Coma_Cose: «”VITA_FUSA” è il nostro disco più istintivo in 10 anni di carriera»
Li abbiamo incontrati sulla cima di un hotel che si affaccia sulla zona dei Navigli, ovvero il centro di gravità permanente della storia del duo milanese che quest’anno compe 10 anni di vita assieme. E il nuovo album, uscito oggi, è anche il primo per la loro nuova major, la Warner Music

Foto di Cosimo Buccolieri
E chi l’avrebbe mai detto che questa coppia di artisti di zona ticinese finisse per essere anche canticchiata (in maniera distorta) da una ex porno diva internazionale? Nessuno. Meglio così, perché i Coma_Cose sono un’entità pop imprevedibile. E gli “arancini” di Mia Khalifa sono l’ennesimo esempio di come un brano pop (Cuoricini), quando funziona, debba andare per la sua strada. Diventa quasi ridicolo accusare California e Fusto Lama di essersi venduti alla musica biecamente commerciale. Lo sappiamo che qualcuno sottotraccia lo pensa.
Loro, il senso del pop lo hanno sempre avuto. Nel costruire melodie catchy, ma anche liriche di facile presa mnemonica che sono figlie di una ricerca letteraria (scuola cantautorale) e dell’effetto dei giochi di parola, dei calembour, (scuola hip hop) cercati, voluti fortissimamente. Di sicuro i Coma_Cose da qualche tempo ci hanno sorpreso con dei singoli fuori asse rispetto al loro percorso. Ma forse neanche più di tanto, pensate al flamenco di Malavita, che se dal punto di vista musicale potrebbe essere un pezzo perfetto per le performance frenetiche di Angelina Mango. Il testo invece sembra un omaggio alla scuola genovese dei cantautori. Mentre Posti vuoti ha un piglio anche questo “sorprendente” se si pensa alla loro discografia, ma è anche merito del tocco di Michelangelo nella produzione.
I Coma Cose crescono. Da poco hanno cambiato major, passando alla Warner, pur rimanendo in casa Asian Fake. E il loro nuovo album VITA_FUSA è anche frutto di tante collaborazioni. Non mancano i pezzi davvero “made in Coma_Cose”: Canzone Chill su tutte, ma anche Honolulu o Salici, con quella bella struttura pop. Adesso loro partiranno per un bel tour estivo, in attesa di una doppia data nei palazzetti, i primi della loro carriera decennale, a Milano (il 27 ottobre) e a Roma (30 ottobre). E sarà una grande festa collettiva per tutti gli amici di vecchia data e nuovissimi del duo milanese.
L’intervista ai Coma_Cose
Diciamolo subito a quelle voci che siete diventati un gruppo “commerciale”, che poi non vuol dire nulla oggi: al netto dei singoli e anche forse del power pop di G.O.O.D.B.Y.E., questo album è un disco assolutamente “made in Coma_Cose”.
Fausto: Massì, esatto è un disco dove c’è molto pop anche se vuoi un po’ destrutturato, mi piaceva far riferimento a tante cose, dai Beatles ai Flaming Lips…
Ecco, a proposito di Flaming Lips, io ho sentito prima in conferenza che tutti trovano molto cute la copertina, vero, ma secondo me è anche lisergica. Quel gattino con gli occhi a palla…
F: Mi fa piacere che hai colto questo lato psichedelico! A me sono sempre piaciute quelle copertine che non c’entrano nulla con il contenuto. Se ci pensi tanti album famosi hanno delle copertine che non descrivono per niente il contenuto sonoro.
Sarebbe stato il top se la front cover la facevate con la fodera in velluto come avevano fatto i Beach House, con le prime copie di Depression Cherry.
F: Eh si! Pensa che ci siamo anche informati sui costi di produzione per fare magari il gattino in velluto, ma alla Warner sarebbe costato un botto…
Alla fine con questo album siete tornati qui. A parlare spesso dei Navigli nei testi.
F: Siamo qua oggi, sì, accanto al “nostro” Naviglio e da sopra questo albergo si vede quasi casa nostra. Un po’ mi fa effetto parlare del nostro disco in un luogo così familiare. Sono marciapiedi che bazzico tanto spesso anche ora, ma che un tempo erano solcati quotidianamente. Intendiamoci questo disco è frutto di un atto di consapevolezza che sono passati 10 anni dai nostri inizi. Non è un lavoro nostalgico, un esercizio di struggimento. Semplicemente tutto è partito da qui.
Più che cuoricini, mi pare che vogliate far capire che avete voglia di tranquillità di fare le cose in modalità chill, perché non c’è bisogno di strafare. Anche se ormai i Coma_Cose sono dei veterani di Sanremo e delle sue liturgie che poi proseguono anche dopo quella settimana e a lungo…
F: Ecco, vedi? Mi fai venire in mente che i momenti più “difficili” a Sanremo erano quelli serali, magari post esibizione. C’avevo un po’ di stanchezza (ride, ndr), ma io e California, come anche tutto il nostro team, siamo molto contenti di come sia andata. Cuoricini da un certo punto di vista, è “rotolata via” per la sua strada, seguendo percorsi inattesi. Ma è così che capita alle buone canzoni pop. Non sai mai dove vada a parare e chi ne rimane affascinato. Certamente questa canzone ci sta portando pubblico nuovo, anche se da sempre ai nostri concerti abbiamo visto persone adulte e piccini. Magari solo semplicemente perché i genitori non potevano lasciarli a casa.
California: Tornando al discorso dell’essere chill, la dimensione della rilassatezza deve far parte di una vita serena anche se sappiamo che tutto non è facile da affrontare. Crescendo aumentano le responsabilità. La vita è piena di imprevisti spesso anche complessi. Magari le cose non vanno sempre come vorresti anche in una vita di relazione, come la nostra. VITA_FUSA è una sorta di “regalo” che ci siamo voluti fare, dopo 10 anni vissuti intensamente
È anche il vostro primo disco con la Warner anche se siete sempre sotto l’ala protettiva di Asian Fake. Entrando in questa major avete anche accolto nuovi collaboratori, mi viene in mente soprattutto Antonio Filippelli. Com’è stato il passaggio?
C: Ma guarda, è stata una bella scoperta perché il disco diciamo io l’ho scritto con degli amici e magari anche persone un po’ al di fuori dei radar soliti grandi produttori, ma che mi hanno aiutato a cominciare a mettere nero su bianco le prime idee. Poi quando è arrivata l’estate scorsa ho sentito quasi casualmente Antonio Filippelli, che conosco da tempo, ma con il quale avevo solo lavoricchiato insieme. Ci siamo presi insieme un caffè e alla fine ci siamo lasciati con l’idea di dare sviluppo a una canzone prima che iniziassero le vacanze. Era proprio Cuoricini, che io non riuscivo a chiudere, a dargli una quadra giusta. Una volta che si siamo trovati a lavorare assieme su questa canzone, il processo di chiusura è stato velocissimo. Dopo questo episodio ho capito che Antonio poteva davvero essere funzionale al progetto di tutto questo disco.
Mi fai venire in mente Malavita, che si nutre di un certo linguaggio nuovo per voi.
F: Sì esatto in quel caso il merito è di Merk & Kremont. Volevamo dar forma a un progetto folle da una parte, ma che potesse diventare potenzialmente una hit. Abbiamo provato a cimentarci con un lessico quasi cantautorale, per un pezzo però musicalmente diversissimo. Oserei dire un’opera distopica ma riuscitissima. Lo sai che a noi piace fare anche proprio questi esperimenti.
C: E poi come non citare il talento di Michelangelo per Posti Vuoti, con lui è stato anche lì, un amore a prima vista perché ci siamo trovati da subito.
Mi piace Posti Vuoti, ha quell’attacco di basso un po’ alla Tame Impala.
F: Anche lì c’è il tocco di Michelangelo che ci ha suggerito di inserire un basso Höfner con quel suo sound caratteristico che suona anche Kevin Parker dei Tame Impala. In generale la musica delle canzoni per VITA_FUSA si è strutturato con un linguaggio più istintivo rispetto ai precedenti lavori.
Dopo il tour estivo arrivano due palazzetti importanti per voi, perché è anche la prima volta che li affrontate come spazi, succederanno cose inedite?
C: Vogliamo proporre uno spettacolo ad hoc perché sarà un’elaborazione dei nostri 10 anni di attività! Oltre alla scaletta delle canzoni, stiamo progettando una serie di momenti di intrattenimento che si possono nutrire di tante nostre immagini di archivio conservate negli anni e mai fatte vedere che arrivano da hard disk conservati nel tempo o da nostri vecchi smartphone. Immaginiamo gli show nei palazzetti proprio come una sorta di grande racconto condiviso. Una celebrazione di questo nostro percorso, una grande festa collettiva!