi anni, salendo al n. 73 della Hot 100, lei era nel bel mezzo della scrittura di brat. «Ho scritto Rewind come riferimento alla sensazione di “Aspetta, ora sto vivendo questo grande momento con Speed Drive. F-k, è una sensazione così casuale».

Sfortunatamente, Charli rivela che, a causa delle interpolazioni di Cobrastyle dei Teddy Bears e di Mickey di Toni Basil, «ora ci sono circa 25 autori elencati, il che è davvero uno schifo per noi… non guadagno molto dalla pubblicazione». (Billboard stima che Charli guadagni annualmente tra i 500.000 e i 900.000 dollari in diritti di pubblicazione dal suo catalogo di artisti, a seconda della natura del suo contratto di pubblicazione. Questa stima include anche le canzoni scritte per altri artisti).

Charli xcx appare soddisfatta, anche se ambivalente, del suo debutto in classifica con brat. Alcuni dei suoi fan si sono offesi per lei, in particolare per il debutto al n. 2 nel Regno Unito. La stessa settimana in cui è uscito brat, Taylor Swift – il presunto soggetto del brano brat Sympathy is a knife – ha sorpreso tutti rilasciando due nuove varianti di The Tortured Poets Department. Entrambe erano specificamente riservate ai soli residenti del Regno Unito, dove molti credevano che Charli avesse una possibilità di raggiungere il primo posto. Gli Angels hanno criticato la mossa della Swift, accusandola di aver “bloccato” Charli. In risposta a queste voci, Creed ha dichiarato a Billboard: «Abbiamo mantenuto la nostra rotta e siamo entusiasti dei risultati dell’album».

Il tour con Troye Sivan

Alla Wembley Arena, che ha una capienza di 12.500 posti, il furgone di Charli viene fatto passare da un’entrata secondaria. Mentre viene condotta in un lungo corridoio dai soffitti bassi e viene portata di corsa nella sua green room designata, i suoi stivali con il tacco a spillo tintinnano rumorosamente sul pavimento di cemento. Il corridoio si apre sull’arena vuota, dove i tecnici delle luci stanno piazzando i display a LED che faranno da sfondo allo spettacolo di Sivan poche ore dopo. Anche in questo caso, il verde brat è apparentemente ovunque, dalle uniformi dei dipendenti alle insegne del locale. Guarda caso, è anche il colore del marchio dell’arena.

Durante lo spettacolo, Sivan fa uscire Charli per eseguire il loro duetto del 2018, 1999. Quest’autunno saranno co-headliner dello Sweat Tour nelle arene statunitensi. Dopo essere stati amici per gran parte della loro carriera e aver condiviso Creed come manager, Charli dice che alla fine ha avuto “senso” fare un tour insieme a causa della natura “dance-leaning” dei loro ultimi dischi, brat e Something To Give Each Other.

Citando in gran parte la disponibilità dei posti a sedere su Ticketmaster, alcuni organi di stampa hanno riferito di una scarsa vendita di biglietti per il tour, diverse settimane prima dell’uscita di brat. Ma Jenna Adler, agente di Charli presso la CAA, definisce queste voci “fake news”. «È solo clickbait. È assurdo» dice. «So quanto stia andando bene questo tour perché ho i numeri e i numeri non mentono». (Charli ha anche in programma quattro date nelle arene del Regno Unito per la fine del 2024.

Patou top and skirt, Balenciaga boots. Foto di Charlotte Hadden

Le performance dal vivo sono già state essenziali per il lancio di brat, a partire dal leggendario Boiler Room DJ set di Charli xcx a febbraio, che ha battuto il record del maggior numero di RSVP nella storia dell’azienda a poche ore dal suo annuncio. Affiancata dal produttore esecutivo, Cook, dal suo fidanzato e co-autore, George Daniel dei The 1975, e dal produttore Easyfun, ha suonato per la prima volta alcuni inediti. Ma per tenere i fan sulle spine, tutte le versioni che ha suonato erano remix.

«Il motivo per cui amo così tanto la musica elettronica, i club e i DJ, è che tutto è infinito. Tutto può essere riproposto, reimmaginato» dice. «Come scrittrice pop, lo trovo eccitante. È stato bello usare Boiler Room come spazio per dimostrare che gli artisti spesso fanno cinque versioni diverse di una canzone e che la canzone che viene pubblicata non è l’unica». Giocare con l’idea di “inclusività ed esclusività”, come dice lei, è un tema centrale di brat.

«Mi piace il marketing della musica pop più di quanto mi interessi la musica pop vera e propria» rivela la cantante. «Penso che da un po’ di tempo viviamo in questo mondo in cui c’è il desiderio di attrarre il maggior numero di persone, di avere il sorriso più grande e di essere la persona più simpatica con il più ampio appeal. Ma il desiderio si coltiva essendo un po’ difficili da raggiungere, un po’ separati. È per questo che la gente vuole fare la fila da Supreme, capite cosa intendo?».

«Con brat è stato davvero interessante fare cose solo per la fanbase e farle sembrare esclusive, ma poi, una volta entrati nel club, è tutto inclusivo» continua. «Tutti possono entrare nel club. È solo che ognuno vi entra in momenti e modi leggermente diversi, che si tratti dei miei post privati su Instagram, o della Boiler Room con 400 persone, o di una proiezione casuale di un nuovo video musicale a Los Angeles, o di un mio messaggio».

McQueen by Seán McGirr coat and boots. Foto di Charlotte Hadden

Il remix di Girl, so confusing con Lorde

In concomitanza con l’uscita di brat, Charli xcx ha dato seguito al successo di Boiler Room con un breve tour underplay che ha fatto tappa a Londra, New York, Chicago e Los Angeles. Tenuto in sale molto più intime rispetto al suo imminente tour nelle arene, ogni concerto è diventato un evento imperdibile della città. Lo spettacolo al Brooklyn Paramount di New York, in particolare, si è trasformato in una riunione di persona del cast di personaggi citati, presenti o allusivi di Charli in brat (lei stessa dice che i frequenti nomi citati nell’album incarnano anche il concetto di inclusività ed esclusività). Quando si scopre che so Julia si riferisce a Fox, per esempio, si svela parte del significato di 360. Fox ha partecipato a quella serata, insieme a Cook, Daniel, Matty Healy dei The 1975, la sua fidanzata Gabbriette Bechtel e la protagonista di Girl, so confusing: Lorde.

Come per molte delle canzoni di brat, capire il soggetto di Girl, so confusing non è difficile. Per questo Charli ha contattato Lorde prima della sua uscita. «Ho dovuto dirle che questa canzone parlava di lei e chiederle se fosse d’accordo. Ho cercato di incontrarla per quasi un anno, e continuavamo ad avere queste stranezze: eravamo lì lì per incontrarci e poi non accadeva. Questo è quello che racconto nella canzone stessa. Alla fine non ha funzionato» spiega l’artista.

«Poi, il giorno prima dell’uscita del disco, le ho lasciato una nota vocale. [Lorde] Mi ha risposto subito e mi ha detto: “Oh, mio Dio, non avevo idea che ti sentissi così. Mi dispiace tanto. Sai, forse dovrei partecipare a una versione del disco”. Non gliel’ho nemmeno chiesto. L’ha tirato fuori lei. Gran parte del lancio del disco è stata pianificata, ma a volte no. Il remix di Lorde di Girl, so confusing è un esempio perfetto. Non era previsto. Ci sono voluti tre giorni in totale“Gran parte di questo lancio è stato pianificato, ma a volte non lo è stato”, continua. “Il remix di Lorde di ‘Girl, so confusing’ è un esempio perfetto. Non era previsto. Ci sono voluti tre giorni in totale».

Lorde: «Volevo sistemare le cose»

Nel giro di pochi giorni, Lorde ha scritto la sua strofa. L’ha inviata a Charli e poi si è recata allo spettacolo al Brooklyn Paramount. Lorde racconta a Billboard che la sua prima reazione alla canzone è stata «una cosa divisa in due parti: una profonda empatia per la mia amica e una sensazione del tipo “Amica, sono stata fraintesa e voglio davvero sistemare le cose”».

«È buffo» dice Charli. «Quando ho ascoltato la sua parte per la prima volta ero nel backstage dello spettacolo. Il mio parrucchiere si occupa anche dei suoi capelli. Le aveva appena fatto l’acconciatura per lo show, quindi era con lei, e poi è venuto da me e mi ha detto: «Sono così felice che andiate d’accordo».

«Quando stavo scrivendo la strofa, le stavo dicendo quelle cose per la prima volta» racconta Lorde. «C’era una tale crudezza e immediatezza in quello che stavo cantando. Sono davvero contenta che abbiamo lavorato sul remix. C’è qualcosa di molto brat in questo, qualcosa di molto moderno. Solo Charli poteva farlo. Ha aperto un canale tra noi e mi ha fatto dire cose che non avevo mai detto. Cose che forse non avevo mai sentito dire. Tutto questo è stato un grande onore».

Programmazione, remix e un film in Polonia

Una settimana dopo lo show di Sivan, Charli si trova nella sua casa di Londra per farsi acconciare e truccare per il servizio di copertina di Billboard. Con un orario di convocazione alle 8 del mattino per il glam e l’intenzione di partecipare a un evento promozionale nel nord dell’Inghilterra fino a notte fonda, è evidente che l’onnipresenza di brat non è dovuta a pura fortuna o anche solo a grandi canzoni. È anche in gran parte il risultato di un programma incessante di marketing e promozione da parte di Charli e del suo team.

Sam Pringle, un altro co-manager di Charli dal 2014, la ritiene la mente dietro a tutto questo. Afferma che Charli ha inviato al team «un PDF di 20 pagine che descriveva ogni elemento in modo completo» a gennaio, prima che tutto prendesse il via. «Avrei dovuto sapere allora che sarebbe stata una campagna senza precedenti».

Da allora, Charli ammette di non aver avuto praticamente nessun tempo libero, soprattutto dopo l’uscita dell’album. Ha avuto un paio di giorni di recupero dopo il suo DJ set notturno al Glastonbury Festival il fine settimana precedente al servizio fotografico per Billboard, ma «è tutto qui», dice, scrollando le spalle. «Mi sento bene, ma sono anche sopraffatta. Ma amo anche la musica che ho fatto, cosa che non sempre accade… Per fortuna, voglio fare tutto questo».

Tuttavia, all’apice della cosiddetta “brat summer”, Charli dice di avere altri progetti. Il murales di Brooklyn che Charli ha usato per anticipare l’uscita della versione deluxe è stato tolto di recente, il che è stato interpretato dai fan come la fine dell’era “brat”. Ma Charli ha fugato questi timori sui social media: “L’estate dei brat è solo all’inizio :)”.

Quando le viene chiesto se ci saranno altri remix risponde di sì, ma rifiuta timidamente di fornire dettagli. Dice anche che sta progettando di andare in Polonia per tre settimane ad agosto «per scrivere un film lì con…». Poi esita, si blocca prima di svelare troppo. «Beh, non so se dovrei dirlo perché non so nemmeno se lo faremo. Potremmo anche andare in Polonia e non farlo, ma l’idea è quella». Non ha mai scritto una sceneggiatura prima d’ora, ma essendo una cinefila di lunga data, è entusiasta di provarci. Perché la Polonia? «Perché si svolgerà in Polonia. Lo scriveremo e lo gireremo allo stesso tempo, come se stessimo facendo un album. Uno dei ragazzi è il regista e lavora sempre in questo modo».

A lungo termine, non è sicura di quale sarà la prossima tappa della sua carriera musicale. «Ho visto un tweet l’altro giorno che diceva: “Qualcuno pensa che questo sia l’ultimo album di Charli?”… Poi ho pensato: “In realtà, potrebbe essere bello se non facessi più musica dopo questo”» ammette. «Ci sto sicuramente pensando perché voglio davvero recitare». Poi fa una pausa. «Non lo so. Sono così immersa in questa cosa che non riesco a vedere al di fuori di brat, ma è divertente. A dire il vero, vorrei fare un disco di Lou Reed. Sarebbe sicuramente un grande cambiamento».

E per questo motivo, potrebbe essere la mossa perfetta. Il resto del mondo forse la sta raggiungendo solo ora, ma «Charli lo fa da sempre» come dice Lorde. «È sempre stata Charli. Ha messo un piede davanti all’altro. Ha imparato qualcosa da ogni progetto. Pare che Michelangelo una volta abbia detto: “Sto per scolpire via tutto ciò che non è David”, e credo che questo sia ciò a cui stiamo assistendo in tempo reale: Charli che dice a se stessa: “Sto per scolpire via tutto ciò che non è Charli”. È un lavoro molto, molto grande, potente, divertente e malato quello che fa».

Cover Story di Kristin Robinson per Billboard U.S.

Share: