Electro-soul dall’Abisso: intervista ai Materianera
I Materianera hanno pubblicato a marzo il loro primo album, “Abyss”, un lavoro “made in Turin” fra soul ed electro-pop ispirato anche da un viaggio della cantante Yendy in Repubblica Dominicana
A marzo i torinesi Materianera hanno pubblicato il loro primo album full-length Abyss (dopo l’EP d’esordio Supernova del 2015). Il progetto Materianera nasce nel 2014 dall’incontro di Yendry Fiorentino, Alain Diamond e Davide “Enphy” Cuccu. Per la stesura dei testi di Abyss, Yendry prende spunto da un recente viaggio nella sua terra d’origine, la Repubblica Dominicana, durante il quale riscopre le radici del suo background culturale che la portano a scrivere di spiritualità e delle numerose difficoltà che le famiglie si trovano ad affrontare quotidianamente, come la maternità in giovane età e l’abbandono della famiglia da parte dei padri, purtroppo ancora diffuse nella società centro-americana.
Abyss è un album al confine fra generi musicali (elettronica, soul) e mondi diversi, visto che prende ispirazione da un viaggio di Yendry in Repubblica Dominicana. Qual è – per dirla con Battiato – il “centro di gravità” di questo lavoro?
Il nostro “centro di gravità permanente” è la sperimentazione. Un brano dei Materianera può nascere da un testo, da un synth o da un groove. Poi parte la sperimentazione, la ricerca sonora per “cucire” il vestito intorno all’idea embrionale. Scegliamo accuratamente i suoni da utilizzare nei pezzi, cambiandoli e ricambiandoli finché non siamo tutti e tre convinti. Siamo molto democratici in questo.
In Abyss ci sono qua e là spolverate di beat “old school”, un po’ alla Chemical Brothers, per esempio in Darkest Abyss. Quali sono i “classici” che hanno formato il vostro gusto?
Veniamo da mondi molto diversi ma sicuramente il nostro denominatore comune è la black music, partendo dalla Motown, passando dall’Hip Hop e arrivando all’R&B.
Vi identificate nella definizione di “electro pop”? Se sì, quali sono i vostri punti di riferimento a livello internazionale?
Sì, ci riconosciamo in questa definizione in quanto le nostre tracce hanno quasi tutte la struttura di una canzone arrangiate in veste elettronica. Ci piacciono parecchi artisti della scena internazionale che seguiamo con molto interesse come ad esempio Moderat, James Blake, Ibeyi, Kelela.
La scena musicale torinese è fra le più interessanti della penisola. Quali sono le suggestioni musicali che trovate a Torino?
Ci rendiamo conto di vivere in una città che negli anni ci ha offerto stimoli infiniti e soprattutto variegati: dal reggae degli Africa Unite all’elettronica dei Subsonica, solo per citarne alcuni. Torino è stata una città fondamentale nella nostra formazione e siamo contenti e orgogliosi di far parte della nuova scena torinese che può vantare già numerosi artisti che si sono affermati a livello nazionale.
Quali sono i vostri percorsi musicali precedenti al progetto Materianera?
Come detto in precedenza veniamo da mondi molto diversi: prima di conoscerci, Davide suonava con i Bluebeaters, Alain era impegnato come DJ e producer di musica da club mentre Yendry, uscita da X Factor, sperimentava in varie situazioni cercando di mettere a fuoco il suo percorso. Quando ci siamo trovati in studio, le prime volte, è stato incredibile vedere come le strade si unissero in maniera naturale.
La vostra musica è molto “club-oriented”: quali sono i luoghi in cui trova il suo habitat migliore?
Sicuramente i festival rappresentano il nostro habitat naturale. Quest’estate porteremo Abyss in giro per l’Italia e a fine agosto saremo al Somewhere Festival a Gizzeria in Calabria. Per l’autunno stiamo preparando un tour nei club sia in Italia che all’estero.