Cigarettes After Sex: il rabdomante dei dettagli amorosi
Il nuovo album dei Cigarettes After Sex “Cry” verrà presentato dal vivo a Milano per la loro unica data italiana, il 14 novembre all’Alcatraz
La creatura di Greg Gonzalez è finalmente arrivata alla sua seconda fatica: Cry è un lavoro che non deluderà chi rimase intrigato dall’album di debutto e da questo progetto musicale che vede graniticamente connesse musica e immagine. Suoni eterei e sensuali incorniciati in immagini dal bianco e nero sempre scenografico. Greg, calmo e attento nella nostra conversazione, ci tiene a ricordare anche a noi che il suo universo lirico trae ispirazione dalla visione di buoni film, da scorci di panorami familiari o inediti ma soprattutto dal desiderio di far riemergere alcuni episodi, anche minimi, della sua vita amorosa.
Una delle domande su cui ha glissato Greg era sull’idea di passare a un immaginario “cromaticamente” diverso. In effetti c’è un universo di emozioni che ancora può e deve essere scandagliato: lo “schermo a colori” può aspettare. E anche per noi, in questo caso.
Per questo album hai cambiato le tue “coordinate” spaziali, hai esplorato nuovi paesaggi: perché?
L’idea mia e della band (Jacob Tomsky alla batteria e Randy Miller al basso, ndr) era inizialmente di trovare un luogo intrigante per iniziare le registrazioni nel mezzo dell’inverno, qualcosa di diverso. Pensavamo a qualcosa di “esotico”, molto differente dalle volte precedenti, per esempio uno spazio più connesso con la natura. Dovevamo suonare al Primavera Festival a Barcellona e avevamo una settimana libera, così è capitato di trovarci non lontano dalla città catalana, a Maiorca, con le sue spiagge favolose. E allora abbiamo deciso di andare lì!
Quanto è difficile scrivere canzoni romantiche e d’amore senza scivolare in un trito cliché?
È una cosa molto difficile perché le canzoni di questo tipo contengono di per sé degli inevitabili cliché… Ma per cercare una buona via mi sforzo di essere il più naturale e onesto possibile. Per esempio, sparsi nelle liriche, ci sono dei dettagli molto particolari della mia vita privata, e più ne riesco a inserire, più mi allontanano dal pericolo di “scivolare” in frasi e situazioni standard. Quando ascolti certe canzoni d’amore senti spesso della mediocrità nei testi che la rende vacue.
La canzone con cui apri il nuovo lavoro sembra parlare di un amore adolescenziale. Mi ricorda una delle ballate più belle dei The Smiths: I Know It’s Over.
Buffo che nomini una delle mie canzoni preferite. Mi piace quel passaggio: “If you’re so funny / Then why are you on your own tonight?”. Don’t Let Me Go è stata scritta di getto, molto rapidamente. Questa canzone parla di una relazione di molto tempo fa nella mia città natale, (El Paso, ndr) ed è stato un amore profondo con una persona con cui ho perso contatto. Parafrasando, parla proprio di quelle persone con cui si ha una storia importante e che, nonostante il tempo, lasciano la loro impronta sul tuo vissuto. Sono “sfumature” di quello che poi sei diventato.
So che ami molto un evergreen italiano, Il Cielo in una Stanza. Sarebbe bello sentirla in versione Cigarettes After Sex.
Peraltro questa canzone ha avuto un’influenza fortissima su Cry perché ho fatto una playlist, quando siamo andati a Maiorca, per far sentire ai ragazzi della band il mood a cui stavo pensando. Adoro questa canzone e… forse un giorno la registrerò da solo!
E magari la suoni dal vivo a Milano…
Perché no! Potrebbe essere una chicca per voi.
*Leggi l’intervista integrale sul magazine di Billboard Italia ora in edicola