“Fra Mariah Carey e Layne Staley”: intervista ai Biffy Clyro sul loro MTV Unplugged
Con il loro adorabile accento scozzese e tutta l’energia di cui sono capaci, i Biffy Clyro ci hanno parlato della loro ultima (per ora…) fatica discografica: l’MTV Unplugged uscito la settimana scorsa
Con il loro adorabile accento scozzese e tutta l’energia di cui sono capaci, i Biffy Clyro ci hanno parlato della loro ultima (per ora) fatica discografica: l’MTV Unplugged uscito la settimana scorsa. Quindici tracce (fra cui un inedito, Different Kind of Love, e una cover, God Only Knows dei Beach Boys) ripercorrono in chiave acustica i grandi pezzi della band britannica. Ma per la gioia dei fan i Biffy Clyro non si fermano qui: «Stiamo registrando un album che sarà la colonna sonora di un film – spiega il frontman Simon Neil – Non è un musical o una “rock opera”: è la storia di una ragazza che perde il padre e cerca di trovare se stessa. È il contrario di The Wall! Abbiamo scritto la musica per la storia e il film (si intitolerà Balance, Not Symmetry, ndr) sarà girato sulla base della musica. Stiamo anche lavorando al nostro ottavo album, quindi abbiamo due dischi in cantiere in questo momento. Il primo potrebbe essere completato a luglio e il secondo inizieremo a registrarlo alla fine di quest’anno».
Siete soddisfatti del risultato finale?
[Simon] Sì! La cosa difficile era che un sacco di Unplugged erano ripresi come se fossero programmi televisivi, suonavamo le stesse canzoni cinque o dieci volte finché non erano perfette. Ma noi non volevamo fare così: volevamo che fosse uno spettacolo live. Così sull’album c’è il concerto così come lo abbiamo suonato, anche con i suoi piccoli errori e difetti.
Fra tutti i grandi Unplugged di MTV del passato, qual è il vostro preferito e perché?
[Ben] Penso che dobbiamo dire quello dei Nirvana. Noi siamo cresciuti negli anni ’90…
[Simon] Io direi i Korn! (ride, ndr)
[James] Roba tosta…
[Ben] Quello dei Nirvana in particolare l’abbiamo ascoltato a ripetizione, imparando tutte le canzoni e tutte le parti parlate. Abbiamo anche finito per registrarlo: su una cassetta da qualche parte esiste questo nostro altro “MTV Unplugged”. Quello è stato il nostro preferito ma amiamo molto anche quelli degli Alice in Chains e di Neil Young. Siamo onorati che ci sia stato chiesto di farlo.
[Simon] Io ho “scoperto” Neil Young con il suo Unplugged. E quello degli Alice in Chains è davvero unico: è così cupo… C’è lui (Layne Staley, il cantante poi morto per overdose, ndr) con i suoi guanti e il suo aspetto da scheletro. C’è un contesto che tiene insieme tutti questi Unplugged. Ce n’è persino uno di Mariah Carey… È bello che Mariah Carey abbia fatto lo stesso tipo di show di Layne Staley. Noi stiamo un po’ a metà fra i due, spero: Mariah Staley.
I vostri pezzi hanno una componente molto melodica anche nelle loro versioni originali, quindi immagino che non sia stato troppo difficile trasporre le parti vocali in un unplugged. Ma parlando degli arrangiamenti, c’è stata qualche difficoltà in particolare?
[James] Direi che trovare le giuste dinamiche per questo spettacolo è stato impegnativo. Per esempio non tutti i pezzi hanno lo stesso tempo degli originali. In alcuni casi abbiamo cambiato la tonalità per avere un feel diverso. Ma pensiamo che già nelle nostre canzoni ci siano sufficienti elementi che creano modulazioni dinamiche: è una sfida ma non è impossibile.
Penso che il riarrangiamento sia particolarmente evidente su Mountains.
[Simon] Alcune canzoni funzionavano così come erano, altre abbiamo dovuto cambiarle un po’. Per esempio Mountains: dal vivo è una canzone molto potente ma l’abbiamo resa quasi come se fosse una ninna nanna. Ci auguriamo che la differenza si senta. Siamo abbastanza fortunati da suonare in parecchie sessioni acustiche così abbiamo maturato un nuovo modo di interpretare le canzoni in cui alcuni pezzi suonano più “fragili” – mentre per esempio Bubbles suona sempre piuttosto “muscolare” e più vicina alla versione live. Come diceva James, non volevamo che il tutto suonasse piatto. Certe volte vai ai concerti acustici e non ti trasmettono nulla perché hanno un solo mood. Noi volevamo che le persone vivessero una specie di viaggio. Alcune canzoni ci sono venute senza sforzo, altre non funzionavano per niente, ma è così che funzionano queste cose. Penso che questo disco rappresenti davvero la nostra band. Portarlo in tour sarà altrettanto divertente.
Ci sarà una versione elettrica di Different Kind of Love?
[Simon] Sì, la canzone sarà parte della colonna sonora del film. Rimane sempre un pezzo abbastanza folk e acustico, solo un po’ più lento e malinconico.
God Only Knows è un capolavoro senza tempo della pop music. Ricordi la prima volta che l’hai sentita o la prima volta che te ne sei innamorato?
[Simon] Dovevo avere qualcosa come sette anni la prima volta che l’ho sentita. È un pezzo che è sempre stato parte della mia vita – ed è così per tutti noi. Quella canzone è molto complessa: suona quasi come una ninna nanna ma in realtà il testo è molto intenso e gli accordi sono davvero particolari. Volevo fare una cover di una canzone che fosse importante per noi, sia come persone che come band. Io ho anche il titolo tatuato sul petto ed è stata il mio “primo ballo” con mia moglie il giorno del nostro matrimonio. È probabilmente la canzone di cui non dovevamo fare la cover! (ride, ndr) Ma spero di aver fatto una versione abbastanza buona.