Quindici anni di Emis Killa: «Voglio riconquistare il pubblico mainstream e diffondere la cultura hip hop»
Il rapper ci ha presentato il suo live evento Em15 che celebra i suoi 15 anni di carriera e ha annunciato altri tre ospiti: Geolier, Lazza e Salmo. Nel prossimo futuro ci sarà nuova musica. E Sanremo? «Carlo Conti mi sta simpatico»
Fa strano, per chi è cresciuto negli anni Novanta e nei Duemila, sentire un rapper dire di voler riconquistare il mercato. Un tempo sarebbe sembrato inopportuno e la scena, intesa come movimento hip hop italiano, avrebbe immediatamente utilizzato la temutissima etichetta di “venduto”. Oggi i tempi sono cambiati, il rap domina le classifiche e insegue la hit come il pop. Anzi, il rap è il nuovo pop. Emis Killa, nei suoi 15 anni di carriera, che festeggerà a Milano, qualche canzone in vetta alle classifiche ce l’ha portata, salvo poi, all’apice del successo, fare un passo indietro con un album più personale come Effetto Notte: «Dopo The Voice e Maracana mi sono fatto troppe pare. Oggi non vivo più il complesso della credibility. Il mio nuovo progetto (iniziato con il singolo con Fedez SEXY SHOP) è in linea con questa idea. Mi piacerebbe riprendermi un po’ di quel bacino d’utenza più generalista e mainstream».
Prima di un eventuale nuovo disco c’è però un traguardo da festeggiare: i quindici anni di carriera, quelli trascorsi dal lontano 2009, quando Emiliano pubblicò il suo primo mixtape Keta Music. Il prossimo 2 settembre il rapper si esibirà in un concerto evento a Fiera Milano Live: «Ci saranno almeno 15 ospiti, poi forse qualcuno porterà qualche amico e allora saranno persino di più». Per il momento ne sono stati annunciati undici, tra cui gli ultimi Lazza, Geolier e Salmo. Gli altri, svelati nelle scorse settimane sono Sfera Ebbasta, Massimo Pericolo, Neima Ezza, Kid Yugi, J-Ax, Paky, Rhove e Jake La Furia.
Emis Killa: da Vimercate a Milano e ritorno
Emis Killa da ragazzino è cresciuto ascoltando Bassi Maestro e Fabri Fibra («quello prima di Applausi») e sognava la Milano dei Club Dogo di Mi Fist («il mio album di rap italiano preferito») immaginandosela come New York. Dopo il successo del suo primo disco L’erba cattiva del 2012 l’ha conquistata e ci ha pure vissuto, salvo poi tornare a casa. «Quando nel 2006 ho iniziato a Vimercate facevamo rap in tre. Ho un ricordo in ogni angolo e in ogni via di questo paese. Abitare a Milano per un periodo è stato figo, però ogni volta che tornavo a casa a trovare mia madre e i miei amici di una volta, c’era questa sensazione di familiarità che mi ha convinto poi a tornare» racconta l’artista.
Non è un caso che Emis Killa abbia scelto di presentare il suo show per i 15 anni di carriera proprio a Vimercate. Un luogo che nonostante i limiti, l’ha spinto a dare di più. «Era un continuo arrangiarsi. Spesso partivamo per andare ai concerti senza soldi. Una volta, insieme a un gruppo di amici dovevamo andare a Rimini e abbiamo dovuto cambiare un sacco di treni: ci facevano scendere perché non avevamo il biglietto e risalivamo in quello successivo. Alla fine, siamo arrivati a concerto finito».
Quella di Emis Killa è stata un’ascesa graduale. Il primo grande risultato, nonché il primo ricordo che gli viene in mente pensando alla sua carriera, è il trofeo di Tecniche Perfette conquistato nel 2007. Era considerata la «MotoGp del freestyle» ed Ensi era in giuria. «All’epoca non avevo nemmeno intenzione di scrivere dischi. Vivevo il rap come puro intrattenimento» ricorda Emis. Poi arrivò il successo con Parole di ghiaccio, un brano che non doveva essere suo e che aveva scritto per un’altra cantante che lo rifiutò: Nina Zilli. «Quando L’erba cattiva vinse il TRL Awards mi resi conto di aver fatto qualcosa di importante. Essere in furgone con artisti importanti come Giorgia e Marco Mengoni e, soprattutto, sentire la gente cantare un tuo pezzo a memoria, mi sconvolse».
Lo show EM15
La cultura hip hop è ciò che Emiliano rimpiange maggiormente del suo passato. Come racconta, è partito dai graffiti ed è arrivato alle rime in freestyle. «Vorrei far conoscere quel mondo, che un po’ si è perso, ai giovani. Non mi sento figlio del rap, ma figlio dell’hip hop». Tutto questo si riflette nell’organizzazione dello show a Fiera Milano Live che Emis Killa ha pensato con due palchi e una sezione dedicata ai writers che potranno entrare molte ore prima. Uno dei due stage, la Curva, ospiterà una competizione di freestyle, mentre su quello centrale sia alterneranno lui e gli ospiti.
Perché proprio a Fiera Milano Live? «Volevo fare qualcosa di grande. Sono passato dai club più piccoli, poi quelli più grandi, poi il Forum e ora bisogna alzare l’asticella. San Siro adesso non me l’accollo, se porti 15 mila persone lì è un flop» spiega il rapper, sottolineando come sia complicato organizzare uno show con così tanti ospiti. «Il rap è diventato un mercato complesso. Prima erano pacche sulle spalle, adesso ci sono management e uffici stampa anche per parlare con gli artisti con cui hai un rapporto stretto. Emis Killa promette che la scaletta sarà principalmente dedicata ai suoi più grandi successi con qualche chicca. Poi uno spazio importante sarà lasciato a ciascun ospite. E tutto senza band o strumenti, ma solo con DJ e basi, in pieno stile hip hop.
Per quanto riguarda gli ospiti, non ci saranno solo duetti, ma ogni artista che accompagnerà sul palco Emis Killa avrà un suo piccolo slot dedicato. Tra i nomi annunciati da Emiliano ci sono anche rapper della nuova generazione come Paky e Neima Ezza. «Non faccio parte della schiera di artisti che sostengono di non ascoltare rap italiano. Io lo ascolto e sono interessato alle robe nuove, anche se trovare nuovi punti di riferimento è più complicato. Difficile che senta un disco tutto dall’inizio alla fine. Oggi è un mondo fatto di scrolling, con poca ricerca. In questo calderone mi ci metto anche io. Non sono più abituato magari ad ascoltare un brano di quattro minuti».
I testi e la censura
Quando si parla di giovani e rap il discorso non può che virare sui testi. In realtà, lo stesso Emis Killa era finito nell’occhio del ciclone lo scorso Capodanno quando il suo live a Ladispoli era stato cancellato per volere della giunta comunale a causa delle parole violente di alcuni suoi pezzi. «Mi fa un po’ sorridere quando mi dicono che scrivo testi un po’ troppo pesanti: io sono cresciuto ascoltando roba molto più forte. Quando faccio rap è come se parlassi un mio dialetto». E col tempo, Emis ci ha fatto il callo.
«In passato la prendevo molto più sul personale. Oggi mi infastidisce che la politica non cerchi di capire da dove provenga il disagio dei giovani. Se un ragazzo delinque non lo fa per le canzoni di Emis Killa o Baby Gang, ma tutto nasce dal contesto in cui vive. Bisogna ascoltarli e dare loro delle opportunità. Non si risolve nulla con la censura. Mio padre diceva: “Più la pressi, più la molla salta. I giovani sono il futuro».
A proposito di futuro: si è parlato di pubblico più ampio, di mainstream e di rap come nuovo pop. E allora la domanda viene spontanea, viste le recenti esperienze di Lazza e Geolier. Nel futuro di Emis Killa c’è Sanremo? La risposta è enigmatica: «Carlo Conti mi sta simpatico». Beh, un indizio non fa una prova, il detto afferma che ce ne vogliano almeno tre, però possiamo considerarlo un buon inizio.
I biglietti per EM15 a Fiera Milano Live del prossimo 2 settembre sono disponibili su Ticketmaster.